Freedom not Genius: Opere dalla collezione Murderme di Damien Hirst
Che l'indagine sulla morte come momento naturale della vita possa rientrare nella dimensione artistica contemporanea, è dimostrato da Damien Hirst. L'artista inglese, che non ha certo bisogno di presentazioni e di cui ho parlato più volte tra le pagine di questo blog, è l'emblema del connubio tra creazioni artistiche e sensazionalismo, tra opere d'arte e successo riconosciuto da pubblico e critica.

Lavori che hanno conosciuto molti Paesi, culture, modi di pensare e vivere differenti. I viaggi delle sue opere rivelano l'importanza di ciò che Damien Hirst ha saputo costruire e circondarsi dagli inizi della sua carriera. Hirst è influenzato e influenza al tempo stesso. Gli oggetti e le opere collezionate ne sono la prova.
Come sfogliare le pagine della sua vita, ogni oggetto, scultura, opera, sono legati a un momento ben definito, a un artista conosciuto, con il quale si è confrontato, che ha lasciato delle tracce del suo passaggio nella vita di Hirst. E così Picasso, Franz Auerbach, Francis Bacon, Alberto Giacometti, Richard Prince e Andy Warhol, ma anche Banksy, Angus Fairhurst, Sarah Lucas e Rachel Whiteread fanno parte della mostra realizzata presso la Pinacoteca Agnelli di Torino, Opere dalla collezione Murderme di Damien Hirst - Freedom not Genius (fino al 10 marzo 2013), curata da Elena Geuna che ha lo scopo di approfondire la personalità di uno degli artisti contemporanei più noti al mondo.
Tra le 50 opere scelte non si può non notare il fil rouge che lega le stesse a creazioni di Hirst, mentre altre sembrano rappresentare l'ispirazione perfetta per un momento imperfetto. Dopotutto, come afferma Hirst stesso, "collezionare è come raccogliere oggetti portati a riva in un posto sulla spiaggia e quel posto sei tu. Quando poi muori, tutto sarà di nuovo portato via".
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