E' curioso scoprire come trascorre le
sue giornate un noto e amato scrittore, ed è altrettanto curioso scoprire come
uno dei più grandi autori italiani sia abile nell'arte dell'illustrazione. Si
tratta di Gianni Rodari, maestro delle favole per grandi e piccini,
ma anche umoristico e capace illustratore come documenta l'Archivio
Caltari mostrando al pubblico dei fantasiosi
e divertenti disegni.
E' proprio da Gianni Rodari che vorrei
partire per raccontare emozioni e sensazioni, opinioni e percezioni della storia
dell'illustrazione. Un progetto ambizioso se si pensa ai limiti imposti da
un articolo: concisione, sintesi, ma anche completezza delle informazioni. Si
l'obiettivo è ambizioso ma vale la pena affrontarlo. A darmi l'input è stata
una passeggiata tra gli scaffali del RED, il nuovo spazio de la Feltrinelli da
pochi mesi inaugurato a Roma, in Via del Corso.
Lo spazio dedicato ai fumetti e alle favole
per bambini mi ha incuriosito dal momento che, in bella vista, c'erano alcuni
libri di Nicoletta Ceccoli, che ho avuto il piacere di presentarvi
a proposito della sua versione di Alice
in Wonderland. Sfogliare, prendere, rimettere a posto, prendere di nuovo,
sedermi e sfogliare ancora è stata una cosa automatica, quasi un riflesso
incondizionato stimolato dal piacere per le immagini che accompagnano le
storie.
L'illustrazione ha, da sempre, guidato le
persone a comprendere meglio l'ignoto. Come diceva Tacito in un passo dell'opera Agricola "tutto ciò che è ignoto si immagina pieno di
meraviglie". Credo sia proprio racchiusa in queste parole la funzione
dell'immagine all'interno di un libro o, più in generale, la funzione
dell'illustrazione. E' risaputo che il mondo conoscitivo di un bambino è in
continuo divenire e quindi, soprattutto in età prescolare e scolare, le
illustrazioni hanno un forte potere sulla fantasia e sull'immaginazione degli
stessi. Catalizzatrici di stimoli e approfondimenti, le immagini introducono i
bambini in mondi inesplorati, si nutrono e si arricchiscono grazie alle storie
narrate dagli adulti.
La storia dell'illustrazione per ragazzi
affonda le sue radici nel lavoro dei figurinai. Nomi come Piero
Bernardini, Giovanni e Fiorenzo Faorzi, Franco Bulletti, Ugo Fontana, Marina
Battigelli e Luisa Fantini sono riconducibili alle immagini che hanno
animato molti libri per ragazzi dai primi decenni del Novecento fino agli anni
Settanta-ottanta. Uno studio completo e approfondito sulla storia dei figurinai
per l'infanzia è stata offerta da Antonio Faeti con il
saggio Guardare le figure. Gli illustratori dei libri per l'infanzia,
edito da Einaudi nel 1972 e riproposto recentemente da Donzelli.
Faeti ripercorre la storia dell'illustrazione portando in auge coloro che
veramente hanno giocato un ruolo fondamentale, ovvero "i minori e i
minimi" come li chiamò Calvino. Una storia, quella narrata da Faeti,
colta, erudita, che cita e nomina, che non tralascia particolari ma, al
contrario, vive degli stessi e su questi costruisce un grande percorso
culturale e antropologico che ruota attorno al bambino.
La storia dell'illustrazione conosce
momenti di grande confronto con le avanguardie del primo Novecento ma anche
momenti di intensa e proficua ricerca se si pensa agli studi sull'infanzia e le
fasi del bambino nel corso del Novecento.
La Dichiarazione di Ginevra del 1924, la
Dichiarazione dei diritti del fanciullo del 1959 e la Convenzione sui diritti
dell’infanzia del 1989 sono solo alcune delle tappe salienti, in ambito
giuridico, volte a tutelare e affermare i diritti e i bisogni del bambino. Da
un punto di vista psico-pedagogico basterà ricordare gli studi e gli obiettivi
raggiunti da Maria Montessori.
Attualmente il mondo editoriale tra
illustrazione e pittura sta conoscendo una forte predisposizione
all'introduzione di una nuova visione del magico e del favolistico, raccontati
con una velatura noir, nell'immaginario dei bambini e dei ragazzi. Ed è' proprio
quello che ho notato passeggiando tra gli scaffali del RED. Una nuova
visione della fiaba e della favola per bambini e ragazzi, ravvivata da
colori e forme, da stili e tecniche, dalla bravura degli illustratori migliori
del panorama artistico odierno, memori dei maestri del passato. E quindi ben
venga quanto aveva affermato Tacito: tutto ciò che è ignoto si
immagina pieno di meraviglie.
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