lunedì 26 dicembre 2011

Oltre il racconto autobiografico: Annie Ernaux "L'écriture comme un couteau". Entretien avec Frédéric-Yves Jeannet

In occasione dell'uscita della nuova edizione per Gallimard del libro “L'écriture comme un couteau”. Entretien avec Frédéric-Yves Jeannet nel quale Annie Ernaux esplicita il suo approccio alla scrittura e rende conto della sua “posture d'écrivain”, propongo una mia traduzione dell’incipit.



In partenza


All’inizio di questa intervista sui libri che ho scritto e sulla mia pratica, il mio rapporto con la scrittura, ci tengo a segnalare i pericoli e i limiti di un esercizio nel quale tuttavia mi impegnerò con attenzione nella direzione della verità e della precisione. Notate che non ho usato la parola «opera». Per quanto mi riguarda, non è una parola che penso né che scrivo, è una parola per gli altri, come d'altronde la parola «scrittore». Sono quasi parole da necrologio, o quantomeno da manuali di letteratura, quando tutto è compiuto. Sono parole chiuse. Preferisco «scrittura», «scrivere», «fare libri», che evocano un’attività in corso.

Questi pericoli e questi limiti, dunque, sono più o meno gli stessi che si incontrano in ogni discorso retrospettivo su di sé. Voler chiarire, collegare ciò che era oscuro, informe, nel momento stesso in cui scrivevo, significa condannarmi a non rendere conto degli scivolamenti e delle sovrapposizioni di pensieri, di desideri, che hanno portato a un testo, a trascurare l'azione della vita, del presente, nell'elaborazione di quel testo. Quando si tratta di ricordare la scrittura, anche recente, la memoria vacilla ancor più che per qualsiasi altro evento della vita. Forse, alla fine, sarò costernata, oppressa dalla serietà, dalla gravità di questo tentativo di spiegazione – un fenomeno apparso nel XX secolo, prima non ci si spiegava così sul proprio lavoro. (No, nel XIX secolo, dimenticavo, Flaubert, da cui nasce tutto il male!) Forse avrò semplicemente voglia di ricordare una bambina che leggeva i racconti di L'Écho de la mode o scriveva lettere a un’amica immaginaria, sui gradini della scala, nella cucina stretta tra il caffè e l’emporio, e dire: deve essere cominciato lì. Sono già nel mito, quello della predestinazione alla scrittura…

 


Da “L'écriture comme un couteau”. Entretien avec Frédéric-Yves Jeannet - Éditions Stock, 2003, nuova idizione Gallimard , 2011




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