Amore, dieci anni dopo di Julian Barnes, Einaudi
Se dovessi pensare a una scenografia per questo libro, immagino un palcoscenico spoglio, il testo teatrale che si dibatte tra i personaggi principali (giovani, londinesi e intraprendenti: Stuart, Gillian e Oliver). Le loro voci danno vita a un racconto corale, struggente e ironico, a tratti violento e sofferto, dove anche il respiro ha un peso.
Con Amore, dieci anni dopo (Einaudi) Julian Barnes disegna un ritratto intimistico e brutalmente attuale di una storia d'amore come tante, dove divorzi e matrimoni, fidanzamenti, riconquiste e scalate sociali, non sono altro che i tasselli di una vita che dimostra la fragilità dei sentimenti.
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Il primo personaggio a cogliere l'inafferrabilità degli stessi è probabilmente Stuart, lasciato dalla compagna Gillian, dopo una lunga storia, per l'amico Oliver che si distingue per la giovanile baldanza. Stuart non regge il colpo, parte per gli Stati Uniti dove si afferma socialmente trovando una forte stabilità economica. Ne frattempo Gillian diventa madre di due bambine e Oliver un uomo che dalla vita, invece, non riesce a trarre le soddisfazioni professionali che vorrebbe. La routine famigliare schiaccia sempre più Gillian e Oliver facendoli sprofondare, nel tempo, in un vortice esistenziale nel quale è sempre più difficile identificare gli eventi scatenanti alla base delle frustrazioni, delle insicurezze e delle fragilità.
In questo contesto emotivamente nebuloso Stuart fa il suo ingresso. Dopo dieci anni ritorna a Londra e riprende i rapporti con Gillian e Oliver. E' qui che la narrazione subisce un balzo, il discorso si fa sostenuto, il lettore è sempre più calato in questo triangolo amoroso: ognuno racconta la propria versione dei fatti, ogni volta si aggiunge un aneddoto, un'informazione in più che accompagna il lettore nella vita ora di Stuart ora di Gillian e Oliver.
Stuart è l'uomo intrappolato dai ricordi, l'uomo che ancora desidera Gillian, che vuole fare i conti con il proprio passato e guarda a ritroso gli ultimi dieci anni della sua vita. In questo senso Stuart è simile a Paul, il protagonista de L'unica Storia (anch'esso edito da Einaudi) che ripercorre la sua vita a partire dall'unica storia che merita di essere raccontata. Anche Paul è vittima dei propri ricordi, nella memoria rivive la sofferenza di una storia contrastata dalla società e che, successivamente, non trova la serenità ambita. In entrambe le opere Barnes affida alla strategia narrativa la ricostruzione della storia: tuttavia è singolare come in Amore, dieci anni dopo le voci dei protagonisti si intrecciano per formare un romanzo corale che restituisce alla storia stessa il ruolo di reale protagonista. Alla base vi è sempre una domanda, la più tormentata, la più difficile da porre a se stessi: quanto siamo responsabili di fronte alle bugie che raccontiamo a noi stessi dal momento che è così faticoso afferrare i nostri sentimenti?
ps: L'unica Storia tenta, in parte, di rispondere a questa domanda.
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