venerdì 23 novembre 2018

Enzo Sellerio. Quello che si vede

In certi stati di grazia scatta una specie di un telemetro interiore che fa coincidere quello che si vede con quello che si sa.

Enzo Sellerio, 
Quello che si vede, Edizioni Pulcinoelefante, 2003

Palermo, 1984

giovedì 22 novembre 2018

Tondelli, il mestiere di scrivere

Vorrei che un critico non solo facesse il giornalista o il fenomenologo, ma cercasse di capire l’orizzonte da cui nasce un testo, perché nasce in quel modo, quali sono le sue radici. Mi piace quando si scoprono degli aspetti che l’autore magari ha tralasciato o trascurato, sui quali non ha riflettuto. Mi piace quando si accostano film o canzoni ai testi, perché molto spesso molte scene nascono da lì.

Panzeri -Picone, 
Tondelli, il mestiere di scrivere, Bompiani


sabato 17 novembre 2018

Dolcenera, De André: un amore così splendido e vero da potervi ingannare



Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
Amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
Amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala che arriva guarda com'è com'è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei
Guardala come arriva guarda guarda com'è
Guardala che arriva che è lei che è lei

Nera che porta via che porta via la via
Nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
Nera che picchia forte che butta giù le porte

Nu l'è l'aegua ch'à fá baggiá
Imbaggiâ imbaggiâ

Non è l'acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

Nera di malasorte che ammazza e passa oltre
Nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c'è luna luna
Nera di falde amare che passano le bare

Âtru da stramûâ
 nu n'á â nu n'á

Altro da traslocare
Non ne ha non ne ha

Ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
Ché è venuta per me
È arrivata da un'ora
E l'amore ha l'amore come solo argomento
E il tumulto del cielo ha sbagliato momento

Acqua che non si aspetta altro che benedetta
Acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
Acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte

Nu l'è l'aaegua de 'na rammâ
'n calabà 'n calabà

Non è l'acqua di un colpo di pioggia
(ma) un gran casino un gran casino

Ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
Quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell'onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda

Amiala cum'â l'aria amìa cum'â l'è cum'â l'è
Amiala cum'â l'aria amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala come arriva guarda com'è com'è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei

Acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
Acqua per fotografie per cercare I complici da maledire
Acqua che stringe I fianchi tonnara di passanti

Âtru da camallâ
 nu n'à â nu n'à

Altro da mettersi in spalla
Non ne ha non ne ha

Oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
Che si prende per mano
A battaglia finita

Come fa questo amore che dall'ansia di perdersi
Ha avuto in un giorno la certezza di aversi

Acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
Bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
Fredda come un dolore Dolcenera senza cuore

Atru de rebellâ
 nu n'à â nu n'à

Altro da trascinare
Non ne ha non ne ha

E la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
Dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
Nel suo tram scollegato da ogni distanza
Nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza

Così fu quell'amore dal mancato finale
Così splendido e vero da potervi ingannare

Amìala ch'â l'arìa amìa cum'â l'é
Amiala cum'â l'aria ch'â l'è lê ch'â l'è lê
Amiala cum'â l'aria amìa amia cum'â l'è
Amiala ch'â l'arìa amia ch'â l'è lê ch'â l'è lê

Guardala che arriva guarda com'è com'è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei
Guardala come arriva guarda guarda com'è


Fabrizio De Andre' / Ivano Fossati

venerdì 16 novembre 2018

Dio è morto Francesco Guccini e i Nomadi



Ho visto
La gente della mia età andare via
Lungo le strade che non portano mai a niente
Cercare il sogno che conduce alla pazzia
Nella ricerca di qualcosa che non trovano
Nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate
Lungo le strade da pastiglie trasformate
Dentro le nuvole di fumo del mondo fatto di città
Essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà
E un dio che è morto
Ai bordi delle strade, dio è morto
Nelle auto prese a rate, dio è morto
Nei miti dell'estate, dio è morto

Mi han detto
Che questa mia generazione ormai non crede
In ciò che spesso han mascherato con la fede
Nei miti eterni della patria o dell'eroe
Perchè è venuto ormai il momento di negare
Tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura
Una politica che è solo far carriera
Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
L'ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
E un dio che è morto
Nei campi di sterminio, dio è morto
Coi miti della razza, dio è morto
Con gli odi di partito, dio è morto

Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano
A una rivolta senza armi
Perché noi tutti ormai sappiamo
Che se dio muore è per tre giorni e poi risorge
In ciò che noi crediamo, dio è risorto
In ciò che noi vogliamo, dio è risorto
Nel mondo che faremo, dio è risorto



Testo Francesco Guccini. Voce Augusto Daolio, Nomadi. Album Per quando noi non ci saremo. 


giovedì 15 novembre 2018

È più difficile rinunciare all'amore che alla vita, L.F. Céline

È più difficile rinunciare all'amore che alla vita.

 Louis-Ferdinand Céline

Street Artist Luis Gomez de Teran. Street Art, Roma Italy

mercoledì 14 novembre 2018

La parola scritta di Marguerite Yourcenar

La parola scritta mi ha insegnato ad ascoltare la voce umana.

Marguerite Yourcenar


Le innaturali concentrazioni metropolitane secondo Montale

Le innaturali concentrazioni metropolitane non colmano alcun vuoto, anzi lo accentuano. L’uomo che vive in gabbie di cemento, in affollatissime arnie, in asfittiche caserme è un uomo condannato alla solitudine.

Eugenio Montale



Senza mai arrivare in cima, Paolo Cognetti per Einaudi

Ecco il viaggio che desideravo per i miei quarant'anni, adatto a celebrare l'addio a  quell'altro regno perduto che è la giovinezza.


Paolo Cognetti, Senza mai arrivare in cima, Einaudi 


martedì 13 novembre 2018

Le notti difficili, Dino Buzzati

L’uomo è una imprevista anomalia verificatasi nel corso del processo evolutivo della vita, non il risultato a cui l’evoluzione doveva necessariamente portare. È mai concepibile infatti che l’officina della natura mettesse determinatamente in circolazione un animale nello stesso tempo debole, intelligente e mortale, cioè inevitabilmente infelice?
Fu una specie di sbaglio, un caso quasi inverosimile che ragionevolmente non ha motivo di ripetersi in nessuno dei pianeti i quali presentano condizioni ambientali uguali alla terra.

Dino Buzzati, Le notti difficili


venerdì 2 novembre 2018

A quarant'anni dalla sua scomparsa, l'intervista inedita di Enzo Biagi a Pasolini

A quarant'anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini, Bologna, città che gli ha dato i natali, ha organizzato una serie di iniziative per commemorare la tragica scomparsa di uno delle personalità più importanti del panorama intellettuale italiano. Doppiozero, media partner, ha realizzato un contributo che si articoli in interviste, poesie, lettere.

Invitiamo alla lettura della prima parte del percorso strutturato da Doppiozero: trattasi dell’intervista a Pasolini durante la trasmissione di Enzo Biagi, “Terza B, facciamo l’appello”, cui Pasolini partecipava con i compagni di scuola del liceo Galvani di Bologna, alcuni diventati personaggi pubblici da adulti. Programmata per il 27 luglio 1971, "la trasmissione fu cancellata a causa di una delle tante denunce di Pasolini (istigazione alla disobbedienza e propaganda antinazionale) presentata in quanto direttore responsabile di Lotta continua. Ripresa da Biagi su La Stampa nel 1971, è stata ristampata in vari luoghi". 

Per leggere interamente la prima pubblicazione d’interviste proseguite a questo link:
Intervista. Produco poesia, una merce inconsumabile