Trattando di fotografia, talvolta si rischia di cadere nella trappola che vuole separare la fotografia digitale da quella analogica: il divario fra tradizione e tecnologia pura. Per coloro che sono appassionati di fotografia, nel senso lato del termine, spesso sono costretti a fare i conti con questi due stereotipi. Da una parte la fotografia analogica come mezzo comunicativo espressivo e tradizionale che innalza la fotografia stessa al ruolo che le compete, in opposizione il digitale quindi l'innovazione, la novità e, per alcuni, la semplificazione di un lavoro duro e faticoso.
Eppure dietro a queste due tecniche, spesso si trovano le medesime motivazioni in primis la ricerca, ma anche la scoperta, la voglia di indagare, la sete di conoscenza, il bisogno di sapere, di guardare oltre, sempre più in profondità. Rompere i classici canoni di bellezza. Quest'ultimo è solo uno degli obiettivi di April-Lea Hutchison.
Il suo modo di raccontare attraverso la fotografia tende alla fusione fra ricerca di intimità con la persona che si trova di fronte all'obiettivo e nostalgia di un attimo che sfugge ancor prima di poter essere immortalato. Gli scatti di April-Lea Hutchison sono rivolti a corpi femminili nudi che sembrano voler esprimere una triste sensualità, fine a se stessa e priva di erotismo. Il nudo come sinonimo di imperfezione ma anche di solitudine. Corpi e volti femminili che spezzano il legame con il loro tempo, collocandosi in una dimensione che non conosce limiti e incertezze, dove le emozioni primeggiano sulla ragione e la razionalità.
April-Lea Hutchison è fotografa e modella canadese. Utilizza diversi tipi di pellicole comprese polaroid.
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