Zachary Smith |
Questo è il sito web di Sara Durantini. Libri editi oltre a racconti, brevi saggi e articoli pubblicati, nel tempo, su riviste, periodici e blog. Gli ambiti di interesse: autobiografia femminile, letteratura al femminile. Tra le autrici che hanno suscitato maggiormente il suo interesse: Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux, Anaïs Nin, Nathalie Léger, Sylvia Plath, Simone de Beauvoir, Virginia Woolf, Anne Sexton, Chandra Livia Candiani, Alice Munro.
domenica 9 febbraio 2014
sabato 1 febbraio 2014
Indagine sulla Follia - Fotografare il manicomio
Questo articolo è un guest post di Luca Sempre.
Mi piace concludere questa serie di articoli dedicati al
tema della Follia nella Arti parlando del potere della fotografia e delle storie che un semplice scatto può raccontarci.
# Come questo viaggio folle è
iniziato
Ricordo che ero su Flipboard
e quasi per gioco ho iniziato a raccogliere fotografie di manicomi abbandonati in giro per l’Italia (e non solo), luoghi oggi
divenuti meta di pellegrinaggio da parte di visitatori estemporanei, turisti
improvvisati che con i loro scatti hanno
documentato corridoi e stanze per molto tempo inaccessibili a sguardi esterni.
E così, di fotografia in fotografia, senza seguire un
percorso logico, ho creato il magazine Follia. Un percorso visivo in quei luoghi
abbandonati che un tempo ospitavano i “pazzi”, persone a cui un certo punto il cervello ha fatto crac ed è partito per
un viaggio senza ritorno in mondi per noi inaccessibili e incomprensibili.
La rivista – al momento composta da 275 fra articoli e immagini – ha raccolto in appena un anno dalla
sua creazione circa 2.700 lettori, e
le sue pagine sono state sfogliate ben 67.990
volte.
Era nata per gioco. Non pensavo potesse riscuotere così
tanti apprezzamenti.
# I luoghi, i volti e le storie che
la Follia ci racconta
Sfogliando il magazine troverai:
·
Lettini
dove un tempo veniva praticata la lobotomia
transorbitale, pratica per molti anni accettata dalla medicina ufficiale ma
oggi quasi del tutto inutilizzata.
·
Scritte
sui muri dal significato spesso ambiguo e inquietante, il più delle volte incomprensibile.
·
Diagnosi
di pazienti “a rischio suicidale” abbandonate su scrivanie piene di polvere
e calcinacci.
·
Pupazzi,
scarpe e vestiti un tempo appartenuti agli ospiti dei manicomi.
·
Un generale senso
di vuoto che disorienta e disturba lo spettatore.
·
E poi, se guardi bene – oltre il lettino, la
sedia vuota, l’ennesima stanza abbandonata – non avrai difficoltà ad ascoltare
quelle cantilene prive di senso e quei discorsi senza significato che
ogni giorno riempivano il silenzio dei manicomi.
# Il film della follia (non per cuori
deboli)
E così siamo arrivati alla fine di questo breve (e spero per
te interessante) viaggio in un mondo
senza contorni che tanto ci affascina e inquieta.
La degna conclusione del viaggio è un breve documentario della durata di 6 minuti ad opera del fotografo
statunitense Jenn Ackerman - già autore della splendida serie Trapped (letteralmente Intrappolato) dedicata ai pazienti rinchiusi negli ospedali
psichiatrici americani – che ci fa entrare nella sezione dedicata al
trattamento dei disturbi mentali del Kentucky
State Reformatory (KSR).
Il video è stato premiato più volte, e a mio parere è tra i
migliori corti amatoriali di sempre mai girati. Piccola raccomandazione per coloro che decideranno di vederlo: Ackerman stavolta la follia te la sbatte in faccia senza
alcun filtro. Ecco il link: http://vimeo.com/817045
Bene. Siamo arrivati alla fine di questo breve viaggio oltre
la… normalità.
Ringrazio Sara per
avermi dato l’opportunità di prendere “possesso” del suo blog per un’intera settimana (ho fatto danni, Sara?) e ringrazio anche te, caro lettore, che
hai voluto dedicare un po’ del tuo tempo ai miei articoli.
Ci vediamo presto in giro per il web. Se vuoi mi trovi qui.
Luca Sempre
Blog: secondosempre.com
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Figurine (sito dedicato al racconto): http://figurine-racconto.weebly.com
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