mercoledì 9 maggio 2012

Corsi e Rincorsi intervista: Monica Di Brigida


La Tuareg Rossa
Capita, anche se è raro, che un'intervista possa trasformarsi in un momento di confronto e che l'artista condivida le proprie emozioni e la propria passione con la persona che gli sta di fronte. E' ciò che è successo intervistando l'artista e fotografa Monica Di Brigida, che ha recentemente esposto le sue ultime opere, Suhub-Nuvole, all'interno di Wo-Ma'n, la prima home gallery fotografica italiana a Roma.

Wo–Ma’n è un progetto di vita nato a Roma nel 2010 da un’ispirazione di Auronda Scalera e dalla passione dei fotografi Marta Rossato e Wolfango De Spirito che hanno pensato di fondere il concetto di galleria con quello di casa per farlo diventare spazio ibrido, instabile, dove si mescolano le carte della normalità domestica e dove la fotografia è un’arte che può essere vissuta quotidianamente.

Creare uno spazio intimo dove lo spettatore incontra l'artista e le sue opere e con il quale si può bere qualcosa mentre si chiacchiera di arte, musica e vita. Anche questo è accaduto all'inaugurazione, il 21 aprile, della mostra fotografica Suhub-Nuvole di Monica Di Brigida, allestita a Roma presso l'abitazione dei fotografi Marta Rossato e Wolfango De Spirito. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 24 maggio

Il Segreto
Monica Di Brigida è nata a Roma, dove vive e lavora. Si occupa da anni di produzione e progettazione visiva applicata all'editoria e alla grafica ed è specializzata come ricercatrice fotografica e photo editor. 
Dopo aver frequentato il liceo artistico, Monica ha continuato la sua formazione professionale seguendo corsi e master di comunicazioni visive. Ha esposto al prestigioso Festival "Lens Based Art Show” di Torino, presso Onishi Gallery di New York per “XX Women, Made in South of Italy, a Berlino nella collettiva “Il filo d’acqua, Il progetto Sign of sound” è stato esposto a New York presso la Rush Arts Gallery. Monica Di Brigida ha esposto anche in numerose mostre a Roma sia personali (Fotoroma e Torretta Valadier) sia collettive.


Odalisca
Le tue fotografie sono il frutto di una ricerca che va avanti da vent'anni. Da dove parte questa ricerca e dove vorrebbe approdare?

Da sempre concepisco la fotografia come una passione, qualcosa che mi emoziona e mi porta a cercare ciò che mi suscita particolari suggestioni. Prima di fotografare un soggetto devo essere attratta dallo stesso. Il più delle volte a catturare la mia attenzione sono particolari che, attraverso la fotografia, colgo e decontestualizzo.  Mi riferisco a oggetti consumati dall'usura e trasformati dal tempo. Un ciclo di opere denominato Acqualuce mette in mostra questa ricerca continua e perpetua che ha accompagnato (e accompagna tuttora) la mia carriera: l'acqua cadendo trasforma l'immagine percepita creando una sorta di quadro astratto. Le opere esposte nella mostra Suhub-Nuvole partono da lastre ossidate e stampate a getto d'inchiostro su ferro.  Dove mi porterà questa ricerca non lo saprei dire in quando si tratta di emozioni legate a momenti.

Questo mondo non è immobile
Immagini e suoni sembrano essere alla base di molte tue opere e, probabilmente, del tuo modo di fare arte. Che ruolo hanno avuto nella mostra Suhub-Nuvole?

Le fotografie esposte a Suhub-Nuvole sono il cambiamento del quotidiano che modifica la figura stessa. Movimenti, colori, suoni... tutto ciò si associa e abbraccia l'immagine che sta alla base del mutamento. Non c'è un riferimento artistico o pittorico dietro a ciò che faccio ma un flusso di emozioni che mi portano a scartare qualsiasi progettazione teorica per seguire la ricerca libera.  

Shahriyar
Wo-Ma'n è la prima homegallery fotografica italiana e all'interno di questo progetto la mostra Suhub-Nuvole è stata allestita tra le mura di casa dei fotografi Marta Rossato e Wolfango De Spirito. Come hai vissuto, in una situazione come questa, il rapporto con il pubblico? 

Allestire una mostra in una casa abitata, dove ogni spazio viene continuamente vissuto, cambiato e modificato, porta inevitabilmente ad avere un rapporto intimo con il pubblico. Nei musei c'è sempre un certo distacco (e forse anche disagio) nei confronti delle opere. Qui non solo ci sono tutti i presupposti per abbattere questo muro ma si crea anche una certa confidenza con l'artista. Il pubblico mi vede, mi parla, mi fa domande, viene a contatto con l'opera  e con me. 
La scelta dei fotografi Marta Rossato e Wolfango De Spirito riflette il mio modo di vivere l'arte, sempre e ogni giorno, come scoperta e ricerca continua. 

Che cosa hai voluto raccontare attraverso le fotografie esposte alla mostra? E' corretto parlare di realismo magico osservando le tue opere?

Cerco di raccontare delle emozioni e quindi anche trasmetterle. Vorrei rientrare in un discorso di questo tipo, sia con Suhub sia con i lavori precedenti. Non darei delle definizioni al mio modo di fare arte proprio perchè non c'è mai una progettazione teorica alla base, al contrario seguo una certa libertà che riflette il mio sentire in quel determinato momento. Tutto avviene a livello inconscio. Tuttavia si può dire che uso la fotografia per fare pittura ma la fotografia riconduce ad un'immagine che viene da dentro.

Suhub
Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Non ho progetti futuri, seguirò la ricerca che sto conducendo da anni e che non so mai dove mi porterà. Continuerò a cercare le trasformazioni del quodiano. Saranno pensieri ed emozioni libere e sparse: spesso cercando si creano dei momenti in cui si arriva a una strana casualità.

2 commenti:

  1. Meravigliose: organiche, pittoriche e anche dinamiche! Bella intervista, grazie per avermela fatta conoscere!

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    1. Si, sono d'accordo. Personalmente mi hanno trasmesso molto!

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