Questo è il groviglio di sensazioni descritte da Michela Marzano nel suo ultimo romanzo, uscito da pochi giorni per Mondadori, Volevo essere una farfalla. E' una storia autobiografica quella raccontata dalla Marzano: l'anoressia che ha trascinato la sua anima in un mondo quasi impenetrabile, un mondo dove rifugiarsi era l'unica consolazione che ne poteva trarre.
Michela è una ragazzina quando inizia ad avere un cattivo rapporto con il cibo. Non ne parla con nessuno, si chiude in se stessa detestando i rapporti umani e quei pochi che ha portano con sé una nota di malinconia, una tristezza di fondo che non aiuta a crescere.
La figura del padre ritorna spesso nelle pagine di questo libro. Un padre onnipresente e autoritario che non perde tempo per rimproverare la figlia di aver commesso oppure omesso qualcosa. Michela cresce, di conseguenza, appesantita da un senso del dovere più grande di lei, le aspettative di un padre che pare non essere mai soddisfatto, l'inadeguatezza di fronte a molte situazioni che le si prospettano, l'incapacità di prendere decisioni. Il vuoto e lo smarrimento.
Ben presto matura in lei l'idea di sfuggire da questa forte oppressione causata dalla figura paterna. Ma prima di capire che è possibile un'altra vita, Michela tenta una strada che la porterà invece a rifugiarsi in un mondo di cristallo, fragile come la sua anima in quel momento. Si punirà per ogni caloria ingerita, per ogni pezzo di vita che ha tentato di trattenere dentro di sé. Il suo obiettivo è essere leggere, come una farfalla, e per raggiungerlo Michela sceglie di togliere vita alla vita. Sarà attraverso l'anoressia che inizierà un percorso che la riporterà a vivere, consapevole che le cicatrici rimarranno impresse per sempre dentro di lei.
PS: Consiglio letterario... se vi interessano storie autobiografiche che abbiano come tematica l'anoressia potete provare anche questo libro http://www.lulu.com/spotlight/saradurantini
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