Ripercorrere la storia della Pop Art americana occuperebbe pagine e pagine del blog e forse alcuni potrebbero giudicare questo ritorno alle origini come qualcosa di faticoso e anche difficile da seguire in quanto la Pop Art è figlia di mutamenti sociali, economici e anche politici, oltre a quelli culturali, che affondano le radici negli ultimi anni dell'Ottocento e proseguono durante tutto il Novecento. Per semplificare, vorrei solo accennare al fatto che alla base della Pop Art americana ci sono l'astrattismo e l'espressionismo dei primi del Novecento, maturati e trasformati nell'espressionismo astratto della metà del Novecento (in seguito alla seconda guerra mondiale) dal quale ha avuto origine la cosiddetta action painting (colore spruzzato o lanciato su tela). Il boom economico degli anni '60 ha spinto gli astrattisti e coloro che praticavano l'action painting a trarre ispirazione dal linguaggio figurativo della cartellonistica e, in generale, della pubblicità creando un tipo di arte iconografica, simbolista e surreale caratterizzata da colori brillanti che accecano e catturano l'attenzione del pubblico.
In questo eccentrico e stimolante quadro culturale, agli inizi del Novecento in America, in piena era astrattista si impone sulla scena nazionale Georgia O'Keeffe, allora giovane ragazza, animata da una curiosità e da una sofisticata apertura mentale, che affascina il mondo artistico dell'epoca con i suoi acquerelli e carboncini. L'astrattismo di Georgia O'Keeffe, agli inizi della sua carriera, rappresenta uno strumento attraverso il quale riesce a tradurre sulla tela ciò che vede a modo suo "senza riguardo per il desiderio o il gusto" del pubblico, del collezionista o del semplice compratore. Totale libertà, quella di O'Keeffe, che decide di mettere l'arte a disposizione del suo mondo interno influenzato dall'ambiente che la circonda.
E' proprio a questa artista poliedrica che viene dedicata la prima mostra in Italia, a Palazzo Cipolla a Roma (Via del Corso, 320), grazie alla partnership tra la Fondazione Roma Museo e il Georgia O’Keeffe Museum di Santa Fe, in New Mexico. La mostra, inaugurata il 4 ottobre, sarà aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, fino al 22 gennaio 2012.
Nel nostro Paese questo omaggio arriva in ritardo, ma non può essere sottovalutato in quanto Georgia O'Keeffe grazie alla sua arte ha aperto la strada a correnti artistiche sfociate poi nel surrealismo, nel pop surrealismo e nella pop art oltre ad influenzare molti artisti posteriori.
Se i suoi primi lavori (1916-1918), come detto sopra, sono riconducibili alle forme più pure dell'astrattismo e raffigurano i paesaggi naturali del Texas, dove Georgia ha insegnato per alcuni anni, ben presto l'astrattismo si converte ad una forma d'arte volta ad indagare il suo animo e le personali sensazioni a contatto con il mondo naturale esterno. Questi dipinti, per lo più realizzati con acquerelli, sono stati lanciati da Alfred Stieglitz, futuro marito della O'Keeffe nonché suo manager e proprietario di una Galleria d'arte newyorkese che ospitò, nel 1920, molte delle sue opere astratte imponendola sulla scena nazionale e annoverandola tra gli astrattisti contemporanei.
La critica spesso parla di astrattismo lirico della O'Keeffe da avvicinare all'arte di Kandinsky il quale, pochi anni prima, aveva scosso il palcoscenico artistico europeo con le sue opere astratte.
Tuttavia già a partire dalla fine del 1920, l'astrattismo di Georgia O'Keeffe si rivela più specifico, una sorta di precisione emerge dalle figure rappresentate nei paesaggi naturali ma soprattutto dall'estetica urbana di New York. La mostra a Palazzo Cipolla presenta uno dei quadri più rappresentativi di questa stagione artistica, New York Street with Moon: la città illuminata dalla luna, da un semaforo e da una luce che dovrebbe essere quella di un palo, quindi una luminosità artificiale, ma che in realtà appare come un fiore da poco sbocciato. Il Precisionismo, come molti critici sono soliti definirlo, dell'arte di Georgia O'Keeffe, si tinge di realismo. Tuttavia la corrente artistica del Precisionismo, alla quale O'Keeke appartiene, si distingue da quella di molti suoi "colleghi" in quanto il realismo descritto associa un paesaggio urbano, quindi linee nette e sicure che non tradiscono apparentemente alcuna emozione, ad un realismo che potremo definire magico poiché nei quadri di questo periodo l'ambiente rappresentato trabocca di simboli e particolari non riconducibili alla mera realtà ma ad una sua rielaborazione artistica.
Sono gli anni delle famose calle (La Regina delle Calle, come viene ricordata tuttora), delle ossa di animali morti, di New York, ma sono anche gli anni di una mente fervida, agitata, che si rifugia a Taos, che ritorna a New York per poi sfuggire nuovamente in quel paradiso onirico, surreale, stimolante e creativo. Creatività e libertà mentale, ecco l'aria che O'Keeffe respira quando si trova a Taos producendo opere riconducibili ad un acerbo surrealismo (tanto che nel 1936 alcuni lavori della O'Keeffe vengono esposti alla mostra intitolata Fantastic Art, Dada and Surrealism al Museum of Modern Art di New York).
Sarà proprio a Taos che Georgia O'Keeffe trascorrerà gli ultimi anni della sua vita dopo la morte del marito. Le sue case diventarono un rifugio non tanto per scappare dal mondo ma per rifugiarsi serenamente in esso. Nella sua vita comparirà un giovane ragazzo che la stampa ha spesso descritto come figlio adottivo o amante segreto e devoto di quest'artista ormai anziana.
Al di là di questi gossip che ben poco offrono alla ricostruzione della personalità artistica di Georgia O'Keeffe, si può evidenziare della sua continua speranza di poter, fino alla fine dei suoi giorni, vedere la meraviglia del paesaggio che la circondava (Georgia con il tempo ha perso quasi completamente la vista, ma non la tenacia e l'audacia) "a meno che non abbiano ragione gli indiani e il mio spirito, allora, tornerà a passeggiare qui anche dopo che me ne sarò andata".
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