venerdì 17 agosto 2012

New Realism: Il dibattito delle idee in continuo divenire


Filosofia e Nuove realtà sociali

Sul conflitto di idee di cui ha parlato Pier Aldo Rovatti su Repubblica, ho speso alcune parole lo scorso autunno proprio tra le pagine di questo blog seguendo la tesi ora di Maurizio Ferraris, il protagonista di tale conflitto che ha puntato i riflettori, attraverso il Manifesto del Nuovo Realismo (edito da Laterza), sui mutamenti storici-politici ed economici degli ultimi anni che hanno portato inevitabilmente al crollo delle ideologie postmoderne, ora di Gianni Vattimo, maestro di Ferraris, che ha preso le distanze dallo stesso fissando le sue tesi in un volume, Della realtà, edito da Garzanti.

Il conflitto, come lo chiama Rovatti, ha visto una lunga lista di interventi e ha aperto la strada a un dibattito in continuo divenire, tra polemiche, puntualizzazioni e critiche costruttive. Il convegno a Bonn ha poi sancito, su scala europea, non solo l'importanza di tali argomenti ma anche l'urgenza, da parte della filosofia, di far parte del discorso politico, di non essere estromessa dall'attualità e dal presente del nostro Paese.

Certo la filosofia "non dice molto di più di quanto possa dire il senso comune" ammette Maurizio Ferraris in un'intervista a Il Mattino ma forse può dare una visione della situazione politica attuale che esce dagli schemi e dai preconcetti dei vari partiti: se è vero che "le idealità non sono scomparse" non bisogna dimenticare che "anche i Tea Parties sono l’espressione di idealità, così come lo erano le adunate in cui si cantava “Per fortuna che Silvio c’è” o in cui si andava alle fonti del Po con un’ampolla. Ma anche qui non dimentichiamo che, per esempio,in Belgio dopo la crisi del ’29 sorse un movimento formalmente uguale a Occupy Wall Street, che si trasformò in un partito di estrema destra, il Rexismo,che collaborò con i nazisti e il cui capo Léon Degrelle diventò ufficiale delle Waffen SS e fu decorato da Hitler". 

Trovo che questa intervista abbia felicemente anticipato la risposta di Ferraris pubblicata su Repubblica alla domanda che Eugenio Scalfari si è posto la scorsa settimana ovvero "se il Nuovo Realismo faccia i conti con l'accesso alla cosa in sé, con il preteso mondo lì fuori, immune da interpretazioni". La lezione di Hegel insegna che la cosa in sé è "qualcosa di effettivo, di cui abbiamo esperienza: è il negativo, la morte, o anche semplicemente la sorpresa e la resistenza, la cosa che non va per il verso giusto e che per questo è cosa in sé e non semplicemente per noi". Sempre secondo Ferraris il "reale è una roccia solida, inemendabile" e quindi il "problema che pone l'interpretazione (...) è per l'appunto che chiude gli occhi di fronte a questo inemendabile".

La cosa in sé la ritroviamo nella quotidianità "fatta di porte che non si aprono, di occhiali che non si trovano, e ovviamente di felicità inaspettate. In queste esperienze (...) incontriamo la cosa in sé, ciò che esiste anzitutto perché resiste". Interpretazione di Ferraris a cui si affianca, anche se nutrita di non poche divergenze, quella di Scalfari "le persone muoiono, gli oggetti si consumano e infine scompaiono anch'essi. I fatti restano e neanche Dio può cancellarli secondo la stessa dottrina della Chiesa, per la semplice ragione che è la volontà di Dio ad aver voluto che accadessero. Resta un punto:i fatti restano fin quando esisterà un pensiero e una memoria capace di ricordarli e anche il pensare Dio. Le interpretazioni rappresentano la base per costruire "le nostre verità relative".

Nonostante il relativismo delle verità che volutamente e con grande fervore vengono sostenute, ricercate e difese a gran voce da filosofi e non, mi sembra che il dibattito delle idee in merito al new realism si stia sempre più avviando verso una domanda fondamentale, la stessa che Rovatti si è posto qualche settimana fa "dove sta andando la filosofia?" e "che fine stanno facendo il sociale e il politico in questa svolta di pensiero?". Ho la sensazione che siamo ancora all'inizio di un cammino che ci porterà lontani sulla strada del new realism.


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