sabato 25 maggio 2019

Lux di Eleonora Marangoni edito da Neri Pozza tra i dodici candidati al Premio Strega

Circoscritto nello spazio di una narrazione stratificata, Lux il romanzo di Eleonora Marangoni edito da Neri Pozza, tra i dodici candidati al Premio Strega 2019, accompagna il lettore in una storia coinvolgente, che sfuma verso un pacato surrealismo restando, pur sempre, ancorata al dinamismo emotivo dei personaggi.
Le emozioni sono le vere protagoniste di questa storia, la quale si svela e si scopre al lettore con pudore. Dalle emozioni non ci si può sottrarre: lo capisce Thomas Edwards che fluttua e guarda la realtà dall'alto, non affonda nel quotidiano, non fa esperienza di quel che c'è oltre la linea di nebbia. Thomas non si espone e non si oppone alla vita. Si lascia gestire senza intervento alcuno: un modo per tutelarsi, per non sentire il mal di vivere?
Sono i ricordi (reali, immaginati, trasformati) a "presentargli il conto", mostrando cosa c'è oltre il muro che lui stesso ha costruito. Una cospicua eredità sarà l'occasione per Thomas di fare "luce" sul suo passato rischiarando anche il presente. Il viaggio in un'isola del Sud Italia per conoscere l'entità del patrimonio e procedere con l'eventuale vendita dell'eredità è l'occasione per abbandonare la quotidianità fittizia nella quale Thomas Edwards si è crogiolato per troppo tempo.
La tensione narrativa non abbandona il lettore: i racconti fotografici dei personaggi che abitano l'isola, l'albergo e, più in generale, il tempo narrativo di Thomas, si dipanano davanti agli occhi di chi legge. Si nota la maestria e la cura dei dettagli nell'identificazione e caratterizzazione di ogni personaggio. La scrittura è lieve e attenta, calibrata nel dosare i sentimenti. La Marangoni stabilisce una connessione profonda tra il mondo interiore di Thomas e degli altri personaggi e il mondo esteriore, la realtà e il quotidiano che li circonda. In un gioco di riflessi e proiezioni, Lux ha il potere di rendere visibile anche ciò che temiamo profondamente.

Leggi la scheda libro sul sito Neri Pozza


BookTrailer Lux di Eleonora Marangoni

domenica 19 maggio 2019

Le parole sono importanti di Marco Balzano (Einaudi)

Dopo Resto qui, Marco Balzano con Le parole sono importanti (Einaudi, 2019) ci regala un emozionante viaggio etimologico e "storico" tra alcune delle parole italiane più care all'autore e, al tempo stesso, universali.
Ragionare sull'etimo di una parola, ricercarne la radice, indagare la sua storia ci permette di acquisire maggiore consapevolezza sull'uso della stessa e, più in generale, sull'uso della lingua in un tempo storico e sociale che preme per la sintesi, la semplificazione e l'appiattimento (linguistico e di concetto). 
Cosa accade quando nostro figlio ci chiede il significato di una parola? La domanda ci pone di fronte a un interrogativo maggiore che non si riassume, semplicemente, nel dare una definizione chiara e lineare ma anche (e soprattutto) nello sforzo di concentrazione che sottostà a quella che Balzano interpreta come "richiesta di ascolto e di cura" che, secondo l'autore, "ci spinge a una maggiore etica della lingua. Immergersi nella storia delle parole, infatti, permette non solo di salvaguardarne la profondità, ma anche di individuare gli usi impropri, le omissioni, le mistificazioni di cui, senza accorgerci, siamo spesso vittime".
Un monito di W.Benjamin in chiusura dell'introduzione ricorda, in maniera inequivocabile, l'importanza delle parole: "ogni degradazione individuale e nazionale si manifesta subito con una degradazione rigorosamente proporzionata al linguaggio" (Sulla lingua in generale e sulla lingua dell’uomo, Einaudi, Torino 2008).

Einaudi Editore: scheda libro

Le parole sono importanti su Twitter 






sabato 18 maggio 2019

Joseph Eid, Ritorno a Palmira ~ Il collezionista di Aleppo

Joseph Eid, Ritorno a #Palmira ~ Il #collezionista di #Aleppo
Aleppo - Ci sono alcune cose che bombe e combattimenti non possono uccidere. Come Mohammed Anis e la sua determinazione a vivere e ricominciare tra le rovine che oggi sono la sua città natale, Aleppo. Anche se la sua casa è letteralmente una pila di detriti. Anche se gran parte di ciò che aveva apprezzato - dalla sua amata collezione di auto americane d'epoca alla sua fidata pipa - è oggi distrutto, mutilato, rotto. Anche se l'unica cosa intorno a lui che funziona ancora è un vecchio grammofono che manovra a mano.

Nella parte orientale di Aleppo, detenuta dai ribelli, prima che cadesse nelle forze governative alla fine di dicembre, tra i selvaggi combattimenti e le carenze accompagnatorie, Anis si è rifiutato di lasciare la sua casa e la sua collezione di auto d'epoca che mostrava ogni volta che vi era l'occasione. La storia che il mio collega, Karam al-Masri, raccontò di lui divenne una delle più stimolanti per uscire dalla parte orientale assediata della seconda città siriana.

Così, quando una squadra AFP è tornata in città di recente, abbiamo deciso di scoprire cosa gli è successo. Non era difficile da trovare. I residenti rimasti nel suo quartiere di al-Shaar, ci hanno prontamente indirizzato all'uomo conosciuto lì intorno come il "lupo bianco" a causa della sua chioma d'argento. Abbiamo semplicemente chiesto loro se sapessero dove trovare l'uomo che ha collezionato vecchie auto americane. Karam lo chiamò Abu Omar nel suo rapporto, ma sapevamo che era uno pseudonimo, usato per ragioni di sicurezza.

Guidando prima in macchina e poi proseguendo a piedi a causa delle rovine che sporcano le strade, alla fine arrivammo a una porta di metallo verde. Abbiamo bussato. "Tu sei il francese," disse dopo aver aperto la porta e dato un'occhiata a noi.

Abbiamo scoperto che ha lasciato Aleppo solo due mesi prima che la parte orientale cadesse sotto le forze governative. Mentre parlavamo, continuava a ripetere che nulla poteva distruggere la sua volontà di vivere. Stava per ripristinare le sue auto "ferite", alcune distrutte, altre danneggiate. Ha una volontà di ferro, quest'uomo. È difficile da credere quando vedi la situazione intorno a lui. 

Questo testo è la traduzione dell'articolo edito da AFP. Per continuare la lettura in lingua originale prosegui sul sito: https://correspondent.afp.com/music-over-ruins-aleppo

sabato 4 maggio 2019

Un amore esemplare di Daniel Pennac con disegni di Florence Cestac

Una graphic novel romantica, una ballata senza tempo che incornicia quarant'anni di sentimenti, emozioni e accadimento tra due personaggi eclettici e bizzarri che fanno dell'amore la loro ragione di vita. Si tratta di Un amore esemplare scritto da Daniel Pennac e disegnato da Florence Cestac, edito da Feltrinelli Comics a gennaio del 2018. 



Difficile parlare di questo libro poiché è difficile misurarsi con una storia d'amore sconfinata come quella tra Jean e Germaine. Sono loro i protagonisti che catturano l'attenzione di Pennac bambino quando, nelle caldi estati francesi, trascorreva le vacanze dalla nonna, in un piccolo borgo della Costa Azzurra, La Colle-Sur-Loup.
Tra un gioco e l'altro in compagnia del fratello Bernard e degli amici italiani, il piccolo Pennac scopre una curiosa coppia di sessantenni starsene spesso in disparte all'ombra di alberi secolari.
Poco avvezzi alla vita della comunità, Jean e Germaine sbeffeggiavano le dicerie che venivano raccontate sul loro conto. Tuttavia proprio questi brandelli di verità hanno incuriosito Pennac che, attraverso svariati stratagemmi, si insinua nella casa della coppia con l'obiettivo di scoprire tutto della loro vita.
Daniel Pennac, anno dopo anno, diventa l'inconsapevole depositario di una storia d'amore senza tempo. E' lui la memoria storica, "il testimone di quell'amore meravigliosamente improduttivo e straordinariamente fantasioso. Un amore esemplare, letteralmente!". 
Parlare di un amore come questo comporta delle responsabilità. Si ha paura di sporcarlo, contaminarlo con eccessi di aggettivi, con frasi e parole che hanno poco a che vedere con la vera storia di Jean e Germaine.
Pennac con maestria e saggezza, con la giusta dose di ironia e inventiva affida alla parola scritta un amore esplosivo, difficilmente ascrivibile ma che proprio per questo è degno di essere tramandato. La penna di Cestac compie il miracolo e tratteggia una delle storie d'amore più coinvolgenti e divertenti degli ultimi anni.

La narrativa neorealista nel romanzo di Marco Balzano, Resto qui (Einaudi)

Il Paese sommerso, una diga che non poteva essere costruita, il distacco dalle proprie terre d'origine, dalla propria casa e dagli affetti. Andarsene diventa, quindi, per alcuni un atto di vigliaccheria, per altri una lacerazione che potrebbe provocare ferite insanabili. E poi c'è chi lascia la terra natia senza guardarsi indietro, nella speranza che l'ambito domani sia migliore del presente. 
Il campanile di Curon, paesino del Sudtirolo al confine tra Austria e Svizzera, è l'ultima traccia che rimane della comunità sommersa oltre mezzo secolo fa. Resto qui di Marco Balzano (Einaudi, finalista Premio Strega 2018) è il grido di disperata solitudine di Trina e del marito Erich, che tentano di salvare la loro comunità, il loro maso, il loro piccolo paese dalla follia cieca e distruttiva che vuole, a qualunque costo, la costruzione della diga. 


Quello che rimane della comunità di Curon è il simbolo di una lotta che si svolge in oltre trent'anni di Storia e che coinvolge l'intimità delle famiglie che abitano quelle terre. 
Partendo dal Paese sommerso, Balzano ci restituisce un romanzo costruito sulle scelte dei personaggi che lo popolano: Trina, voce narrante, donna tenace che saprà affrontare con audacia le molteplici prove a cui la vita la sottoporrà (dall'insegnamento nelle scuole clandestine alla perdita della figlia, scappata con gli zii per inseguire il sogno della Germania nazista, fino al figlio arruolatosi con i nazisti); il marito Erich, fedele alle sue scelte, che non verrà meno ai principi appresi da giovane fino al punto di rinnegare il figlio a causa di divergenze politiche; gli abitanti di Curon: chi vuole vedere in faccia la realtà, chi preferisce adeguarsi per paura di ritorsioni. 
La narrazione neorealista è sorretta da un linguaggio sorvegliato, che dipinge i sentimenti con pennellate decise, senza sbavature retoriche. Potrebbe apparire una storia lontana dai nostri giorni, ma ad una attenta lettura si riscontrano parole e concetti nei quali ci imbattiamo ogni giorno: frontiera, confine, migrazione, abbandono. 
E' questa la forza della narrazione del libro Resto qui di Balzano (in assoluto uno dei romanzi più profondi, intimi e ricercati tra quelli letti negli ultimi mesi): creare un legame che supera il tempo e lo spazio, parlando della potenza delle scelte e di quello che implicano tanto nella Storia quanto nell'intimità quotidiana.