L'ho letto. Poco tempo, poche energie. Quando sono arrivata all'ultima pagina non ci potevo credere. E' davvero finito? Questo piccolo libro dalla copertina minimalista è finito? Ogni volta che chiudo un libro non lo ripongo subito in una delle librerie, lo lascia sul comodino, sul tavolo, sulla lavatrice, mi capita anche di lasciarlo sul termosifone o nel box di mio figlio (a mio rischio e pericolo). Anche Per questo romanzo, Facciamo un gioco di Emmanuel Carrère (Einaudi) è stato così.
Lascio lievitare i pensieri, che prendano forma e che possano trasformarsi in qualcosa di meraviglioso. Sedimentare, stratificare, adagiare. Sono tutti sinonimi, rispondono a qualcosa di simile. E' così anche per me, per quello a cui penso. Però, a dire il vero, in questo caso ho qualche perplessità.
A volte le parole che scelgo mi si aggrovigliano e ciò che ne esce è qualcosa di incomprensibile anche per me. Chiarezza. Ordine. E' quello che mi servirebbe per parlare di questo libro. Eppure non ci riesco. O meglio potrei, basterebbe dire che è un lungo racconto erotico che accompagna una giovane donna (io me la sono immaginata molto giovane) durante un viaggio in treno da Parigi a La Rochelle. L'autore del racconto, Emmanuel Carrère appunto, detiene le redini del "gioco" e il suo racconto si disvela ben presto come una pratica erotica che l'amata dovrà seguire alla lettera. Uscito per Le Monde nel 2002, questo scritto ha suscitato non poco stupore e anche indignazione per i contenuti espliciti.
Fin qui sembra tutto chiaro. Eppure per me non lo è. Mi spiego. Non ho amato quelle immagini dove sesso, odori e corpi si univano a ricordi e sensazioni, non ho amato il troppo detto e l'esplicito, così come non ho amato l'abbondanza di certe espressioni. Talvolta mi sono annoiata. Ho invece amato la parte finale del racconto, quella in cui l'autore si apre ai suoi lettori, quella in cui Carrère spiega le origini di quanto ha scritto, svelando qualche retroscena, parlando anche dei guidizi dei lettori, delle mail ricevute e riportando quelle che più lo hanno colpito in negativo e in positivo.
E nella parte finale c'è tutto, privato e reale, verità e bugie, rivelazioni, risentimenti, riflessioni. Se il gioco trae la sua linfa proprio dal climax erotico suggelato dall'autore la conclusione lascia di stucco chiunque. E le coincidenze prendono vita. Si animano. Diventano protagoniste, ribaltando le sorti del gioco stesso.
Hai trovato davvero un modo interessante per "recensire" libri. Avevo letto di questo libro una recensione su un blog (non ricordo quale) e mi aveva lasciato indifferente. Invece mi sa che adesso mi devo ricredere...
RispondiEliminaTi ringrazio tanto! Quando lo leggerai mi farai sapere cosa ti ha lasciato. A me ha lasciato pensieri contrastanti ma, come detto sopra, la parte finale mi è piaciuta perché l'autore si è aperto al lettore in un modo del tutto inusuale e inaspettato.
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