Circoscritto nello spazio di una narrazione stratificata, Lux il romanzo di Eleonora Marangoni edito da Neri Pozza, tra i dodici candidati al Premio Strega 2019, accompagna il lettore in una storia coinvolgente, che sfuma verso un pacato surrealismo restando, pur sempre, ancorata al dinamismo emotivo dei personaggi.
Le emozioni sono le vere protagoniste di questa storia, la quale si svela e si scopre al lettore con pudore. Dalle emozioni non ci si può sottrarre: lo capisce Thomas Edwards che fluttua e guarda la realtà dall'alto, non affonda nel quotidiano, non fa esperienza di quel che c'è oltre la linea di nebbia. Thomas non si espone e non si oppone alla vita. Si lascia gestire senza intervento alcuno: un modo per tutelarsi, per non sentire il mal di vivere?
Sono i ricordi (reali, immaginati, trasformati) a "presentargli il conto", mostrando cosa c'è oltre il muro che lui stesso ha costruito. Una cospicua eredità sarà l'occasione per Thomas di fare "luce" sul suo passato rischiarando anche il presente. Il viaggio in un'isola del Sud Italia per conoscere l'entità del patrimonio e procedere con l'eventuale vendita dell'eredità è l'occasione per abbandonare la quotidianità fittizia nella quale Thomas Edwards si è crogiolato per troppo tempo.
La tensione narrativa non abbandona il lettore: i racconti fotografici dei personaggi che abitano l'isola, l'albergo e, più in generale, il tempo narrativo di Thomas, si dipanano davanti agli occhi di chi legge. Si nota la maestria e la cura dei dettagli nell'identificazione e caratterizzazione di ogni personaggio. La scrittura è lieve e attenta, calibrata nel dosare i sentimenti. La Marangoni stabilisce una connessione profonda tra il mondo interiore di Thomas e degli altri personaggi e il mondo esteriore, la realtà e il quotidiano che li circonda. In un gioco di riflessi e proiezioni, Lux ha il potere di rendere visibile anche ciò che temiamo profondamente.
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