C'è qualcosa di vagamente familiare nell'arte di Takato Yamamoto, sopratutto se guardiamo la sua rappresentazione di San Sebastiano che ricorda, come soggetto e anche per alcuni aspetti grafici, il famoso quadro di Andrea Mantegna. Mentre il grande pittore italiano del periodo umanistico dipinse con colori a tempera quello che diventò, nei secoli, l'icona di un'epoca dove simbolismo e dettagli architettonici si fondevano nelle sue opere così come in quelle di numerosi altri artisti, Takato Yamamoto attinge dall'arte italiana rielaborandola nella forma e nella sostanza.
Solitamente Takato Yamamoto utilizza brillanti inchiostri, ma anche colori acrilici. Quel che più balza agli occhi nel San Sebastiano è la giovane età di questo ragazzo ferito e la sofferenza che emerge dal suo volto. Il corpo trafitto da decine di frecce non è legato ad una colonna romana né posto su una piattaforma con pavimento a scacchiera, oltre la quale compare il paesaggio di sfondo (come invece si può notare nell'omonimo quadro del Mantegna). Qui il corpo è legato al tronco di una pianta, o quel che sembra essere rimasto della stessa. Le funi cingono il collo e le braccia di questo giovane ragazzo.
E' la giovinezza un altro elemento dell'arte di Takato Yamamoto che ritorna in modo ossessivo in ogni suo quadro. Giovani ragazzi, corpi nudi che si amano, avvinghiati, sessualmente disinibiti, ma anche legati, segnati dal dolore e dal piacere al tempo stesso. Il nudo, così evidente e appariscente nelle opere di questo artista giapponese non deve essere associato ad una sottocategoria della pornografia in quanto la raffinatezza immaginifica e l'eleganza dei quadri innalzano gli stessi al regno della Decadenza, come è stato propriamente definito.
Nonostante ciò si può affermare che il suo stile è influenzato da Beardsley e Franz von Bayros. Illustratore inglese oltre che scrittore e pittore, Beardsley amava il grottesco sopra a qualsiasi cosa dipingendo le contraddizioni di un'epoca a cavallo tra Otto e Novecento. Nell'ottica del grottesco portato agli estremi e delle contraddizioni ben si inseriscono le illustrazioni erotiche realizzate da Franz von Bayros sempre tra Otto e Novecento.
Il nudo di Takato Yamamoto non è privo di dettagli relativi corpi mutilati, teste mozzate e occhi svuotati. L'eros unito a questi macabri dettagli potrebbe derivare dalla tecnica artistica Ukiyo-e ovvero immagini del mondo fluttuante, un tipo di stampa giapponese su blocchi di legno raffigurante paesaggi ma soprattutto la sfera erotico-amorosa legata alle sale da tè e alle Geishe. Sulla base della tecnica Ukiyo-e (in voga tra il XVII e il XX secolo) e delle influenze di cui si è parlato poc'anzi, Takato Yamamoto ha sviluppato quello che è il suo stile noto come Heisei Estheticism, dove nella parola Heisei ritroviamo la dinastia giapponese più famosa della nazione nonché quella che detiene il potere.
Uno stile nel quale sfociano influenze decadentiste, oltre a quelle derivanti da una delle tecniche artistiche più antiche del Giappone. Tuttavia Takato Yamamoto riesce a rielaborare tutto ciò grazie alla sua creatività, al mondo immaginifico e surrealista in cui trova spazio l'erotismo, il bondage, il grottesco, l'horror e il macabro, distinguendosi così tra gli autori erotici (e non) contemporanei.
Bellissima recensione. Amo questo Illustratore, è uno dei miei preferiti, se non il mio preferito.
RispondiEliminaGrazie, anche a me Yamamoto piace molto. Le sue opere sono intricate, più si osservano e più si scoprono nuovi significati.
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