Tempo fa, da qualche parte, avevo letto che, secondo Eiji Otsuka, il termine shōjo rappresenterebbe un insieme di problematiche sociali ed esistenziali che, in modo controverso, dipingerebbero il Giappone stesso. E' quasi impossibile entrare nel merito della veridicità di questa frase in quanto significherebbe aver letto centinai di libri e conoscere più di cinquant'anni di storia di manga e anime.
Ciò che sicuramente possiamo dire è che il termine shōjo manga non si può risolvere definendolo come un genere di fumetti dedicati alle ragazze, quindi ad un pubblico femminile. Sfogliando molti manga appartenenti a questo genere si ha, da un lato, l'impressione che emerga una figura femminile timida e relegata ai doveri per i quali è stata educata (in primis il rispetto per l'uomo) dall'altro, pare che emerga una figura che vuole scardinare questa mentalità retrogada. Le autrici stesse, fin dagli albori di questo genere letterario, sono coloro che, attraverso la narrazione, presentano le storie di altre ragazze che gridano la loro indipendenza, che si mettono a nudo, che si mostrano, azzardano, ridono e si divertono. Donne che non vivono più nell'ombra.
Una vera rivoluzione quella dei shōjo manga. E da questo punto di vista è interessante prendere in considerazione i manga di Matsuri Hino, partendo proprio da Wanted dove la protagonista si traveste da uomo e sale su una nave pirata per salvare il suo innamorato. Molti lettori, e non solo, hanno definito i personaggi piatti, la trama leggera e la storia scontata. Tuttavia è bene considerare il fatto che questo manga affonda le sue radici in quello di Riyoko Ikeda, Lady Oscar: il travestimento, il periodo storico (non l'ambientazione) e questa forza disarmante che anima le protagoniste facendole combattere fino alla fine.
Tuttavia da un raffronto con Meru Puri-Il principe dei sogni si potrebbe dire che la differenza è sotto gli occhi di tutti. Mentre in Wanted lo stile potrebbe apparire immaturo ma dettagliato e sapiente, Meru Puri presenta dei disegni eleganti, raffinati, di una bellezza straordinaria, che caratterizzano i personaggi, le loro movenze, le espressioni, gli occhi. Sembra proprio di vederli davanti a noi, muoversi e atteggiarsi. Di nuovo, verrebbe da pensare che Matsuri Hino, pur essendo influenzata dal classicismo fumettistico nipponico, scardina questa antica architettura per ridisegnare forme e linee ironiche ed originali, dando un tocco personale alle illustrazioni stesse.
Ma è con Vampire Knight che Matsuri Hino si supera, rientrando appieno nella cerchia delle più famose magaka contemporanee. Oltre al fatto che la storia appare differente dai manga sopra citati, i disegni sono estremamente belli, le linee pulite descrivono i personaggi, dagli studenti del Cross Academy ai vampiri. La luce dei primi si contrappone ai toni cupi ma affascinanti dei secondi. Inoltre non mancano espressioni ironiche e buffe (altro elemento dei manga di Matsuri Hino) che ben si sposano con le scene di tensione e gli scontri tra umani e vampiri.
I manga di Matsuri Hino attingono dal giacimento letterario fumettistico giapponese ma si distinguono da un punto di vista grafico e si arricchiscono di contenuti simbolici e metaforici sul piano contenutistico. La figura femminile appare rielaborata, rivista, riscritta in chiave moderna. Una donna che, come detto poc'anzi, non vive più nell'ombra ma emerge e fa sentire la propria voce.
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