Questo è il sito web di Sara Durantini. Libri editi oltre a racconti, brevi saggi e articoli pubblicati, nel tempo, su riviste, periodici e blog. Gli ambiti di interesse: autobiografia femminile, letteratura al femminile. Tra le autrici che hanno suscitato maggiormente il suo interesse: Colette, Marguerite Duras, Annie Ernaux, Anaïs Nin, Nathalie Léger, Sylvia Plath, Simone de Beauvoir, Virginia Woolf, Anne Sexton, Chandra Livia Candiani, Alice Munro.
martedì 2 dicembre 2014
venerdì 28 novembre 2014
Qual è l’innovazione nel giornalismo odierno?
Innovazione significa investimento ovvero credere nella professionalità, essere consapevoli della non centralità dei giornali e del fatto che il lettore d’oggi è anche produttore di informazioni, innovare significa anche sperimentare, innovare significa offrire servizi oltre ai contenuti e capire che il ruolo del giornalista, come afferma Jeff Jarvis, “è quello di dare una mano alle comunità a organizzare le loro conoscenze e quindi se stesse”. Se si capisce questo “allora è chiaro che siamo nel business dei servizi e che dobbiamo attingere a vari strumenti, contenuti inclusi, e porre valore nelle relazioni che costruiamo con i membri della comunità e che potranno assumere molte forme. E quindi siamo nel business delle relazioni. Cominciamo perciò a catalogare le forme che queste relazioni possono assumere nei confronti delle persone a cui ci rivolgiamo, dell’ecosistema in cui si opera e dei nostri soci in affari” .
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venerdì 21 novembre 2014
La velocità del lettore cambia il Giornalismo Digitale (oppure è il contrario?)
Se fino a qualche anno fa mi ritrovavo a discutere, con chi ne sapeva di più, di racconti brevi e brevissimi di Cechov, oggi mi ritrovo a discutere di una stessa letteratura che sembra, talvolta, fare a pugni con le esigenze di un lettore sempre più “veloce”. Dove per velocità intendo l’attitudine a balzare da un concetto all’altro, da un link all’altro, da un video a un’infografica, da un tweet a uno status su facebook.
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https://medium.com/@SaraDurantini/giornalismo-digitale-siamo-tutti-lettori-veloci-a3a92d07699e
mercoledì 19 novembre 2014
Giornalismo Digitale: lo stato di salute dell'informazione online in Italia
Leggendole ho ripensato ad alcuni articoli, molti dei quali scritti da giornalisti ed esperti del settore statunitensi, che approfondiscono proprio questi aspetti con grande semplicità. Le citazioni che riporterò, correlate tra loro, sono la dimostrazione di quanto asserito dallo stesso Santoro in apertura dell’articolo apparso su @DataMediaHub in seguito al suo intervento: “Capita che torni da una tre giorni sulle evoluzioni del giornalismo digitale in cui si dileggia, su quanto avanzato sia lo stato dell’informazione online nel nostro Paese, per avere la conferma che in realtà la situazione è di un’arretratezza sbalorditiva”.
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martedì 18 novembre 2014
Social Media e Strutture Museali
Tempo fa sono stata invitata dal Caos di Terni a parlare dell’utilizzo dei Social Media per le strutture museali. Dopo vari spostamenti di giorni e date, l’incontro è avvenuto ieri.
Chi mi conosce sa che sono, da sempre, vicina (umanamente e professionalmente) ai musei. Per questo l’argomento in questione mi stuzzicava parecchio. Le slide che ho preparato non hanno la presunzione di esaurire un discorso tanto complesso, soprattutto in un Paese, come il nostro, dove il retaggio culturale cui si tenta di restare fedeli può far sorgere fraintendimenti e discostare da quelle che sono le reali potenzialità dei media sociali.
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lunedì 1 settembre 2014
Il Posto di Annie Ernaux: la Storia di un uomo come tanti
Il posto è stato da poco tradotto da una piccola casa editrice romana. Ne avevo parlato qui
Intanto, Annie Ernaux sarà a Mantova al Festival della Letteratura e poi a Roma presso Villa Medici e a Firenze al Caffè Letterario delle Murate.
E visto che non potrò essere presente a nessuno dei suoi appuntamenti, mi farà compagnia la sua parola scritta.
domenica 4 maggio 2014
Il posto di Annie Ernaux: la scrittura tra letteratura, sociologia e storia
Dopo anni di assenza, ritrovo un nuovo libro di Annie Ernaux tradotto in italiano per mano di una piccola e neonata casa editrice romana, L'orma editore.
Una mia riflessione su quest'opera commovente, che sembra rifarsi all'autobiografismo ma in realtà racconta qualcosa che riguarda tutti noi a partire dalla storia di suo padre. Per saperne di più su questa scrittrice che seguo da anni, potete andare qui o cercare nel tab della ricerca.
Tra le pagine de Il posto, Annie Ernaux si muove su un filo sottile e straordinariamente preciso, a metà tra la narrativa letteraria, l'indagine sociologica e la cronaca storica. È una scrittura che pulsa di tensione, dove ogni frase sembra portare il peso di un'eredità culturale e familiare, mentre al tempo stesso sussurra una malinconica intimità. Ernaux non si limita a raccontare: disseziona, analizza e riflette, trasformando i frammenti della sua vita in un quadro universale della società francese del XX secolo.
Il cuore pulsante del libro è il rapporto con il padre, un uomo che appartiene a una classe sociale che Annie, attraverso il suo percorso di emancipazione culturale e intellettuale, sembra inevitabilmente superare. È un divario che non si colma mai del tutto, e la scrittura di Ernaux si carica di questo scarto doloroso, di questa distanza che non è solo geografica o temporale, ma anche linguistica. La lingua diventa, infatti, uno dei temi centrali: quella del padre, fatta di frasi brevi, pragmatiche e di silenzi pieni di significato, si contrappone al registro più analitico e letterario che Annie acquisisce attraverso la scuola e la scrittura. È una frattura che Ernaux non tenta di sanare, ma che al contrario esplora con una lucidità che disarma.
Ernaux si colloca a metà tra il testimone e l'antropologa della propria esistenza. Ogni dettaglio del quotidiano — il caffè del villaggio, la bottega di alimentari gestita dai genitori, le fotografie scolorite — viene trattato con una precisione quasi documentaristica, come se quei particolari apparentemente insignificanti fossero in realtà pezzi di un puzzle più grande: quello di una Francia che cambia, che si modernizza, che lascia indietro intere generazioni di lavoratori e contadini. Eppure, Ernaux non indulge mai in sentimentalismi. La sua è una scrittura essenziale, spogliata di orpelli, che riesce però a evocare un mondo intero con poche, calibrate pennellate. Quando descrive il padre, lo fa con una semplicità chirurgica. Non c’è nostalgia, solo la volontà di fissare su carta ciò che è stato.
Ma Il posto non è solo un memoir; è anche una testimonianza storica. Attraverso il racconto del padre e della sua vita, Ernaux tratteggia un affresco della classe operaia e piccolo-borghese del dopoguerra, con tutte le sue contraddizioni, i suoi sogni infranti e le sue fatiche quotidiane. In questo senso, la sua scrittura si intreccia con la sociologia, perché non si limita a raccontare un destino individuale, ma lo inscrive all’interno di una struttura sociale più ampia. La scalata sociale della stessa Ernaux — dalla figlia di un piccolo commerciante a una scrittrice affermata — diventa così il simbolo di un cambiamento collettivo, ma anche di una perdita: quella delle radici, della lingua e di un senso di appartenenza che, una volta abbandonato, non può più essere recuperato.
E poi c’è il tempo, un altro dei grandi temi che attraversano Il posto. Il tempo che scava solchi nei volti e nei ricordi, che trasforma i gesti quotidiani in reliquie, che porta con sé il peso della morte. La scrittura di Ernaux diventa quasi una lotta contro l’oblio, un tentativo di salvare, almeno sulla pagina, ciò che è destinato a scomparire. Eppure, anche qui, Ernaux non si lascia andare al lirismo o alla commemorazione: la sua è una memoria critica, lucida, che non idealizza ma cerca di comprendere.
Più leggo questa scrittrici francese e più mi è chiara la sua grandezza che sta proprio nella capacità di intrecciare i fili della narrazione in modo così naturale e fluido da far sembrare che appartengano sempre e comunque allo stesso tessuto.
È una lettura che non lascia scampo, perché ci ricorda che, in fondo, la nostra identità è sempre il risultato di una lotta: tra ciò che siamo stati, ciò che siamo diventati e ciò che abbiamo lasciato indietro.
mercoledì 16 aprile 2014
lunedì 14 aprile 2014
Dalton Ghetti Sculpture
giovedì 10 aprile 2014
venerdì 4 aprile 2014
giovedì 3 aprile 2014
Fantasia di Bruno Munari: un museo portatile su Twitter
Ecco alcune immagini rappresentative di questa iniziativa:
sabato 8 marzo 2014
Workshop: Scrivere per il web
Immagine realizzata dai professionisti di Suite Coworking |
domenica 9 febbraio 2014
sabato 1 febbraio 2014
Indagine sulla Follia - Fotografare il manicomio
domenica 26 gennaio 2014
martedì 21 gennaio 2014
Le illustrazioni di Amelia Soler Escrivà
"El meu cel" Photography, ink and chalk on paper - 21x29cm |
giovedì 16 gennaio 2014
Creativo sì, #coglioneNO
lunedì 13 gennaio 2014
Leoncavallo: la street art al centro della tavola rotonda "Associazione per dipingere"
Le Grand Jeu, dopo il progetto La Tour Paris 13, inno alla street art e a questo modo di vivere e creare l'arte, ha deciso di partecipare alla tavola rotonda "Associazione per dipingere", organizzata da Leoncavallo, che ha visto riuniti attorno a uno stesso tavolo rappresentanti del Comune, avvocati, writers e street artists.
La linea dura seguita a Milano da circa quindici anni (prima dalla giunta Moratti e oggi, anche se con dei distinguo, dalla giunta Pisapia) è simile in molti punti a quella già messe in atto in altre città europee con risultati spesso insoddisfacenti. Il numero di atti di vandalismo è infatti in costante ascesa, nonostante le somme ingenti spese dal Comune per finanziare campagne antigraffiti.
Nei prossimi mesi, la giunta Pisapia rischia di affrontare una situazione critica. Polizia e magistratura stanno infatti istruendo nuove indagini e processi per danneggiamento (art. 635 c.p.), deturpamento (art. 639 c.p.) e associazione per delinquere (art. 416 c.p.), contro dei writers e degli street artists che chiedono alle istituzioni e attendono inutilmente da anni valide alternative agli interventi illegali.
Un dibattito destinato a lasciare il segno e che non si può dirsi chiuso con la tavola rotonda.
Sono intervenuti:
- 2501: street artist.
- Domenico Melillo: avvocato.
- Mirko Mazzali: consigliere del Comune di Milano, presidente commissione sicurezza e coesione sociale.
- Mr. Wany: writer e street artist.
- Soviet: writer, VolksWriters.
Moderatore:
Christian Omodeo: fondatore dell’associazione Le Grand Jeu
giovedì 9 gennaio 2014
Tre parole per il 2014
Fonte: Hub09 |
Vi ricordate le tre parole per il 2013, la rubrica inaugurata lo scorso anno da Daniele Imperi? Ebbene quest'anno si parte con le tre parole per il 2014.