Parlando di puerile innocenza nel pop surrealismo e nella letteratura contemporanea, ci si addentra in un fitto sottobosco che sembra offrire terreno fertile all'argomento. Fa parte del sottobosco artistico internazionale, Camilla d'Errico, conosciutissima (dagli addetti ai lavori e dagli appassionati di pop surrealismo e manga) artista italo-canadese che racconta e reinventa, con colori acrilici, il mondo come insieme di elementi naturali e artificiali.
La meccanicità, che sembra prevalere sulla natura, viene rappresentata da Camilla d'Errico attraverso ingranaggi e macchinari mentre la natura assume le sembianze di animali marini e non, insetti ma anche fiori. Elementi naturali ed artificiali entrano in contatto con le protagoniste dei quadri dell'artista italo-canadese.
Ragazze apparentemente innocenti, rappresentate con ghirlande di fiori tra i capelli e farfalle che si posano sulle mani e sulle labbra, piovre o serpenti che adornano i loro corpi così perfettamente lascivi e offerti allo spettatore con spontaneità adolescenziale. Ragazze dallo sguardo sognante che attraggono l'osservatore per il modo provocatorio di "indossare" singolari copricapi: marchingegni che si rifanno ai progetti meccanici di Leonardo da Vinci (un'esposizione a Mondo Bizzarro Gallery portava proprio il nome Il codice d'Errico).
L'arte di Camilla d'Errico è surreale (o meglio pop surrealista) e simbolica. Ogni elemento dei suoi quadri è un archetipo volto a rappresentare le sfumature del mondo. Anche l'uso di tonalità accese o del solo bianco e nero hanno lo scopo di dare il giusto significato ad ogni archetipo del quadro.
Amante degli Shojou manga, della cultura e della pop art giapponese, Camilla d'Errico ha più volte dichiarato di aver studiato il proprio stile sulla base di questa sua forte passione ma anche sulla base delle pittura rinascimentale. E da questo mix esplosivo e originale nasce il manga Tanpopo. Nato come un lungo racconto, Tanpopo ha raggiunto, in poco tempo, un notevole successo tanto da spingere Camilla d'Errico a farne una serie di graphic novel e realizzare dei toy per i personaggi del manga (Kuru in primis).
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