venerdì 25 settembre 2015

Dorothy Circus Gallery. Apre la stagione 2015-2016





Da Erik Jones a Paolo Pedroni, Dalla mitologia pop surrealista di Ron English alla pittura evocativa di Afarin Sajedi: il programma espositivo 2015-2016 della Dorothy Circus Gallery è intenso e sfaccettato. E c'è di più. Nella prima parte del 2016 verrà presentato anche Spray For Your Rights, il progetto di arte contemporanea applicato non solo alla riqualificazione urbana, ma volto ad una sensibilizzazione riguardo alle emergenze ambientali, sociali e culturali di della città stessa, con particolare attenzione alla città di Roma. Questa è la ricca proposta di Alexandra Mazzanti.

Bookshop Dorothy Circus Gallery

Gallery Sculptures

Dopo la pausa estiva riapre la Dorothy Circus Gallery con una ricca proposta in fatto esposizioni e progetti culturali legati alla città di Roma. Vi abbiamo già parlato dell'imminente mostra di Erik Jones. Tra gli artisti che a breve esporranno nella galleria romana abbiamo anche Paolo Pedroni. Avremo modo, quindi, di osservare l’immaginario dell'esponente del pop surrealismo italiano, un immaginario contraddittorio tra il fiabesco e l'inquietante. Come lui stesso affermò tempo in questa intervista, questi due mondi "erano completamente separati; due mondi che hanno sempre fatto parte del mio immaginario ma che non sapevo come fondere in un'unica cosa".

Paolo Pedroni

Con Ron English il viaggio nel mondo delle fiabe continuerà ma cambierà di prospettiva. Qui il fantastico assume connotati talvolta grotteschi e satirici. E' nello stesso periodo che continua, proprio con Ron English, Spray For Your Rights. 

La Dorothy Circus Gallery parte dalla riqualificazione territoriale (ma anche sociale e culturale) della città di Roma per andare, poi, a creare un tour di eventi di risonanza internazionale che possa trovare un punto di unione tra la pittura di strada e una rivoluzione sostenibile. Roma è il palcoscenico ideale per questo progetto, complice il patrimonio storico che rappresenta a livello mondiale e la forza attrattiva e culturale che ne determina la forza. 

Dopo Eduardo Kobra, Roa, Tara McPherson e ZED1, il progetto continua con Ron English e Hyuro.

Tara McPherson
La stagione espositiva proseguirà con la pittura di Afarin Sajedi e Hyuro. Evocazioni letterarie per l'artista iraniana Sajedi e composizioni oniriche per Hyuro. Quest'ultima artista presenterà per la prima volta in Italia le sue opere e parteciperà al quinto step di riqualificazione territoriale della città di Roma facente parte del progetto Spray For Your Rights.

Afarin Sajedi


Una stagione da gustare senza lasciarsi scappare un solo evento.



Dorothy Circus Gallery. Upcoming 2015-2016
Via dei Pettinari, 76 00186 Roma 

Gallery Director: Alexandra Mazzanti

lunedì 21 settembre 2015

Incontri di Roberto Bossaglia. Le opere dei writers in mostra alla MAC di Roma



Incontri, di Roberto Bossaglia, è il documentario fotografico sull'arte urbana e sul ruolo dei writers come ricerca del vissuto cittadino, che sarà inaugurato il primo ottobre presso la galleria MAC Maja Arte Contemporanea di Roma. Un'esplorazione dello spazio urbano che risente delle influenze culturali matematico-scientifiche dell'autore fino a toccare l'idea wittgensteiniana di definizione dell'immagine elaborata attraverso un metodo di lavoro che fa sua l'impostazione baudelairiana e benjaminiana del flâneur (F. Faeta).

Incontri è un progetto che consta di quindici immagini a colori, selezionate per la mostra, nelle quali Roma e Parigi rappresentano lo scenario della ricerca sulla dimensione urbana e metropolitana, che il fotografo conduce ormai da anni.

Come scrive Francesco Faeta, curatore del testo critico, "Bossaglia possiede una formazione matematica e scientifica, ha un approccio che definirei strutturalista alla realtà che rappresenta, che gli consente di fare i conti con il carattere sintetico e analitico della fotografia, proviene da un contesto professionale rigorosamente impegnativo, qual è quello della fotografia di architettura".

Scavando nell'impianto metodologico del lavoro di Bossaglia, Faeta ritrova l'essenza baudelairiana, da un lato, e benjaminiana, dall'altro, del flâneur come "attitudine a comprendere la realtà urbana e lo spazio cittadino, attraverso l'incontro, attraverso un'interna disposizione al vagabondaggio, alla contemplazione distaccata (e ciò che grandemente meraviglia è la capacità di tenere assieme le due posture, fondendole in una prassi originale e spiazzante)". 

E qui si staglia l'elemento di novità, l'originalità e la peculiarità delle sue fotografie: il dettaglio, che ben si inserisce nonostante fotografie a campo lungo, di figure umane che sembrano, apparentemente, perdersi nell'ampio spazio urbano ma che in realtà vivono incastrate in una "dimensione solitaria della metropoli" che Bossaglia ha raccontato con grande lirismo e che ricorda la solitudine narrata da Pessoa tra otto e novecento.


Incontri di Roberto Bossaglia
MAC Maja Arte Contemporanea
dal 1 ottobre al 7 novembre 2015
a cura di Daina Maja Titonel
via di Monserrato, 30 - 00186 Roma

domenica 20 settembre 2015

Street Art, Graffiti e Motion Design: l'arte di Sofles



Sofles (Russel Fenn) street artist australiano, divenuto famoso per il realismo dei suoi volti femminili e il suo essere poliedrico, ha raggiunto la fama internazionale a partire dal 2009 quando ha iniziato a collaborare con artisti del calibro di Anthony Lister, Ben Frost e Revok, e brand tra cui Red Bull e Adidas. Nel 2013 la filmmaker Selina Miles girò un video dove il giovane writers esprimeva la sua arte in un capannone abbandonato insieme ad altri tre artisti: Fintan Magee, Treas e Quench.

L'immaginazione di Sofles è ampia nella colorimetria e nei materiali utilizzati. Una delle caratteristiche che maggiormente affascinano di questo artista è la  sua capacità di creare profondità oltre ad un forte impatto realistico. Un realismo chirurgico ma espressivo che lo ha reso uno degli artisti contemporanei australiani più seguiti degli ultimi tempi.

Durante la notte bianca di Melbourne, a febbraio di quest'anno, Sofles ha realizzato la sua più grande opera: un murale che rappresenta l'intrinseco legame tra graffitti, street art e motion design.


Ginevra. Musée d'art et d'histoire: #EmptyMAH

Una foto pubblicata da elö_ (@ejota_seventyeight) in data:

Qualche giorno fa vi parlavo di #Empty, il movimento nato su Instagram per mano di Dave Krugman diffusosi in Europa e successivamente in Italia. Questa settimana il progetto ha visto protagonisti alcuni instagramers italiani, tra cui Antonio Ficai e Nicola Carmignani, con la collaborazione di un gruppo di instagramers svizzeri che hanno raccontato il Musée d'art et d'histoire di Ginevra con hashtag #emptyMAH.

Il classicismo del museo si integra con la ricerca morfologica dell'oggetto da parte degli instagramers, ricerca che è sostenuta da un impianto narrativo forte tendente ad una comunicazione visiva che possiamo collocare nella grande macro-area della mobile photography.

La gallery sottostante è un assaggio di quanto potete trovare su Instagram seguendo l'hashtag #emptyMAH.

Una foto pubblicata da tiziana (@tizzia) in data:

Una foto pubblicata da Bobby Anwar (@bobbyanwar) in data:


L'immaginabile di Italo Calvino

Tutto l’immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio, una paura. 
I. Calvino

Italo Calvino: illustrazione di David Levine

venerdì 18 settembre 2015

#Empty: la condivisione culturale attraverso Instagram


Chi si occupa di educazione e didattica museale avrà sicuramente sentito parlare di #Empty. Per chi fosse ancora digiuno dall'argomento, si tratta di un movimento nato su Instagram dall'idea Dave Krugman, giovane fotografo di Brooklyn, che in una calda mattina di primavera del 2014 ha fotografato (e poi postato su Instagram) il Metropolitan Museum of Art prima dell'orario di apertura con il sostegno di alcuni amici.


Oggi Instagram, di proprietà Facebook, è un ottimo canale di marketing non solo per aziende del calibro di Nike e Starbucks ma anche per istituzioni e associazioni culturali e biblioteche. Quella di Krugman fu un'idea che trovò ampio accoglimento tra questi enti ma anche tra il pubblico poiché offriva la possibilità di vedere l'arte da un'angolazione differente.

Musei e biblioteche di New York videro di buon occhio e da subito capirono l'importanza dell'idea di Krugman e il suo ruolo anche attraverso la sua folta rete di contatti (profilati) tra i suoi follower. Ed è così che la biblioteca pubblica di New York, il Metropolitan Museum e Sea, Air & Space Museum, per citare alcuni nomi, chiamarono Krugman per costruire la loro presenza su Instagram e attrarre un bacino di utenti che altrimenti non sarebbero riusciti a coinvolgere.

#EmptyMET è l'hashtag utilizzato dal Metropolitan Museum per la loro iniziativa attraverso Krugman. Ma ricordiamo anche un secondo evento con hashtag #emptyROH, organizzato dall’instagramer londinese Dolly Brown alla Royal Opera House di Londra. Lo stesso instagramer tenne anche l'evento alla Tate Modern con hashtag #emptyTATE.

In Italia quest'anno la Reggia di Venaria Reale è stata protagonista del primo evento a marchio #empty con l’hashtag #emptyReggia. Recentemente anche la Fondazione Prada ha inaugurato la strada degli eventi a marchio empty. Con #emptyfondazioneprada, la fondazione ha coinvolto un gruppo di instagramers per "raccontare" l'arte con il solo utilizzo dello smartphone.


Creatività e social media al servizio della cultura.

domenica 13 settembre 2015

Diario della domenica

Una vita senza ricerca non merita di essere vissuta. 


Immagine di Antonello Silverini

venerdì 11 settembre 2015

Mary Doodles: Artist, YouTuber & Entertainer.


Questa è l'arte di Mary Doodles: Artist, YouTuber & Entertainer.

Poi ve ne parlo, prima però voglio gustarmi con mio figlio gran parte dei suoi video ;)

Buona visione anche a voi. Ne vale la pena!

giovedì 10 settembre 2015

Erik Jones: prima personale in Europa alla Dorothy Circus Gallery





The illusory serenade of the imagination playing before your eyes is the work of Erik Jones. The portraits are dazzling celebrations exhibited with elegant bouquets of color dressing the figures within. The body of work can be defined as something like a dream you don’t want to lose upon waking.
Così viene definita l'arte di Erik Jones, giovane artista e illustratore statunitense, laureatosi nel 2007 il Ringling College of Art and Design, che ha raggiunto la fama a Brooklyn e New York  a partire dal 2009 esponendo in moltissime conventions di arte e pop-culture e collaborando con la Thinkspace Gallery.

I soggetti femminili al centro delle opere di Erik Jones esprimono quello che lo stesso artista definisce "conceptual fashion design" dove il realismo si mescola a una visione del tutto futuristica della forma dei corpi (e dei volti) e della loro bellezza. Dietro ogni opera ci sono diversi processi e diversi materiali che si sovrappongono e che contribuiscono alla realizzazione delle sue opere.
My whole process starts with a photo shoot or a collection of various photos to get inspired from. I’ll spend about a day or 2 editing, finding positions, faces, hands, etc. that I’ll end up frankensteining together to create the perfect reference. Once I have a figure reference, I start the sketching/conceptual process. Which starts with a loose thumbnail on paper then refined digitally. I’ll build shapes on top of the figure, methodically picking and choosing forms with color. I build on top of the figure as if they were wearing these shapes. I’ll also create patters with the shapes to move your eye around in a structured way. Despite all the clutter and chaos in these newer works, there is something soothing and comfortable in each piece, at least I feel there is. I believe it’s the patterns that you’re subconsciously finding that keep it from being completely chaotic and overwhelming to look at.
Tra gli artisti che hanno influenzato il suo stile ricordiamo i pittori pinup George Petty, Alberto Vargas, Gil Elvgren, ed altri illustratori degli anni ’60 che si sono maggiormente concentrati sulla figura femminile, come ad esempio Coby Whitmore e Robert McGinnis.





Dal 24 Ottobre al 1 Dicembre 2015 sarà possibile ammirare le sue opere e il suo stile presso la Dorothy Circus Gallery di Roma. La presenza di questo artista presso la famosa galleria romana rappresenta una tappa importante in quanto è la prima personale in Europa di Erik Jones.




Erik Jones
Dorothy Circus Gallery
Dal 24 Ottobre al 1 Dicembre 2015
Via dei Pettinari, 76 00186 Roma 

Gallery Director: Alexandra Mazzanti



martedì 8 settembre 2015

Street Art Roma: viaggio nella riqualificazione territoriale e sociale della Città Eterna



Graffitismo e Street art si stanno scatenando, da qualche anno, nelle strade di Roma. Se il Time e The New York Times hanno accolto la notizia parlando, positivamente, di Ostiense District e Rome’s Graffiti Boom, la risposta italiana non è sempre stata entusiasta verso quello che si potrebbe definire il più grande fenomeno di riqualificazione urbana della Città Eterna.

“Street art is almost closer to classical art than contemporary art (...). It’s colorful. It’s representative. Contemporary art, from Duchamp on, is more conceptual Unlike street art in the United States or Britain, the focus is less on the message and more on the image“. Sono le parole di Omino71 nell'articolo uscito sul Time per mano di Stephan Faris.

Ma vediamo di fare un passo indietro e capire che cosa ha smosso gli animi e chi ha fatto scendere in piazza gli artisti.

A dirigere le danze vediamo, in prima linea, un progetto curatoriale e un'agenzia creativa. Si tratta, rispettivamente, di 999 e NUfactory.
999 nasce dall'esperienza e dalla passione di Stefano Antonelli e Francesca Mezzano con lo scopo di promuovere l'arte urbana contemporanea. Il progetto si articola in Avanguardie Urbane, lo spazio espositivo (999contemporary) e il Centro Studi sulle Arti Urbane Contemporanee. Avanguardie urbane ha come fulcro e oggetto di sperimentazione la città di Roma. Da Ostiense a Tor Marancia, molti sono stati gli edifici rinati grazie all'arte figurativa degli street artist chiamati a dare nuova vita a zone della città altrimenti lasciate al degrado o all'incuria.

Ostiense, che dal 2006 ad oggi ha cambiato volto grazie alla commistione tra atmosfera tradizional-popolare degli storici abitanti e radical chic dei nuovi residenti, si accinge a diventare (e per certi aspetti già lo è) il quartiere per eccellenza della street art romana.





Tor Marancia è un quartiere lontano dal percorso turistico e per questo abbandonato dalle istituzioni e destinato a diventare uno dei tanti quartieri dormitorio della capitale. Grazie al progetto, curato da 999, Big City Life, Tor Marancia sta tornando a splendere. I murales, fino ad oggi realizzati, sono la testimonianza di una riqualificazione territoriale ma soprattutto sociale.






NUfactory cura, fra i tanti progetti legati all'urban art, Outdoor Urban Art festival. Dal 2010 Outdoor è intervenuta in molti quartieri della capitale come Garbatella, San Paolo e la stessa Ostiense. L'agenzia ha inoltre curato il progetto Street Art Rome, con lo scopo di digitalizzare le opere di Street Art attraverso la catalogazione di immagini, seguite da approfondimenti critici e tematici per far sì che anche la Città Eterna possa essere annoverata tra le capitali europee di arte urbana. L'app Street Art Roma, disponibile su AppStore e Google Play, è stata invece curata dalla rivista Artribune, con il supporto di Toyota e il patrocinio dell'assessorato Cultura e Turismo.