A Rovereto oggi non ci vado più. Eppure ogni tanto, quando ripenso al lago di Garda, a Riva, parte dei miei ricordi sono legati anche a Rovereto. Ed è lì che da anni una casa editrice, Keller editore, sfida la crisi che incombe anche e soprattutto sul mondo editoriale pubblicando libri piccoli, con copertine dalle tonalità pastello, una grafica essenziale e uno stile pulito. Come questo libricino. Il paese delle prugne verdi di Herta Müller. Accostarsi a un libro come questo significa affondare le mani in una narrazione lirica spesso arricchita da manifestazioni espressive che riflettono un'angoscia, un'inquietudine proprie dell'autrice.
Ambientato durante gli anni della dittatura di Ceauşescu, Il paese delle prugne verdi racconta l'amicizia tra la protagonista, l'io narrante della storia, e tre giovani coetanei. L'amicizia tra i quattro adolescenti, in un momento che ha avuto gravi ripercussioni sulla storia odierna del popolo rumeno, si salda in seguito al suicidio di Lola, loro amica. Alcune "coincidenze" spingono i quattro giovani a indagare sul motivo dell'accaduto attirando, così, le attenzioni della polizia. E' una narrativa, quella di Herta Müller (vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura), sospesa tra passato e presente, tra ricordi di una vita che è stata e un presente segnato dagli stessi. Uno sguardo sul mondo privato dell'autrice, sulla tragedia individuale ma anche su quella collettiva causata dalla dittatura che ha lasciato segni nel popolo rumeno.
Si sta col fiato sospeso, si percepisce la sofferenza taciuta, i segreti, il bisogno costante di libertà, quella libertà che i giovani protagonisti del libro tentano di costruire, celandola, elemosinandola senza tuttavia riuscire ad ottenerla. I soprusi e le umiliazioni di un potere che schiaccia e soffoca un'intera nazione lacererà anche i sogni di questi ragazzi, la cui sola colpa era quella di vivere.
E' un libro difficile da leggere, così come difficile è affrontare la realtà che viene narrata. Perché di realtà si tratta.
Non se ne parla di quella dittatura o se ne parla poco. Come tutte le dittature fastidiose, vicine e per questo mentalmente relegate in angoli lontani dal pensarci su. Come sempre ti ringrazio perchè mi fai affacciare su finestre che danno orizzonti nuovi ed estesi.
RispondiEliminaGRazie
Leggerò
Raffaella
Grazie Raffaella per il tuo commento! E' vero se ne parla poco, io stessa conoscevo pochissimo il dittatore e il tipo di regime e pressioni a cui ha sottoposto il popolo rumeno. Ho letto e mi sono informata dopo la lettura del romanzo.
RispondiEliminaUn abbraccio, Sara