I brani di Sóley, se ascoltati ad occhi chiusi, sembrano evocare i laghi ghiacciati dell'Islanda, quei paesaggi misteriosi che risvegliano gli animi riportandoli su un mondo altro, dove nulla esiste se non il richiamo atavico di qualcosa (o qualcuno) che è stato prima di noi.
Le note di pianoforte si fanno sempre più intense e cadenzate, le percussioni riscaldando l'atmosfera e animano la nostra mente. L'utilizzo della batteria, del basso e della chitarra elettrica donano elettricità e colorano la nostra immaginazione mentre ascoltiamo i brani.
La copertina dell'album We Sink |
Quando il pezzo è finito è impossibile non ascoltarne un altro e poi un altro ancora, fino a quando We Sink, il nuovo album di Sóley, finisce e la voglia irrefrenabile di ascoltarlo daccapo non ci abbandona per l'intera giornata. E' così rilassante e magicamente intuitiva la voce di Sóley da apparire un sussurro che, tuttavia, serba in sé una forza e un'energia notevoli per una giovane solista che esordisce proprio con questo album (uscito da qualche settimana).
Sóley Stefánsdóttir vive in Islanda e fa parte di due band, Seabear e Sin Fang. Con il primo gruppo ha iniziato nel 2007 cantando però in coro per due o tre anni e quindi avendo sempre un ruolo marginale quando si trovava di fronte al microfono. Tuttavia l'esperienza nelle due band l'ha portata ad acquisire maggiore dimestichezza con gli strumenti, tanto che oggi è considerata una delle più affermate polistrumentiste in grado di sorprendere, negli anni a venire, il pubblico oltre alla critica. Come si diceva poc'anzi, Sóley è giovane, ha solo 24 anni, e questo la porterà ad arricchire le sue già promettenti doti canore e artistiche oltre alla definizione di uno stile che la renderà unica.
L'Ep Theater Island |
Nel 2010 Sóley ha dato un assaggio della musicalità dei suoi brani oltre ad una certa predisposizione per tematiche tutt'altro che banali, nell'Ep Theater Island contenente sei brani. Con il nuovo album, We Sink, uscito verso gli inizi di ottobre, Sóley si riconferma non solo come polistrumentista ma anche come solista. Le canzoni, da I'll Drown passando per Pretty Face, Kill The Clown fino all'ultimo brano Theater Island, rimandano ad atmosfere surreali, alla fervida immaginazione, ad un luogo che esiste solo nella mente dell'artista e che, probabilmente, lei mette a disposizione del pubblico. Tuttavia non sembra esserci nessuna velleità nel suo lavoro, Sóley non si presenta come un vate ma come una ragazza qualunque che possiede il dono di creare e ricreare la realtà.
La musica di Sóley è magica, surreale, introspettiva, aperta alle idee e alla fantasia. Libera. Credo proprio che ascoltando We Sink si possa avvertire la libertà d'espressione, quel "non senso" che talvolta colora la quotidianità donandole nuova vita.
Di seguito i video di I'll Down e Pretty Face:
Di seguito i video di I'll Down e Pretty Face:
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