E' venuta a mancare ieri sera Wislawa Szymborska, una delle poetesse del Novecento che meglio ha saputo narrare la condizione del poeta e della poesia stessa. Un'anima controversa, decisa, ironica, ma anche solitaria, distante, introversa, e poi ancora curiosa, intelligente e lungimirante. Una donna che non smise di interrogarsi anche di fronte alla poesia, che rappresentò la sua stessa vita:
La poesia -
ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.
(Wislawa Szymborska, Ad alcuni piace la poesia)
Wislawa Szymborska sembrava non temere la morte, anzi la viveva e ne parlava con continue metafore:
Non c’è vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
(Wislawa Szymborska, Sulla morte, senza esagerare)
Donna, prima ancora che poetessa, che amava stare lontano dal frastuono e dal rumore del successo. Tant'è che dichiarò: "Per me la poesia nasce dal silenzio".
E attraverso qualche suo verso le diamo un triste saluto:
La vita sulla terra costa abbastanza poco.
Per i sogni qui non paghi un soldo.
Per le illusioni - solo se perdute.
Per il possesso di un corpo - solo con il corpo.
(Wislawa Szymborska, Qui)
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