"Per vivere, Hervé Joncour comprava e vendeva bachi da seta". Era il 1861, in una qualche regione della Francia meridionale, in un paese dal nome Lavilledieu, Hervé, un giovane di trentadue anni, comprava e vendeva bachi da seta "quando il loro essere bachi consisteva nell'essere minuscole uova". A causa delle epidemie che spesso colpivano gli allevamenti europei, Hervé comprava le uova in Siria o in Egitto. I suoi viaggi avventurosi duravano dagli inizi di gennaio fino alla prima domenica di aprile, quando, carico di uova color giallo o grigio, tornava a Lavilledieu dalla moglie Hélène in tempo per la messa.
Quando qualcuno gli chiedeva com'era l'Africa, lui rispondeva: "Stanca". E quel continente stanco si rivelò, qualche anno dopo, la causa di un cambiamento che avrebbe sconvolto la sua vita. L'epidamia raggiunse l'Africa e persino l'India. L'ultimo viaggio di Hervé fu fatale: le uova, al suo ritorno, erano completamente infette. Questo significò un arresto del sistema economico di quella piccola cittadina del sud della Francia che si reggeva, quasi interamente, sulla lavorazione di bachi da seta.
In seguito ad una riunione con Baldabiou, alcuni commercianti ed operai di Lavilledieu, Hervé decise di partire per il Giappone. Baldabiou, un uomo che aveva investito, vent'anni prima, nella costruzione di sette filande, in una notte d'agosto spiegò a Hervé dove si trovava il Giappone: "Sempre dritto di là" e alzò il bastone indicando i tetti di Saint-August.
Iniziarono in questo modo i viaggi in Giappone di Hervé Joncour, il trentaduenne che non si fermava di fronte a niente e a nessuno. Deciso a salvare il destino del suo paese e forse anche il suo, Hervé attraversò posti che non aveva mai visto e andò sempre dritto, proprio come gli aveva insegnato Baldabiou. Arrivò in Giappone, venne ricevuto alla corte di Hara Kei, un uomo potente e venerato da tutti che conservava le uova più pregiate del mondo. Hervé, nel corso degli anni, imparò a frugare negli occhi di quel potente signore, silenzioso e schivo, accompagnato da una ragazzina il cui volto era coperto da un velo, solo gli occhi erano visibili ed erano occhi occidentali, che sembrava volessero parlargli.
Un gioco di sguardi seducenti, una ricerca, una scoperta. Quella di Hervé divenne una voglia quasi ossessiva di tornare in Giappone, ancora una volta, un'ultima volta, per rivedere quegli occhi, lo sguardo di quella bambina. Mai una parola tra Hervé e la bambina, solo sguardi fugaci, rubati all'austerità della corte di Hara Kei, alle regole di una cultura fondata sull'onore e il rispetto, alla mancanza di coraggio che entrambi preservarono. Queste emozioni paralizzarono la vita di Hervé, il quale aspettava con ansia i viaggi futuri, fino a quando una guerra dolorosa spezzò l'incanto di quella magia.
Seta è un romanzo breve, dove la prosa diventa, come solitamente accade nei libri di Baricco, poesia, naturale immaginazione di un mondo altro, un mondo non accessibile a tutti. La prosa come un tempio dove la voce si trasforma in melodia e la percezione di se stessi è eterea e impalpabile. Un libro magnifico che racchiude in sé anni di letteratura. Un romanzo senza precedenti pubblicato per la prima volta nel 1996 da Rizzoli, successivamente ripubblicato da Feltrinelli e da cui è stato tratto l'omonimo film nel 2007 per la regia di Francois Girard.
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