Universo Futurista
A cura di Jeffrey T. Schnapp e Silvia Evangelisti
Fondazione Massimo e Sonia Cirulli
via Emilia, 275 I 40068 San Lazzaro di Savena - Bologna
21 aprile - 18 novembre 2018
L'edificio di Dino Gavina, alle porte di Bologna, rivive grazie al'operato di Massimo e Sonia Cirulli attraverso la Fondazione Cirulli. L'inaugurazione dell'edificio, il 20 aprile, fa da apripista alla mostra Universo Futurista curata da Jeffrey T. Schnapp e Silvia Evangelisti.
La mostra è focalizzata sul nucleo della collezione dedicato a questo periodo storico (1909 -1939) su cui non cessa di rinnovarsi l’attenzione degli studiosi, attraverso mostre e pubblicazioni, e del pubblico. La selezione di opere dalla collezione della Fondazione Cirulli pone l’accento su tematiche centrali dell’estetica futurista come l’inno alla vitalità creativa, alla giocosità e alla fantasia di un’arte che rallegra il mondo ricreandolo integralmente, riprendendo le parole del Manifesto “Ricostruzione Futurista dell’Universo” redatto nel 1915 da Giacomo Balla e Fortunato Depero.
L’estetica futurista muove i suoi passi da un nuovo modo di concepire la creazione artistica, che
supera i confini delle arti tradizionali e coinvolge la vita quotidiana nella sua totalità per diventare “arte totale”, creando un legame strettissimo tra arte e vita.
Universo Futurista approfondisce questa nuova concezione estetica attraverso l’accurata selezione di dipinti, sculture, oggetti di design, disegni progettuali, fotografie e fotomontaggi, manifesti pubblicitari e documenti autografi di ogni genere realizzati da artisti futuristi dal 1909 fino alla fine degli anni ‘30 del Novecento.
Attraverso una straordinaria varietà di opere della Fondazione Cirulli, il percorso espositivo propone "ambientazioni" dedicate a tematiche care ai futuristi come la velocità, l’energia, il progresso, l’uomo meccanizzato e il design domestico, che si organizzano attorno a cinque unità strutturali principali: la sala della conquista dell'aria, il muro dei manifesti, le “costellazioni“ (8 unità tematiche), le “orbite“ (6 aree monografiche dedicate a figure rilevanti del periodo futurista la cui produzione artistica è ben documentata nella Collezione Cirulli) e gli “spazi“ (2 installazioni costruite intorno agli arredi).
Come spiega lo studioso americano Jeffrey T. Schnapp, co-curatore della mostra, il progetto non segue un’impostazione storico-artistica tradizionale ma propone un percorso esplorativo attraverso l’abbondanza e la molteplicità dei materiali conservati nella collezione della Fondazione, evidenziando raggruppamenti, costellazioni, ritmi diversi di opere e variazioni di misura dal grande al piccolo, dal pieno al vuoto.
In mostra un nucleo di oltre 200 opere realizzate in diversi materiali, forme e misure create da artisti
quali Balla, Boccioni, Bonzagni, Bucci, Casarini, Chiattone, D’Albisola, Depero, Diulgheroff,
Guerrini, Korompay, Licini, Marchi, Marinetti, Masoero, Munari, Prampolini, Russolo, Schawinsky, Sant’Elia, Sironi, Tato, Thayaht.
Universo Futurista include capolavori dalla vicenda collezionistica unica, come il quadro Disgregazione x velocità (1913) di Giacomo Balla. Pubblicata nel volume "Pittura e scultura futuriste" di Umberto Boccioni (1914), l’opera fu esposta negli Stati Uniti nel 1915 in occasione della “Panama Pacific International Exposition”, l'esposizione universale che si svolse a San Francisco per celebrare il completamento del Canale di Panama; una grande manifestazione con oltre 11.000 opere esposte provenienti da Europa e Stati Uniti. Al termine dell’esposizione,
dell’opera di Balla si perse ogni traccia, fino al ritrovamento avvenuto qualche anno fa proprio
negli Stati Uniti.
Anche uno dei dipinti urbani di Osvaldo Licini esposti in mostra ha una storia particolare. Durante le operazioni di restauro del dipinto è stato rinvenuto, piegato all’interno della cornice, il ritaglio di un articolo del quotidiano bolognese “Il Resto del Carlino” che commenta la mostra futurista del 1914, della durata di una notte e un giorno, organizzata nei sotterranei del Grand Hotel Majestic di Bologna (allora Baglioni). Alla mostra presero parte cinque giovanissimi artisti: Giorgio Morandi, Severo Pozzati, Giacomo Vespignani, Mario Bacchelli e Osvaldo Licini che espose, tra le altre, l’opera sopra citata.
Saranno inoltre esposti schizzi e disegni progettuali inediti di Antonio Sant’Elia; il pastello Nike,
Vittoria dell’Aria (1913) di Umberto Boccioni; una raccolta di foto dinamiche di Anton Giulio
Bragaglia (ca 1915); il primo e unico manifesto del film futurista Thays (1917), realizzato da Enrico Prampolini; foto e collage del periodo futurista di Bruno Munari; l’inedito salotto che Tato (Guglielmo Sansoni) ha progettato nel 1930 per Italo Balbo; arazzi di Fortunato Depero ed Enrico Prampolini realizzati negli anni Venti e Trenta.
Aperta al pubblico fino al 18 novembre 2018, la mostra sarà accompagnata da un catalogo
con testi dei curatori e schede di approfondimento a cura di Pierpaolo Antonello, Silvia Evangelisti, Nicola Lucchi, Ara H. Merjian, Marco Sammicheli, Jeffrey T. Schnapp.
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