Resto sempre piacevolmente stupita dal cinema francese in quanto trovo che abbia quella capacità di raccontare con leggerezza e ironia anche la quotidianità più bieca e gretta. Dopo Student Services: film denuncia contro lo Stato francese, è il film Le donne del 6° piano (2011) ad aver attirato la mia attenzione.
La magia che si mescola alla realtà. Una favola, se così vogliamo chiamarla, quella raccontata da Philippe Le Guay e Jérôme Tonnerre. La trama, a primo acchitto, potrebbe trarre in inganno facendo pensare a cliché fin troppo conosciuti: siamo nella Parigi degli anni sessanta, Jean-Louis Joubert, noto e ricco finanziario, trascorre le sue giornate diviso tra casa e ufficio. L'oeuf à la coque al mattino, poi il lavoro di grande responsabilità dove le cariche vengono trasmesse di padre in figlio. La sera torna dalla moglie Suzanne, provinciale arrivista, perennemente "stanca" per i molteplici impegni quotidiani come venissage, feste, partite di bridge con le amiche, appuntamenti dalla sarta e dal parrucchiere. I Joubert hanno due figli che studiano in collegio e tornano a casa solo una volta al mese.
Ogni singola momento, nella vita di Jean-Louis e Suzanne, è scandito dalla ritualità, tanto bigotta quanto soffocante, di una Parigi immesa nel perbenismo di De Gaulle. A dare una scossa e ad alterare gli equilibri sarà Maria, giovane spagnola arrivata da Burgos che prenderà il posto della precedente ed anziana governante. Maria alloggerà al sesto piano (I Joubert abitano in un appartamento di un elegante stabile di proprietà di Jean-Louis) insieme alle altre inservienti (tra cui la zia).
La qualità della vita di Maria e delle altre inservienti, così come il loro vissuto, sono molto differenti rispetto a quella dei Joubert. Mentre questi ultimi sono circondati da oggetti lussuosi e da tutti i comfort possibili, le donne del sesto piano si lavano ogni mattina in una tinozza d'acqua fredda, hanno il bagno otturato da tempo e devono usare i servizi che stanno nel cortile (anche in piena notte). Mentre per i Joubert ciò che vogliano non devono far altro che prenderlo, per Maria e le altre donne non restano che i sogni: scappate dalla guerra spagnola e dalla ferocia dei franchisti, alcune senza più una famiglia, altre costrette a stare con uomini violenti, altre ancora (come Maria) obbligate a dare in adozione il loro bambino, queste donne sognano una vita migliore al sesto piano di uno stabile elegante in centro a Parigi.
Ben presto che le cose che accomunano Maria e Jean-Luois sono molto di più di quel che si può credere. Jean-Luois sarà affascinato dalla frescezza ma anche dal fascino di Maria, dall'allegria delle altre donne (nonostante la dura vita che conducono), dal loro rapporto con la religione e con le credenze popolari. Nella vita di Jean-Luois si aprirà uno spiraglio dove non c'è spazio per il perbenismo e l'apparenza ma solo per l'amore, la sincerità e la purezza.
Il finale non è così scontato come potreste pensare leggendo queste poche righe. Resta comunque la bravura dei sceneggiatori nel rappresentare la tragicità della vita delle donne del sesto piano con ironia, facendo sorridere anche persone come Suzanne. Certo è un sorriso amaro ma che suscita la speranza verso un lieto fine che rappresenta i nostri desideri. Una speranza che non verrà tradita.
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