lunedì 17 ottobre 2011

Passione semplice di Annie Ernaux

 “Non voglio spiegare la mia passione ma semplicemente esporla”


--Annie Ernaux, Passione semplice (Rizzoli, 1992, traduzione di Idolina Landolfi)--


 Quest'estate, ho visto per la prima volta un film classificato X alla televisione, su Canale +. Il mio apparecchio non ha decodificatore, le immagini sullo schermo erano sfocate, le parole soppiantate da uno strano rumore di fondo, uno sfrigolio, uno sciacquio, una sorta d’altro linguaggio, dolce e ininterrotto. Si distingueva un profilo di donna in guèpière, con delle calze, un uomo. La storia era incomprensibile, e non si poteva prevedere alcunché, né dai gesti né dalle azioni. L’uomo si è avvicinato alla donna. Il sesso di lei è apparso in primissimo piano, ben visibile nel baluginìo dello schermo; quindi il sesso dell’uomo, in erezione, che è scivolato in quello della donna. Per un tempo assai lungo, l andirivieni dei due sessi viene mo. strato sotto diverse angolature. Il membro è riapparso, in mano all'uomo, e lo sperma si è riversato sul ventre della donna. Sicuramente ci si abitua a una tal visione, ma la prima volta è sconvolgente. Secoli e secoli, centi. naia di generazioni, e soltanto ora è possibile vedere una cosa simile, un sesso di donna e un sesso di uomo che si uniscono, lo sperma - ciò che non si poteva guardare senza quasi morirne è divenuto facile a vedersi quanto una stretta di mano. 

M'è parso che la scrittura dovesse tendere a questo, l'impressione che provoca la scena dell’atto sessuale, l’angoscia e lo stupore, una sospensione di giudizio morale




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