Si conclude oggi l'edizione 2015 Internet Festival tenutosi a Pisa. Conferenze, dibattiti, panel, workshop che hanno avuto il merito di approfondire lo scenario digitale contemporaneo.
Quando si può parlare di innovazione e quali sono i processi che accrescono l'innovazione? E' proprio questa l'epoca delle delle grandi trasformazioni? Qual è il ruolo delle PMI e delle PA in questo contesto? Il digitale può reinventare gli spazi culturali, crearne di nuovi e riabilitare quelli esistenti avvicinando anche le nuove generazioni?
La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Presentazione del prototipo di app
Il digitale al servizio della cultura. Di questo (e di molto altro) si è parlato nel panel tenuto da Miriam Failla sul progetto La vita delle opere.
#IF2015 stiamo per cominciare a raccontare de @vitaopere con @miriam_failla @ChiaraPiva_ e @LaVenariaReale: introduce @antonella_gioli
— Maria Elena Colombo (@melenabig) 8 Ottobre 2015
Come si legge nel sito, "il Progetto La vita delle opere: dalle fonti al digitale. Progetto pilota per la ricerca e la comunicazione nei musei della storia conservativa delle opere d’arte è stato elaborato da Antonella Gioli (Università di Pisa), responsabile e coordinatore scientifico, Maria Beatrice Failla (Università degli Studi di Torino), Chiara Piva (Università Ca’ Foscari di Venezia), ricercatrici e docenti nell’ambito del settore disciplinare L-ART/04 (Museologia, Storia della critica e del restauro) ed è stato finanziato dal MIUR nell’ambito dei Progetti di Ricerca di Rilevante interesse Nazionale (PRIN) per gli anni 2014-2017".Il progetto pone al centro del suo studio due sfide culturali di primaria importanza per i poli museali e per i fruitori di storia dell'arte:
- indagare sulla storia conservativa di un'opera d'arte
Quello che noi vediamo non è l'opera come è stata creata, ma l'esito di una successione di interventi. #gioli per @vitaopere #IF2015
— Maria Elena Colombo (@melenabig) 8 Ottobre 2015
- utilizzare la tecnologia digitale per trasmettere la conoscenza della storia dell'arte e il patrimonio culturale del Paese
L'obiettivo di @vitaopere è raccontare le vicende di un'opera nei musei, attraverso il mezzo digitale, ripensando la mediazione #IF2015
— Maria Elena Colombo (@melenabig) 8 Ottobre 2015
Nell'ambito del discorso dell'utilizzo della tecnologia per raccontare la storia dell'arte, vi è la progettazione e realizzazione dell'app presentata proprio all'Internet Festival.
Pensar digitale è ripensare le informazioni di ricerca per il visitatore del museo #gioli @vitaopere #IF2015
— Maria Elena Colombo (@melenabig) 8 Ottobre 2015
Punto chiave delle #app @vitaopere : l'opera nel suo stato attuale non è mai riprodotta; l'app #if2015 guida lo sguardo @miriam_failla
— Maria Elena Colombo (@melenabig) 8 Ottobre 2015
— Maria Elena Colombo (@melenabig) 8 Ottobre 2015
L'utilizzo dei social media nei musei italiani
A corredo di questo panel vi è un approfondimento, scritto da Maria Elena Colombo a settembre di quest'anno, sulle figure professionali che la cultura digitale ha introdotto anche nei poli museali nonostante il nostro Paese abbia accolto (e stia tuttora accogliendo) con fatica questi mutamenti sociali e professionali direi inevitabili.Alcuni dati sullo scarno utilizzo delle piattaforme di social networking li potete trovare in questa presentazione in occasione di un incontro formativo per operatore museale della cultura e del turismo 3.0.
Non solo. Nell'articolo di Maria Elena Colombo si parla anche di "identificazione di un codice etico e deontologico" come passo avanti nel consolidamento dell' utilizzo degli strumenti che la tecnologia ci mette a portata di click ma anche delle figure professionali chiamare a maneggiare tali strumenti.
Un invito alla lettura per chiarire termini sui quali spesso si dibatte e offrire spunti di riflessione per gettare le basi di un dibattito concreto che dal virtuale riesca a trovare applicazione nel reale.
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