venerdì 11 novembre 2011

Il Pop Surrealismo Fetish e macabro di Dast contro il servilismo quotidiano

Si è accennato a Dast, (Danilo Strulato) parlando dei prossimi festeggiamenti per i 25 anni di lavoro de La Luz de Jesus Gallery. Dast, che parteciperà insieme ad altri 260 artisti provenienti da tutto il mondo, è un artista italiano che mescola pop surrealismo, lowbrow art, pop art  con un linguaggio estremamente simbolico. Il suo è un simbolismo strabordante, a tratti impertinente, giudicato da alcuni sfacciato e offensivo, rasente la blasfemia.

Dast si considera un artista che vuole comunicare il suo mondo interiore senza pensare al giudizio "delle gallerie, dei critici, dell’arte e dell’opinione pubblica" (come ha lui stesso dichiarato in un'intervista ad Andrea Grieco per Alphabet City). E' proprio per questo motivo che Dast ha iniziato con il fumetto. In questi racconti illustrati (di cui lui ha curato anche i testi) emerge quella naturale irriverenza, quella propensione all'arte visionaria e surrealista (o pop surrealista) che unisce l'elemento macabro e grottesco con l'inconscio collettivo caratterizzato da angosce e paure ancestrali. 

Ed è proprio sulle paure ancestrali che Dast lavora tanto nella fumettistica quanto nei dipinti, facendo emergere sulla tela simboli che richiamano il nostro quotidiano stravolgendolo, mettendo in luce ciò che, abitualmente, viene celato dall'ipocrisia. Squarci paradisiaci e infernali dove prostitute abbracciano diavoli e dove angeli malinconici vestono fetish, vergini smaliziate strette nei loro vestiti in latex, teschi, animali dalle mille forme e colori, peccatrici in croce... sono solo alcuni dei soggetti che emergono dalle opere di Dast. Il connubio tra il bene e il male, il sacro e il profano, tra reale e surreale ha portato quest'arte, altamente interpretativa e psicologicamente complessa, ad essere duramente criticata come blasfema e offensiva soprattutto verso una delle più potenti istituzioni che hanno sede proprio nel nostro Paese, la Chiesa cattolica.  


Nonostante ciò, l'arte di Dast ha ricevuto, nel corso degli anni, consensi sia dal pubblico italiano sia oltreoceano, come testimonia la sua presenza ai 25 anni della Galleria La Luz de Jesus. Dast non è nuovo ad esposizioni di questo tipo: nel 2000 e nel 2003 la stessa Galleria ospitò l'artista italiano come uno dei rappresentanti della scena pop surrealista italiana. Nel nostro Paese ha collaborato, e collabora tuttora, con Mondo Bizzarro Gallery di Roma oltre a partecipare a esibizioni su tutto il territorio nazionale da Milano a Napoli, da Bassano del Grappa a Lucca. 

"Mi considero un iperrealista dell’inconscio. Le pulsioni che mi muovono sono semplicemente un tentativo di reazione a un ambiente che la mia psiche considera ostile. A disgustarmi sono la realtà, la vita vera, il mondo del lavoro e il fatto che esistano ancora discriminazioni tra classi sociali, così come il fatto che chi è nato in catene è costretto a rimanerci per tutta la vita. L’unica soluzione possibile per conquistarsi un minimo di tranquillità sembra consistere nel denigrarsi e affondare nella merda del falso sogno americano, secondo il quale tutti possono farcela, purché siano disposti ad essere asserviti" è questa una delle ultime affermazioni di Dast nell'intervista ad Andrea Grieco. E visti i suoi quadri si può benissimo immaginare quanto sforzo e quanta voglia di "combattere" ci siano in questo artista che tenta, ogni giorno attraverso la sua arte, di spezzare le catene della sottomissione.

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