sabato 13 ottobre 2012

Le illustrazioni di Marina Marcolin nella storia di Janna Carioli, Giordano del faro

Ebbene, credo che ormai si sia capito. Ho un debole per le illustrazioni dedicate ai bambini. Amo le tinte pastello, le figure stilizzate, lo sguardo innocente dei giovani e inconsapevoli protagonisti delle storie narrate ai bambini. Mi piace sfogliare, osservare, toccare e annusare. Sì anche annusare le illustrazioni. Nessuna ha lo stesso odore. 

Quando, un paio d'anni fa durante un'esposizione a Villa Borghese, inciampai nelle illustrazioni di Marina Marcolin attraverso la storia scritta da Janna Carioli, Giordano del faro (Edizioni Lapis), ne restai estasiata. Ma c'è molto di più. Quello che mi ha spinto a riaprire questo libro è un progetto di doposcuola con i bambini di una materna paritaria cattolica di Roma. Un progetto che prevede cinque laboratori, uno per ogni giorno della settimana. E tra questi vi è anche il laboratorio narrativo-letterario. 

Si tratta di leggere favole, fiabe, miti, filastrocche e leggende. Le illustrazioni giocano un ruolo fondamentale in quanto i bambini hanno bisogno di "vedere" la storia narrata, di osservare i colori e magari, proprio grazie ai disegni, fare domande, chiedere cosa fa questo o quel personaggio. C'è da dire che io mi diverto molto immersa in questa situazione, mi sento un po' come Meg Ryan quando ha interpretato la parte di una libraia che organizza laboratori e corsi per bambini. Sarò anche una sognatrice ma l'atmosfera in classe è quella. C'è molta magia nei pomeriggi trascorsi con i bambini.

Quindi ho ripreso in mano Giordano del faro e mi sono, di nuovo, emozionata davanti alle illustrazioni di Marina Marcolin. La storia è dolce, condita da un pizzico di fantasia e utopica immaginazione. Giordano abita in un faro, ama la nebbia perchè gli appare come una magia che fa scomparire tutto. L'unico giocattolo di Giordano è il mare e al suo unico amico regala messaggi in bottiglia. La domanda è sempre la stessa: "Chi c'è di là dal mare?". Nessuno risponde a Giordano. Finché un giorno il mare gli regala una bottiglia e dentro c'è un messaggio: "Di là dal mare ci sono io, Paloma".

Giordano e Paloma iniziano a scriversi messaggi in bottiglia. Ognuno aspetta mesi, anche anni, ma prima o poi il mare restituisce loro le bottiglie con nuovi messaggi. Inizia una corrispondenza fatta da poche parole. Fino all'ultimo messaggio costituito da una sola parola.

Giordano nel faro mi emoziona ogni volta che lo rileggo, un viaggi nel tempo e nella storia dell'uomo attraverso gli occhi di due bambini. Ad accompagnare la delicatezza di questa favola ci sono le illustrazioni di Marina Marcolin, corollario di un libro tanto prezioso quanto significativo che dovrebbe trovarsi nella biblioteca di ogni bambino (e anche di ogni adulto, a ricordarci che anche gli ostacoli insormontabili possono trasformarsi in sfide possibili da vincere). 

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