Si è parlato, tra le pagine di questo blog, di surrealismo, pop surrealismo, sogno, immaginifico, inconscio. Mai ci si è soffermati sull'etimologia di queste parole, sulla loro storia, le origini e la loro diffusione nel panorama culturale internazionale. Eppure ci sarebbe molto da dire, nodi da sciogliere, domande a cui rispondere e, perchè no, nuovi interrogativi che possono accrescere la curiosità e la voglia di sondare un terreno così fertile.
A partire da oggi e per i prossimi due mesi, si vuole dedicare uno spazio per l'analisi della storia del surrealismo fino all'evoluzione del pop surrealismo puntando i riflettori sulle persone che hanno contribuito alla diffusione di questi movimenti.
Non si può trattare il surrealismo se non si tiene conto dei suoi legami con la psicanalisi. Pensando al WPV (la società psicoanalitica viennese) fondata da Freud nel 1902 insieme ad altre personalità illustri quali Stekel, Kahane, Reitler e Adler l'immagine potrebbe essere quella di una solida confraternità o, per meglio dire, un'associazione dove le idee e il confronto erano alla base degli studi del padre della psicanalisi, Freud stesso.
Si dovrà aspettare il 1910 per perchè la WPV venga registrata presso l'i.r. Direzione di Polizia.
Conseguenza della registrazione erano i timori di Freud relativi la teoria della psicoanalisi: egli aspirava ad un degno sucessore e fu proprio questa sua aspirazione (seguita da continui timori) a portare ad uno sfaldamento all'interno dell'associazione con la successiva uscita di Adler (a cui seguì Jung).
E fu nel 1914 che Freud parlò di movimento psicoanalitico attraverso l'opera Per una storia del movimento psicoanalitico. E con l'introduzione della parola movimento viene sancito un vero e proprio coinvolgimento "emotivo, una forza ideologica e politica". Attorno al movimento psiconalitico iniziarono a convogliare personalità e con loro opinioni che hanno dato un valore aggiunto, nel bene e nel male, alla psicoalanlisi.
Tra queste personalità vi furono André Breton e molti suoi seguaci, fondatori del surrealismo. E a questo punto è interessante leggere una lettera scritta da Freud stesso in cui si capisce la sua posizione verso il surrealismo:
"Ed ora una confessione, che Lei deve accogliere con tolleranza! sebbene io riceva tante testimonianze circa l'interesse che Lei e i suoi amici mostrano per le mie ricerche, io stesso non sono in grado di chiarirmi quello che è e che vuole il surrealismo. Forse non sono per nulla in grado di capirlo, dato che sono così lontano dall'arte".
Successivamente Breton pubblicherà, nel quarto numero della rivista "Le surréalisme au service de la révolution", un commento in cui attribuisce il merito del simbolismo sessuale nei sogni a Scherner.
Con gli anni, gli studi hanno dato credito al fatto che vi furono molte incomprensioni tra Freud e Breton: l'ammirazione reciproca e la fiducia reciproche hanno spesso lasciato spazio a momenti polemici. Una polemica, talvolta ingiustificata, portata avanti soprattutto da Freud a cui fecero seguito le repliche di Breton (ma anche di Dalì).
Nonostante le polemiche, i due movimenti, il surrealismo e la psicoanalisi, fecero propri termini come sogni, affetti, inconscio usandoli in modo differente e da qui le "diffidenze" degli uni verso gli altri.
Ma il surrealismo non si esaurisce con la psicoanalisi, questo movimento avrà molta fortuna anche negli anni trenta del Novecento e nei decenni a venire.
Bibliografia:
La cultura psicoanalitica - Atti del Convegno Trieste 5/8 dicembre 1985
Psicanalisi Surrealista, Paolo Scopelliti, Eterotopie Mimesis
Le Avanguardie artistiche del Novecento, Mario De Micheli, Universale Economica Feltrinelli
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