martedì 31 gennaio 2012

Candybird: dalle illustrazioni per bambini alle giovani lolite

Illustratrice di libri per bambini, disegnatrice di toys ma anche pittrice nonché artista, Candybird è un'artista trentenne francese che sta avendo successo con il piccolo pubblico grazie al libro Mes Diadèmes de Princesses edito da Fleurus e uscito proprio a gennaio 2012. Si tratta di un simpatico libro che contiene stencil, etichette e altri materiali staccabili con i quali si possono creare diademi per le principesse (rivolto quindi ad un target femminile). E se ad apprezzarla ci sono bambine e ragazzine, anche gli adulti guardano con ammirazione le opere di Candybird.

Dopo aver studiato graphic design, ha iniziato a lavorare come libera professionista affermandosi nel panorama artistico europeo nel 2008 in seguito alla sua partecipazione all'artbook Pink Attitude – The Contemporary Female Creativity un libro che raccoglie designer donne provenienti da tutto il mondo. Ciò che le accomuna è un tratto particolarmente seduttivo e sensuale ma anche piccante e provocatorio. Una provocazione, quella di Candybird, che gioca con la malizia e un certo pacato erotismo senza scivolare nella banale e spicciola volgarità.

Le protagoniste dei suoi lavori sono ragazze dolci e sensuali, ninfee e giovani lolite, amano civettare con l'osservatore, ammaliarlo, domarlo, tenerlo con il fiato sospeso per poi abbandonarlo e richiedersi nel loro mondo magico e favolistico. L'elemento favolistico, infatti, non abbandona mai le opere di Candybird, indipendentemente dal fatto che il destinatario sia una ragazzina o una donna. La tecnica adottata da Candybird si bgasa sull'utilizzo di photoshop non senza aver prima fatto degli schizzi e queindi gettato le basi dell'idea su un foglio di carta. 

Se le illustrazioni per bambine sono colorate e luminose, quelle per adulti vedono la prevalenza del bianco e del nero esaltando, in questo modo, un tratto preciso ed elegante. Le ragazze malinconiche e sensuali, provocatorie e dolci di Candybird suggellano un'arte onirica e immaginifica che si avvicina ai dipinti di Audrey Kawasaki, alla bellezza eterea e alle tinte sfumate dell'artista californiana. 

Per maggiori informazioni vi invito a vedere il sito di Candybird: http://candybird.free.fr

domenica 29 gennaio 2012

I paesaggi liquidi di Lawrence Yang

"Sono sempre stato affascinato dall'acqua e dalle montagne. Non ho potuto ammirare questi paesaggi nel Midwest dove sono cresciuto, bensì durante i viaggi con la mia famiglia in Taiwan, la mia terra d'origine. Le atmosfere liquide di questi luoghi si prestano all'uso dell'acquerello e dell'inchiostro". A parlare è Lawrence Yang, architetto informatico di giorno, pittore e illustratore di notte (o in qualsiasi momento libero dal lavoro).

"Ho iniziato a disegnare quando ero un ragazzino, ma non mi sono mai buttato a capofitto nel disegno fino a quando mi sono laureato e quindi trasferito a San Francisco. Qui, nella nuova casa, con un nuovo lavoro, nuovi amici e  soprattutto meno limiti, ho trovato un sacco di tempo per me stesso". E' così che Lawrence Yang ha iniziato a dedicare sempre più tempo all'arte, aprendo anche un blog in cui avvertire i lettori fissi e non delle mostre collettive e delle personali che terrà in giro per gli Stati Uniti.  

Influenzato da graffiti e street art oltre che dalla  tradizionale pittura cinese, egli utilizza l'acquerello, pennarello e inchiostro per creare, con una maestria che fa rima con eleganza, quadri dai quali emerge immediatezza e spontaneità delle idee. Anche la scelta dei colori, delle sfumature, degli accostamenti sono volti alla comunicazione di atmosfere suggestive e intriganti, evocative e surreali. Oniriche.  

Per coloro che volessero ammirare le sue opere, Lawrence Yang espone (con Tati Suarez, Lorenza Alvarez, Yuki Miyazaki e tanti altri artisti) presso Myplasticheart all'interno del group show, New Moon Interpretation of chinese zodiac.

sabato 28 gennaio 2012

Colette: scrittrice e attrice tra passioni e trasgressioni




Narrano che Sartre ne rimase incantato e prima di lui André Gide. A questi due grandi uomini, colti e ambiziosi, si associano altri personaggi del mondo letterario francese ma anche del panorama artistico: uomini e donne che hanno mitizzato, criticato, messo in discussione ma comunque  pur sempre amato una delle scrittrici più controverse dell'Ottocento, Colette. Oggi ricorre l'anniversario della sua nascita (28 gennaio 1873) e, per renderle omaggio, si ricorda la sua vita da scrittrice nonché attrice di teatro e cinema tra passioni e trasgressioni.

Personalmente mi sono avvicinata ai romanzi di Colette ancora giovane, quando "la sua lingua, gradevole quasi fino all'eccesso" oltre alla "sicurezza nella scelta delle parole, la delicata sensibilità per le sfumature" (sono frasi di André Gide) non sempre venivano capite e ben interpretate dal mio ancora acerbo animo. C'è anche da dire che capire e interpretare Colette è difficile se non, talvolta, impossibile. La scrittrice dello scandalo: così ne parlano tuttora i giornali proprio perché molto spesso, davanti a Colette, si è soliti inciampare nello stereotipo della donna seduttrice, amante, incline ai piaceri della carne maschile o femminile (nessuno escluso).





Raccontare Colette seguendo un'ottica di questo tipo potrebbe voler dire ridurla a quel genere di scrittrice di serie b, di romanzetti rosa conditi da qualche scena piccante senza tener conto delle sfaccettature della sua persona che, di conseguenza, l'hanno portata a diventare la scrittrice che noi oggi conosciamo. Willy (Henry Gauthier-Villars), il suo primo marito, spinse l'acceleratore sulla sua indole da ammaliatrice iniziandola alla vita mondana parigina oltre che alla carriera da scrittrice (sulla quale puntava molto dal momento che i libri di Colette venivano pubblicati a nome di Willy stesso e solo molti anni dopo il nome di Colette apparve accanto a quello del marito!) e diventando la "causa" di un tipo di linguaggio e intreccio narrativo tanto affascinante quanto pericoloso proprio perché il rischio di identificare Colette con un tipo di letteratura pruriginosa era, ed è ancor oggi, sempre in agguato.

Eppure, separatasi da Willy, Colette dimostrò non solo di essere una prolifica scrittrice ma anche un'artista versatile capace di esibirsi a teatro, di recitare come protagonista di alcuni film tratti dai suoi romanzi (tra questi è bene ricordare Minne), di scrivere per testate giornalistiche e di interessarsi di arte tanto da svolgere l'attività di critico, oltre a fare la traduttrice e prestare il suo volto per la pubblicità di una nota marca di sigarette. 





Donna intelligente, anticonformista, seducente, colta, che amava il divertimento e la libertà (non nel senso che la intendevano le suffragette dell'epoca, per le quali Colette dichiarò non molta simpatia: "si meritano la frusta e l'harem"). Una donna che ha trasformato la sua vita in un eterno vagabondare, quasi in modo irrequieto per trovare, probabilmente, quella serenità che l'aveva accompagnata durante l'infanzia: ricongiungersi con la Colette che era stata a Saint-Sauveur-en-Puisaye, il paese che lasciò con la famiglia e che tanto rimpianse negli anni successivi.

venerdì 27 gennaio 2012

Giornata della Memoria: Per non dimenticare

"Il significato più ampio di questa Giornata della memoria lo ha nobilmente dichiarato il  presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche quando ci ha detto: -ferme restando le specificità della Shoah, che fu il tentativo di  realizzare il genocidio perfetto, questa deve essere l'occasione di una riflessione condivisa che abbracci anche tutte le altre vittime di questa tragedia, oltre che gli oppositori politici, gli omosessuali, i disabili fisici e mentali, le popolazioni rom e sinti. Di qui la lezione che ho sentito ieri  risuonare nelle parole di un alto magistrato, il procuratore generale  della Corte di Cassazione, nella cerimonia per l'inaugurazione  dell'anno giudiziario. Parole severe per bollare qualsiasi alibi si  possa accantonare per legittimare l'oblio di quelli che vengono definiti diritti sottili o diritti degli ultimi". 

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, durante la cerimonia al Quirinale per la Giornata della Memoria. 

Dentro la scrittura di Annie Ernaux: L'écriture comme un couteau. Entretien avec Frédéric-Yves Jeannet

Continua la mia lettura della nuova edizione per Gallimard del libro “L'écriture comme un couteau”. Entretien avec Frédéric-Yves Jeannet nel quale Annie Ernaux esplicita il suo approccio alla scrittura e rende conto della sua “posture d'écrivain”. Dopo la traduzione dell'incipit, propongo qui la traduzione di alcune pagine che danno un'immagine importante del suo approccio alla scrittura definita autosociobiografica. ***Amo la scrittura di questa donna***




Nella mia pratica di scrittura, tendo a considerare il diario come qualcosa di separato. Innanzitutto perché è stato il mio primo modo di scrivere, senza alcuna ambizione letteraria particolare, un semplice confidente e un aiuto per vivere. Ho iniziato un diario intimo quando avevo sedici anni, una sera di dolore, in un periodo in cui non avevo intenzione di dedicare la mia vita alla scrittura. Ricordo che all'inizio cercavo di 'scrivere bene', ma molto presto ha prevalso la spontaneità: niente correzioni, nessuna preoccupazione per la forma né obbligo di regolarità. In ogni caso, scrivevo per me stessa, per liberarmi di emozioni segrete, senza alcun desiderio di mostrare i miei quaderni a nessuno. Questo atteggiamento di spontaneità, questa indifferenza al giudizio estetico, questo rifiuto dello sguardo altrui (i miei quaderni sono sempre stati ben nascosti!), li ho mantenuti nella pratica del mio diario intimo anche quando ho iniziato a scrivere testi destinati alla pubblicazione. Credo di averli ancora oggi, voglio dire, il non 'prevedere troppo' un lettore.


Ho sempre fatto una grande differenza tra i libri che intraprendo e il mio diario intimo. Nei primi, tutto è da fare, da decidere, in funzione di uno scopo che si realizzerà man mano che la scrittura avanza. Nel secondo, è il tempo a imporre la struttura, e la vita immediata è la materia. È quindi qualcosa di più limitato, meno libero: non ho la sensazione di 'costruire' una realtà, ma solo di lasciare una traccia di esistenza, di depositare qualcosa, senza una finalità particolare, senza alcun ritardo nella pubblicazione, un puro essere-là. Ma devo fare una distinzione tra il diario veramente intimo e il diario che contiene un progetto preciso, come nel caso di Journal du dehors e La vie extérieure, che volutamente si distaccano dall'introspezione e dall'aneddoto personale, dove il 'io' è raro. Qui, la struttura incompiuta, il frammento, la cronologia come cornice, che caratterizzano la forma del diario, sono messi al servizio di una scelta e di un'intenzione: quella di creare una sorta di fotografie della realtà quotidiana, urbana, collettiva.


Per riassumere un po': la scrittura per me ha due forme. Da una parte, testi concertati (tra cui rientrano anche Journal du dehors e La vie extérieure) e, dall'altra, parallelamente, un'attività di diarista, antica e multiforme. (Così, accanto ai quaderni del diario intimo, tengo dal 1982 un 'diario di scrittura', fatto di dubbi e problemi che incontro scrivendo, redatto in modo corsivo, con ellissi e abbreviazioni.)

 

Nella mia mente, questi due modi di scrivere costituiscono un'opposizione tra 'pubblico' e 'privato', letteratura e vita, totalità e incompiutezza. Azione e passività. Anaïs Nin scrive nel suo Diario: «Voglio godere e non trasformare.» Direi che il diario intimo mi appare il luogo del godimento, mentre gli altri testi sono il luogo della trasformazione.

 

Io ho più bisogno di trasformare che di godere. 

giovedì 26 gennaio 2012

Fiabe e magia: Il non-reale nel Pop Surrealism di Leyla Akdogan

Leyla Akdogan, pittrice pop surrealista e illustratrice oltre che graphic designer, considera il suo lavoro come una raccolta di intrecci narrativi per storie immaginarie, storie che esistono solo sulla tela. Questi intrecci vengono sapientemente descritti attraverso un malcelato intento voyeuristico. I colori tenui e le linee appena accennate mostrano, agli occhi dell'osservatore, atmosfere surreali e immaginifiche

Leyla Akdogan, attraverso la sua arte, crea mondi  dove tutte le cose affascinanti, curiose e strane, esistono fuori della logica del tempo e della realtà. E difatti, guardando i suoi quadri, si ha proprio la sensazione di essere catapultati in una non-realtà sospesa e, per certi aspetti, inquietante. Si potrebbe dire che il pubblico, attraverso i quadri di Leyla Akdogan, rivive un'avventura fantastica oppure viene calato in un mondo magico, una fiaba.

E proprio la rivisitazione di alcune fiabe, come Alice in Wonderland, sono la testimonianza di una arte pensata sulla base dei principi cardine (se così si possono definire) del pop surrealism americano. Difatti Leyla Akdogan dichiara di immaginare "each painting or drawing as a kind of heterotopia or curio cabinet where the juxtaposition of bizarre or unrelated elements is not disturbing or threatening, but instead serves to heighten the candy-coated,surreal quality of each object".
I suoi quadri sono composizioni dove elementi mitologici, letterari e simbolici circondano personaggi fiabeschi e stravaganti che emanano un senso di libertà e puerile spensieratezza. La leggerezza e la spontaneità dei personaggi potrebbe contrastare con la profondità dell'intreccio narrativo ma ciò non avviene, al contrario la tensione che si crea dona un valore aggiunto al quadro, inserendolo nel panorama pop surrealista che si rivolge a grandi e piccini. 

Yuki Miyazaki: Pop surrealism illustrato ai bambini (e non solo)

Di origine giapponese (precisamente di Kumamoto) ma residente a Los Angeles, Yuki Miyazaki si è trasferita negli Stati Uniti per inseguire i suoi sogni e continuare a coltivare la sua passione per l'arte. Passione che, ben presto, si è trasformata nella sua principale occupazione tanto da conquistare la critica che ha definito la sua arte "pop orientale in linea con la cultura classica occidentale".

Yuki Miyazaki ha fatto animazione per molto tempo e i suoi quadri riflettono proprio la sua inclinazione al racconto. Queste storie nascono da idee che l'artista giapponese fissa sulle pagine del suo taccuino e che poi si sviluppano sulla tela. I personaggi sono buffi animali o strane creature ma anche ragazzini impertinenti e ironici. L'atmosfera sembra essere quella di una fiaba per bambini e difatti molte delle illustrazioni di Yuki Miyazaki si rivolgono al pubblico in tenera età.

Nonostante ciò, i suoi quadri attirano l'attenzione anche dei più grandi e in particolare di coloro che amano il pop surrealism e lowbrow art. La componente fantastica e immaginifica occupa gran parte delle storie rendendole surreali e strambe, così come i personaggi stessi che le animano.

Yuki Miyazaki espone periodicamente nella Galleria Hive & Flower Cannibal. Le sue opere sono state viste in tante altre città degli Stati Uniti e, si spera, di rivederle presto anche in Italia per vedere la magia e il surrealismo che scaturiscono dai suoi quadri.

mercoledì 25 gennaio 2012

Yosuke Ueno: Pop Surrealismo bizzarro e inquietante

Meravigliosi dipinti surreali, disegni e sculture i cui personaggi, bizzarri e inquietanti, sono immersi in un'atmosfera  favolistica e fantastica. Ragazze dai capelli arcobaleno accompagnate da teschi, farfalle, elefanti, uccelli e personaggi manga. Questa è l'arte di Yosuke Ueno, artista giapponese, giovane pittore che esprime la sua spiccata sensibilità artistica e il suo stile ineguagliabile attraverso opere immaginifiche che ben si inseriscono nel panorama definito pop surrealism.



















Yosuke Ueno ha esordito quattordici anni fa, quando espose per la prima volta a Tokyo. Da quel momento non si è più fermato e il suo nome è sempre comparso in mostre personali e collettive accanto ai nomi più quotati del pop surrealismo internazionale. Tokyo, New York, Los Angeles, San Francisco, Seattle e Roma (a Mondo Bizzarro Gallery quattro anni fa). Si può dire che il suo nome ha raggiunto tutte le parti del mondo e i suoi quadri hanno attirato l'attenzione di critica e pubblico. 


"La cosa più importante quando dipingo è stare molto attenti. Mentre dipingo sfido tutto ciò che non poteva gestire con la mia mente. Un avventuriero fa la sua strada senza conoscere pienamente quello che lo attende. Un chimico non può conoscere senza l'esperimento. Quando sto lavorando, arrivo al punto in cui non posso nemmeno immaginare il risultato e poi improvvisamente vedo la fine, la conclusione"


Parole, quelle di Yusuke Ueno che fanno capire il marasma di sentimenti e il coinvolgimento emotivo che si celano dietro alle sue opere.








"A volte mi dico che gli artisti sono come scienziatiGli scienziati non hanno modo di conoscere il risultato di un esperimento in anticipoLo stesso si può dire sul processo artistico".

Yosuke Ueno sembrerebbe ammettere il ruolo della fantasia e dell'immaginazione nella sua arte. Immaginazione che porta ad una realtà altra, verso un mondo altro in cui le regole vengono dettate dalle protagoniste stesse dei suoi quadri.



Rosso, verde, giallo, blu sono i colori che appaiono spesso nelle sue opere. Proprio questi colori rappresentano i quattro elementi del DNA. Ecco quindi che l'arte di Yosuke Ueno diventa vita stessa e strumento di comunicazione con il pubblico che ammira i suoi quadri. Egli infatti dichiara di non essere: "interessato alla violenza" e di non voler rappresentare: "cose negative come l'insoddisfazione". La sua arte vuole far sognare, infondere serenità, oltre a dare continui stimoli e spunti creativi.

lunedì 23 gennaio 2012

Lorena Alvarez: l'arte tra favola e realtà

Lorena Alvarez è stata citata in questo blog alcuni giorni fa, in occasione della mostra collettiva presso Myplasticheart, Manhattan. Tuttavia credo che meriti qualcosa in più di poche righe all'interno di un articolo. Illustratrice colombiana freelance, Lorena Alvarez ha conquistato le pagine di alcune riviste di moda, altre che trattano il pop surrealism, lowbrow art e street art e anche riviste per bambini e adolescenti. Recentemente Lorena Alvarez ha lavorato come character design oltre a progettare e disegnare T-shirt e peluche (a questo proposito è bene ricordare la sua partecipazione al Club La Procesión, gruppo formato da illustratori, artisti e animatori).

In una recente intervista, Lorena Alvarez ha dichiarato che la sua camera da letto è anche il suo studio dove colori, libri e giocattoli rendono surreale il luogo in cui le sue idee prendono forma. "Le buone idee balzano nella mia testa e mi precipito nel mio studio per fissarle su carta, in altre occasioni devo disegnare un milione di volte per ottenere una sola buona immagine. In ogni caso cerco di non fissarmi sulle cose: se si interrompe un progetto di lavoro, continuo con un altro".

Per questa giovane illustratrice colombiana l'arte sembra essere proprio parte integrante della sua vita oltre a rappresentare il modo di esprimersi e comunicare con gli altri attraverso una lingua comune. Lorena Alvarez ha anche dichiarato, nella stessa intervista, di aver imparato "a superare le mie insicurezze, mentre sto lavorando nei miei progetti". Quindi l'arte come terapia e fonte di energia.

Guardando le sue opere sembrerebbe un mondo favolistico e meraviglioso quello che anima la mente di questa artista. Le tinte pastello si alternano a colori vivi e luminosi, le protagoniste dei suoi quadri, che rimandano ai visi delle bambole giapponesi, sono calati in atmosfere giocose e divertenti, surreali e fantasiose, esotiche ed umoristiche.

Lorena Alvarez parla dell'arte descrivendola come il lavoro che ama, "questo è un privilegio" ammette l'illustratrice colombiana. I suoi quadri raccontano storie che riescono a coinvolgere l'attenzione degli adulti e dei bambini.

giovedì 19 gennaio 2012

New Moon - Interpretations of chinese zodiac: Tati Suarez e il Pop Surrealism a Myplasticheart

Tati Suarez
Lorena Alvarez

Fondata all'inizio del 2004 con sede a Manhattan, Myplasticheart fornisce una delle più vaste selezioni di designer art toys creati da artisti di fama nazionale e internazionale. Myplasticheart organizza periodicamente anche mostre personali e group show ospitando artisti appartenenti al movimento pop surrealista e lowbrow

Daniel Elson
Naoko Stoop














Dal 20 gennaio fino al 19 febbraio, Myplasticheart ospiterà la mostra collettiva New Moon - Interpretations of the Chinese Zodiac. L'appuntamento annuale, che da quattro anni a questa parte stimola l'interesse del pubblico, curato ancora una volta da John Wong vedrà coinvolti molti artisti della scena pop surrealista e lowbrow art, tra cui Tati Suarez presentata in questo blog, agli inizi di novembre 2011, in occasione della sua partecipazione ai 25 anni della Galleria La Luz de Jesus, Los Angeles.

Per coloro che non saranno in zona, ecco un anteprima delle opere di Tati Suarez e di altri artisti tra cui Lorenza Alvarez, Daniel Elson e Naoko Stoop.

mercoledì 18 gennaio 2012

Malus sieversii: l'arte di Soey Milk in mostra a La luz de Jesus Gallery

"I throw the apple at you, and if you are willing to love me, take it and share your girlhood with me; but if your thoughts are what I pray they are not, even then take it, and consider how short-lived is beauty." (Platone, Epigramma VII). Basterebbe questa frase a presentare la personale di Soey Milk che si terrà dal 3 al 26 febbraio a La Luz de Jesus Gallery, Los Angeles.

Soey Milk, artista cara a questo blog, alla quale più volte sono stati dedicati degli articoli sia per  ricordare mostre collettive alle quali avrebbe partecipato sia per omaggiare la sua arte, maliziosa, delicata e introspettiva, è famosa per aver ritratto ragazze nude o svestite calate in atmosfere ambigue e circondate da oggetti simbolo del peccato e del dolore rispettivamente la mela e i teschi. 

Una pittura archetipica, quella di Soey Milk, in cui le protagoniste sono sempre giovani donne che ammaliano lo spettatore con i loro sguardi ma anche i loro corpi nudi e raccontano una storia fatta di intrighi e passioni, ma anche di magia e mistero. Un intreccio narrativo che abbraccia la psicologia dell'animo umano

La personale dal titolo Malus sieversii (melo selvatico) presso La Luz de Jesus Gallery, presenta per la prima volta in assoluto i lavori di questa grande artista che, nonostante la giovane età, ha già attirato l'attenzione di un pubblico sempre più vasto e anche di riviste specializzate come Juxtapox Magazine e Hi-Fructose.

La pittura americana del XX secolo da Hopper a Warhol in mostra a San Marino

Jackson Pollock

Dobbiamo ammetterlo. Il pubblico italiano, e probabilmente più in generale quello europeo, conosce ben poco dell'arte americana così come i nomi degli artisti che hanno reso omaggio ad un così giovane continente. Legati al romanticismo pittorico, al neoclassicismo e all'impressionismo di stampo europeo, tendiamo a guardare alla storia dell'arte americana spesso con sufficienza, altre volte con disattenzione. Eppure c'è da dire che molti pittori americani hanno lavorato a stretto contatto con gli impressionisti francesi: Mary Cassatt ha lavorato con Degas, Theodore Robinson è stato spesso a Giverny, Jonh Singer Sargent, nato a Firenze, è sempre stato legato al nostro Paese e quindi influenzato dalla cultura e dall'arte italiana.

Edward Hopper
L'impressionismo americano conosce una vastità e una luminosità di spazi che è celebrazione del continente stesso; atmosfere, queste, estranee all'impressionismo europeo. Con il tempo, tuttavia, lo spazio si ridusse sempre di più; la vastità che primeggiava lasciava spazio a luoghi sempre più "intimi" i quali, però, offrivano piacere e godimento nello spettatore. Con lo sviluppo industriale e il fermento economico che animava, seppur in modo differente, i quartieri delle città americane si diffuse una filosofia artistica differente rispetto al XIX secolo. L'arte iniziò a registrare non più la bellezza oggettiva della natura ma l'atmosfera colorata ma sofferente che si respirava per le strade delle città.

Franz Kline
Ed ecco che si affacciò, sulla scena artistica americana, Edward Hopper maestro indiscusso nell'analizzare la solitudine delle case americane, degli alberghi, dei cinema. I soggetti di questi quadri, ripetuti da molti altri artisti successivi, con il tempo si spogliarono del loro significato originario divenendo simboli della nazione stessa. Più regionale e legato al Middle West è Thomas Hant Benton. Astratti e poetici sono poi i quadri di Georgia O'Keeffe ma soprattutto quelli di Jackson Pollock, Franz Kline e Willem de Kooning. Astrattismo ed espressionismo hanno portato, dopo la metà del Novecento, all'action painting (colore spruzzato o lanciato su tela) e, come evoluzione, a trarre ispirazione dal linguaggio figurativo della cartellonistica e, in generale, della pubblicità creando un tipo di arte iconografica, simbolista e surreale caratterizzata da colori brillanti che accecano e catturano l'attenzione del pubblico.

Andy Warhol
Hopper, Benton, O'Keeffe, Pollock, Kline fino ad arrivare ai re della Pop Art, Andy Warhol e Roy Lichtenstein, sono solo alcuni degli artisti in mostra dal 21 gennaio fino al 3 giugno a San Marino, nelle sale di Palazzo SUMS. La pittura americana del XX secolo da Hopper a Warhol rappresenta una mostra che, per la prima volta in Italia, spiega l'evoluzione e lo sviluppo dell'arte americana ancor oggi poco conosciuta in Italia.

martedì 17 gennaio 2012

Shepard Fairey - Obey in mostra a Mondo Bizzarro Gallery Roma

Presentato tra le pagine di questo la settimana scorsa, Shepard Fairey sarà presente a Mondo Bizzarro Gallery fino al l'11 febbraio. Una retrospettiva che ripercorre la carriera di questo grande street artist, dal tratto inconfondibile, partendo dalla fine degli anni '90. E' la prima volta che l'Italia ospita Shepard Fairey e lo fa in grande stile, presentando ben 120 opere firmate Obey. Inaugurata il 14 gennaio, la mostra a Mondo Bizzarro Gallery è l'occasione per ripercorrere la storia di questo artista tra i più rappresentativi della street art americana, famoso in tutto il mondo.  


I have a dream: ricordando Martin Luther King, esempio per le generazioni future

Circa un anno fa, iniziai una lunga supplenza presso un'istituto comprensivo vicino a Cipro (Roma Nord). Italiano e storia in una terza e in una quarta elementare. Ricordo questi bambini, particolarmente intelligenti e molto sensibili, reduci da un quadrimestre fatto di supplenti che entravano e uscivano dalle loro classi ripetendo sempre gli stessi argomenti. Mi trovai a prendere in mano una situazione alquanto disastrosa. Cominciare il nuovo programma a metà anno non è semplice, ma le classi mi seguirono e insieme riuscimmo a raggiungere i primi obiettivi. 

Era più o meno febbraio quando, nella classe quarta, leggemmo uno stralcio del discorso di Martin Luther King tenutosi nel 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington: I have a dream. Discutere con i bambini di diritti civili e discriminazioni razziali ha un sapore diverso rispetto a quanto può uscire dalla bocca di un adulto. Senza scadere nella banalità, vorrei solo aggiungere che la discussione continuò per alcuni giorni lasciando libero sfogo alle loro opinioni. 

Ieri 16 gennaio, come ogni terzo lunedì del mese di gennaio, è stata celebrata la giornata di festa nazionale in onore di Martin Luther King (voluta da Reagan nel 1983). Premio Nobel per la Pace nel 1964 (l'anno dopo il discorso I have a dream) Martin Luther King è (usando le parole dell'attore Samuel L. Jackson, il quale interpreterà Dr.King nell'opera The Moutaintop): "un uomo che sacrificò la sua vita per il popolo americano. Deve essere ricordato tra i giovani come se fosse ancora vivo e presente tra noi, come un esempio per le generazioni future".

Ragazze in bicicletta: l'artbook Girls Bicycle Liberation Zone con illustrazioni di Range Murata

Quando si dice Last Exile e Blue Submarine No.6 si sa già di chi stiamo parlando. Ma per coloro che sono digiuni di anime e manga, meglio fare un passo indietro e presentare Range Murata, l'artista giapponese autore dei due manga sopra citati. Illustratore e character designer, Murata inizia la sua carriera verso la fine degli anni '90 progettando dapprima per videogiochi e poi specializzandosi, sempre più, come illustratore di libri e mangaka. Tra le sue opere più famose, oltre Lst Exile e Blue Submarine No.6  ricordiamo The Animatrix, Table and Fisherman e Shangri-La mentre tra gli artbook Robot e Futurhythm.

Un artista che non si ripete mai, che rinnova e ricrea le proprie idee anche sulla base delle esperienze quotidiane, delle sue passioni: come  l'amore per le auto da corsa d'epoca che ritornano in Last Exile. Range Murata, in un'intervista a Jonathan Mays della ANN, dichiara di collezionare le auto da corsa antiche, "quelle a forma di sigaro per intenderci. Sono poi un grande amante del design aerodinamico nelle auto".

Molto spesso, invece, le sue idee sono dei veri e propri lavori su commissione (senza con questo scadere nella banalità intaccando l'originalità dei suoi disegni). Nella stessa intervista, infatti, Range Murata spiega che "a volte il regista mi chiede specificatamente di creare un certo personaggio, mentre altre mi viene autonomamente l’illuminazione. A volte già dalla sceneggiatura si possono evincere dei personaggi, ma non sono mai delineati al 100%. In seguito è solo una questione fra me e gli sceneggiatori".

Tra le ultime opere di Range Murata vi è l'artbook Shoujo Jitensha Kaihoku ovvero Girls Bicycle Liberation Zone edito per Wanimagazine. Il volume, uscito alla fine di settembre 2011, è di 168 pagine fitte di illustrazioni del prolifico artista Murata (che ha disegnato anche la copertina) e di altri 40 famosi illustratori giapponesi tra cui (per citarne alcuni) Yoshitoshi Abe, Keitaro Arima, Teruhiko Imaizumi, Okama, Kouji Ogata, Tomomi Ozaki, Fumihiro Katagai, Akatsuki Katō, Mohiro Kitoh, Iou Kuroda, Makoto Kobayashi, Shiro.

Lavoro su commissione o no, sfogliando Girls Bicycle Liberation Zone sembra proprio che la creatività di Range Murata non conosca limiti.

lunedì 16 gennaio 2012

Oniric: i sogni diventano realtà alla MondoPop Gallery di Roma

Adolie Day

Quando l'arte figurativa si unisce ad un astrattismo lirico che rielabora, seguendo l'intreccio narrativo fiabesco, l'inconscio e, quindi, i sogni che fanno parte dello stesso, quello che emerge è un marasma di segni grafici e colori i quali catturano l'attenzione dell'osservatore, accompagnandolo in un mondo altro, dove immaginazione e fantasia dettano le regole.

Inky Valentine
Dissacrante e aggressivo, favolistico e immaginifico, leggero e conturbante, piacevole ma anche impegnativo, il pop surrealism californiano mutua dal surrealismo, una delle avanguardie europee dei primi del Novecento. Da alcuni anni a questa parte, grazie a curatori di mostre, critici d'arte e soprattutto artisti, il pop surrealism si sta affacciando anche sul panorama europeo attirando un pubblico sempre più vasto. 

Maria Imàginario
In Italia, in particolare a Roma una delle gallerie di punta del pop surrealism è MondoPop di via dei Greci 30, la quale, dal 4 febbraio al 10 marzo 2012 ospiterà uno show collettivo che porta in scena proprio una tematica cara al pop surealismo: il sogno e l'onirico. Oniric è anche il titolo della mostra che vedrà alternarsi artisti di fama nazionale e internazionale: si tratta di personaggi del calibro di Adolie Day (si parlato proprio di lei tre settimane fa in occasione di una sua esposizione a Parigi), Inky Valentine (illustratrice che ama ritrarre elementi naturali ricorrenti ma anche tattoo, sushi, oggettistica per buffe e sorridenti ragazzine, penne colorate e matite), Maria Imaginàrio (originaria di Lisbona, la sua arte è colorata e apparentemente minimalista. Si divide tra street art e illustrazioni essenziali e colorate) ma anche gli italiani Diavù, Massimo Giacon e Paolo Pedroni (le opere di quest'ultimo artista richiamano, a mio parere, il pop surrealismo di certi quadri di Mark Ryden e Marion Peck).


Paolo Pedroni
I sogni e "l'arte da camera": gli artisti che saranno presenti alla MondoPop Gallery dal 4 febbraio al 10 marzo sono chiamati a rielaborare gli incubi peggiori ma anche i sogni e le speranze, insomma l'attività onirica che si svolge nella camera da letto, trasformandola di giorno in giorno.