Valentina di Crepax a colori con L'Espresso
Valentina a colori: la raccolta inedita tra bianco, nero e colori in uscita per L'Espresso dal 15 marzo. Conturbante, sognatrice, affascinante, istintiva e terrena: è l'eroina dei fumetti più famosa, Valentina di Guido Crepax.
Laureato in architettura, Guido Crepax si dedica ben presto alla grafica editoriale e pubblicitaria. Nel cuore degli anni sessanta, del boom economico, Crepax intraprende la strada del fumetto e da allora non l'abbandonò più. Il cinema e la fotografia influenzano le sue tavole. Le inquadrature oblique, la metonimia nel fumetto, i particolari che rappresentano la parte per il tutto, i disegni di ampio respiro perfettamente calati nell'atmosfera degli anni '60 e '70, sono le radici dell'eroina del fumetto italiano più famoso.
Laureato in architettura, Guido Crepax si dedica ben presto alla grafica editoriale e pubblicitaria. Nel cuore degli anni sessanta, del boom economico, Crepax intraprende la strada del fumetto e da allora non l'abbandonò più. Il cinema e la fotografia influenzano le sue tavole. Le inquadrature oblique, la metonimia nel fumetto, i particolari che rappresentano la parte per il tutto, i disegni di ampio respiro perfettamente calati nell'atmosfera degli anni '60 e '70, sono le radici dell'eroina del fumetto italiano più famoso.
Bataille affermò che la nudità è uno stato di comunicazione, che rivela la possibile totalità dell'essere, al di là del ripiegamento su se stesso. I vari momenti della storia di Valentina vengono offerti al lettore, all'osservatore e allo spettatore. Crepax ha avuto il merito di scardinare l'assetto fumettistico così come era stato concepito fino agli anni '50. Lo spazio è l'appendice di un momento, il tempo un compagno desiderato, insieme cavalcano l'onda della passione, chiudono gli occhi e abbracciano orizzonti non ancora immaginati. E se la storia, all'inizio, si avvicina ai tanti gialli che alimentavano la filiera editoriale degli anni '50, le immagini acquistano un valore aggiunto. Trasformate in frammenti, attimi di momentanea felicità, tensione, voluttà, le immagini sono epifania di una narrazione in continuo mutamento.
Allo stesso modo, il mutamento investe Valentina. Gli anni correranno veloci sulla sua pelle. Valentina si stupirà ad osservare la caducità del suo corpo sfinito dagli eventi, carne stanca dentro a un corpo spossato. Quando l'occhio inizierà a perdere il guizzo che lo caratterizzava un tempo e lo sguardo si abbasserà sotto palpebre pesanti, allora la sexy protagonista avvertirà un senso di approssimazione, tutto scivolerà via velocemente e avrà la sensazione di essere troppo stanca per correre dietro alle redini di una storia che, forse, non le appartiene più. Valentina, fotografa di moda, è stata lei stessa testimone di un tempo che stava mutando.
Il cinema e la fotografia. Ma non solo. "Nelle tavole dell’artista milanese si mescola insieme arte, cinema, disegno, comics e fotografia. Crepax frequenta all’epoca del suo debutto gli ambienti culturali milanesi, conosce l’optical art, non solo quella di Vasarely, Soto, Gerstner, che alla fine degli anni Cinquanta hanno cambiato il profilo dell’arte europea e mondiale, ma anche l’op art che si fa a Milano, con i fratelli Colombo, Giovanni Anceschi e tanti altri operatori visivi. Legge e cita i libri che artisti e scrittori si passano di mano. Valentina, sempre più erotica e sinuosa di puntata in puntata, li ha con sé; esibisce le coste dei libri mentre si sdraia nuda sul letto o, vestita di slip attillati e giarrettiere, si allunga sul divano" (Marco Belpoliti).
Valentina a colori: la raccolta inedita che uscirà il 15 marzo per L'Espresso sarà l'occasione per riscoprire, sotto una nuova luce, l'eroina del fumetto italiano e di rivedere le tavole di Crepax, la cura del montaggio, le inquadrature cinematografiche, l'analisi precisa e dettagliata della mimica facciale, un vero e proprio studio del linguaggio del corpo, per la prima volta a colori, che ha rivoluzionato l'iconografia fumettistica portandola allo sperimentalismo e all'avanguardismo.
E se anche certe cose ormai fanno parte della mia giovinezza, non ho perso il vizio di mettermi nei guai. Con la sola differenza che ormai ho imparato a controllare le mie evasioni.
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