sabato 31 agosto 2019

STEVE McCURRY - Leggere: mostra alle Gallerie Estensi di Modena

STEVE McCURRY. Leggere
Dal 13 Settembre 2019 al 6 Gennaio 2020
Gallerie Estensi
Sala Mostre | Palazzo dei Musei
Modena, Largo Porta Sant'Agostino, 337


Kunduz, Afghanistan, 2002 © Steve McCurry

L’esposizione presenta 70 immagini del fotografo statunitense, dedicate alla passione universale per la lettura, con persone, còlte in ogni angolo del mondo, nell’intimo atto di leggere.

Dal 13 settembre 2019 al 6 gennaio 2020, la Sala Mostre delle Gallerie Estensi di Modena ospita la mostra Leggere di Steve McCurry, uno dei fotografi più celebrati a livello internazionale per la sua capacità d’interpretare il tempo e la società attuale.

Mandalay, Birmania, 2013 © Steve McCurry

Bamiyan, Afghanistan, 2006 © Steve McCurry
L’esposizione, promossa dalle Gallerie Estensi di Modena, organizzata da Civita Mostre e Musei, curata da Biba Giacchetti, con i contributi letterari dello scrittore Roberto Cotroneo, presenta 70 immagini, dedicate alla passione universale per la lettura, realizzate dall’artista americano (Philadelphia, 1950) in quarant’anni di carriera e che comprendono la serie che egli stesso ha riunito in un volume, pubblicato come omaggio al grande fotografo ungherese André Kertész, uno dei suoi maestri.

Gli scatti ritraggono persone di tutto il mondo, assorte nell'atto intimo di leggere, còlte dall’obiettivo di McCurry che testimoniano la sua capacità di trasportarle in mondi immaginati, nei ricordi, nel presente, nel passato e nel futuro e nella mente dell'uomo. 
I contesti sono i più vari, dai luoghi di preghiera in Turchia, alle strade dei mercati in Italia, dai rumori dell’India ai silenzi dell’Asia orientale, dall’Afghanistan a Cuba, dall’Africa agli Stati Uniti. Sono immagini che documentano momenti di quiete durante i quali le persone si immergono nei libri, nei giornali, nelle riviste. Giovani o anziani, ricchi o poveri, religiosi o laici; per chiunque e dovunque c’è un momento per la lettura.
In una sorta di percorso parallelo, le fotografie sono accompagnate da una serie di brani letterari scelti da Roberto Cotroneo. Un contrappunto di parole dedicate alla lettura che affiancano gli scatti di McCurry, coinvolgendo il visitatore in un rapporto intimo e diretto con la lettura e con le immagini. 
Anche l’allestimento, grazie a sei video con i consigli di McCurry sull’arte di fotografare, è pensato per valorizzare ulteriori contenuti della mostra.

Varanasi, Uttar Pradesh, India, 1984 © Steve McCurry

Il percorso è completato dalla sezione Leggere McCurry, dedicata ai libri pubblicati a partire dal 1985 con le foto di Steve McCurry, molti dei quali tradotti in varie lingue: ne sono esposti 15, alcuni ormai introvabili, insieme ai più recenti, tra cui il volume edito da Mondadori che ha ispirato la realizzazione di questa mostra. Tutti i libri sono accompagnati dalle foto utilizzate per le copertine, che sono spesso le icone che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. 

[Scheda informativa]


Titolo          STEVE McCURRY - Leggere
Sede            Gallerie Estensi
                    Sala Mostre | Palazzo dei Musei
                    Modena, Largo Porta Sant'Agostino, 337
Apertura     13 settembre 2019 – 6 gennaio 2020
A cura di     Biba Giacchetti e Roberto Cotroneo
                    Una mostra Gallerie Estensi di Modena
                    Civita Mostre e Musei
Info             www.gallerie-estensi.beniculturali.it/mccurry
Orari           Da martedì a sabato 8.30 – 19.30
                    Domenica e festivi 10 – 18.00
Chiusura     lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio
                    La biglietteria chiude mezz’ora prima
Biglietti       intero 10 €
                    ridotto 8,50 € gruppi di minimo 15 persone, titolari di apposite convenzioni
                    ridotto speciale 6 €: ridotto speciale giovani da 6 a 25 anni
                    cumulativo 15 €: Mostra + Galleria
                    Gratuito per minori di 6 anni e accompagnatore disabile

Con nuova e stravagante maniera: Giulio Romano a Mantova. La collaborazione tra il Complesso Museale Palazzo Ducale e Musée du Louvre

Con nuova e stravagante maniera: Giulio Romano 
Dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020
Complesso Museale Palazzo Ducale
Piazza Sordello 40
Mantova
Collaborazione tra Complesso Museale Palazzo Ducale e Musée du Louvre


Mantova 2019: anno di Giulio Romano

Comunicato stampa

La figura di Giulio Romano, pseudonimo di Giulio Pippi de' Jannuzzi (Roma, 1492 o 1499 - Mantova, 1546), il più talentuoso tra gli allievi di Raffaello, sarà celebrata da un importante evento in programma a Palazzo Ducale di Mantova.
Dal 6 ottobre 2019 al 6 gennaio 2020, si terrà “Con nuova e stravagante maniera”. Giulio Romano a Mantova, una mostra nata dalla collaborazione tra il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova e il Musée du Louvre di Parigi che intende illustrare la figura di Giulio Romano e la sua “nuova maniera” di fare arte, in particolare nella città gonzaghesca, mettendone in luce le peculiarità e l’aspetto fortemente innovativo. Intesa Sanpaolo, nell’ambito di Progetto Cultura, è partner della mostra.

Il progetto elaborato dal comitato scientifico – composto da Peter Assmann, Laura Angelucci, Paolo Bertelli, Renato Berzaghi, Paolo Carpeggiani, Sylvia Ferino, Augusto Morari, Roberta Serra e Luisa Onesta Tamassia – vede il coinvolgimento del Département des Arts Graphiques del Musée du Louvre che, per la prima volta, concederà in prestito un nucleo di settantadue disegni, che ripercorreranno, in maniera organica e completa, la carriera professionale di Giulio Romano, dagli esordi a Roma, alla lunga e intensa attività a Mantova, evidenziando la molteplicità dei suoi interessi. Il suo genio poliedrico, infatti, si espresse in forme artistiche e discipline estremamente varie, dall’architettura alla pittura, dagli arazzi all’oreficeria, trovando un comune denominatore nella pratica del disegno, nella quale Giulio eccelse fin dagli anni di formazione nella bottega di Raffaello.

Accanto alle opere del Louvre la mostra proporrà un’ulteriore e ricca selezione di disegni, provenienti dalle più importanti collezioni museali italiane e straniere (tra cui l’Albertina di Vienna, il Victoria & Albert Museum di Londra, la Royal Collection a Windsor Castle), oltre a dipinti, stampe e maioliche.

Saranno inoltre utilizzate le più recenti tecnologie digitali al fine di ricreare, attraverso ricostruzioni 3D, oggetti e ambienti giulieschi.
"L’iniziativa di Palazzo Ducale su Giulio Romano - afferma Peter Assmann, direttore del Complesso Museale Palazzo Ducale - vuole essere un grande evento culturale che mostri al mondo l’eccezionalità della figura storica del più celebre allievo ed erede di Raffaello. Maestro del Manierismo, Giulio Romano ha lasciato a Mantova testimonianze straordinarie del suo talento di pittore, architetto e uomo di cultura. “Con nuova e stravagante maniera”, con la prestigiosa collaborazione di una rinomata istituzione europea come il Louvre, rappresenta un’importante chance per la città: andare oltre la tradizionale concezione di mostra temporanea per riunire tutte le forze produttive locali intorno a Palazzo Ducale e rafforzare l’immagine di Mantova come città d’arte in Europa e nel mondo. Al di là della sua importanza culturale specifica si tratta di un’occasione per fare rete tutti insieme verso un unico grande obiettivo di crescita collettiva"

"La mostra Con nuova e stravagante maniera. Giulio Romano a Mantova - sottolinea Jean-Luc Martinez, presidente e direttore del Musée du Louvre di Parigi -, che si svolgerà a Palazzo Ducale di Mantova nell’autunno 2019, è il frutto di un partenariato eccezionale tra il Musée du Louvre e il Complesso Museale Palazzo Ducale di Mantova. L’evento espositivo permetterà di presentare negli ambienti di Palazzo Ducale una scelta di settantadue fogli di Giulio Romano (1492 o 1499 – 1546) scelti all’interno del ricco fondo di disegni di mano dell’artista conservato al Louvre, il più importante oggi noto".

"La presentazione dei disegni del Louvre - prosegue Jean-Luc Martinez -, completata dalla scelta di un’ulteriore quarantina di opere provenienti da altre istituzioni, offrirà al pubblico la possibilità di percorrere tutta la carriera di Giulio Romano, l’allievo di Raffaello che fu maggiormente influenzato dal suo stile e dal suo modo di lavorare. Questi fogli saranno eccezionalmente messi a confronto con le opere finite allo scopo di illustrare la relazione che, all’epoca, legava il maestro, i collaboratori e gli allievi: tra questi ultimi possiamo citare Fermo Ghisoni, Rinaldo Mantovano e, soprattutto, Giovan Battista Bertani, colui che gli succederà nella direzione dei lavori in Palazzo alla sua scomparsa nel 1546".


La mostra si articolerà in tre sezioni che approfondiranno aspetti diversi dell’attività di Giulio Romano mettendo in luce la “nuova e stravagante maniera” della sua arte, secondo la definizione coniata da Giorgio Vasari nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti.
La prima, Il segno di Giulio, allestita al piano terreno del Castello di San Giorgio, analizzerà la produzione grafica di Giulio come progettista, designer e pittore presentando il suo fondamentale apporto all’elaborazione del linguaggio manierista. Dagli interventi architettonici agli schizzi per dipinti e oggetti, ogni singolo segno è una novità assoluta da tradurre, copiare e imitare. La forza creatrice di Giulio sarà esaminata attraverso una selezione del corpus dei disegni conservati al Musée du Louvre di Parigi.
Attraverso questi disegni si illustreranno i momenti immediatamente precedenti l’arrivo nella città gonzaghesca di Giulio Romano per poi presentare la sua lunga attività mantovana, in particolare il suo lavoro come disegnatore e progettista. I suoi fogli raccontano l’evoluzione del suo operare e illustrano le esperienze relative ai diversi cantieri mantovani, del territorio e fuori lo Stato dei Gonzaga, come testimoniato dai disegni per Palazzo Te.
La prima sezione si chiuderà indagando il suo rapporto con le arti e il passaggio tra la fase di progetto e la sua realizzazione. I disegni qui esposti trattano dell’attività del Pippi come designer, inventore di argenterie e arazzi, avendo cura di affrontare la produzione di Giulio ad ampio spettro. In mostra si troverà una decina di fogli in relazione con dipinti e oggetti come vasellame o trionfi da tavola.

La sezione dal titolo Al modo di Giulio, occuperà la Corte Nuova e l’Appartamento di Troia, suggerendo un dialogo diretto tra i disegni dell’artista e la decorazione della residenza dei Gonzaga. Il Palazzo Ducale fu il cantiere nel quale Giulio Romano riversa la sua genialità e la sua capacità d’innovare. Sala per sala, laddove è ancora possibile, s’instaurerà una relazione tra i suoi disegni e gli ambienti reali. È il caso, ad esempio, della Sala dei cavalli dove sarà esposto il disegno preparatorio per la decorazione del soffitto con la Caduta di Icaro, confronto che sarà apprezzabile tramite uno specchio.

In mostra si potranno inoltre ammirare i rilievi eseguiti da Ippolito Andreasi detto l’Andreasino che hanno tramandato l’aspetto originario delle stanze progettate da Giulio, particolarmente importanti per approfondire la comprensione delle parti non sopravvissute ai secoli. Così avviene per il Camerino dei Cesari e per la Loggia dei marmi detta poi dei Mesi, ambienti per i quali i disegni dell’Andreasi permettono un confronto diretto tra l’idea di Giulio Romano e quanto sopravvive negli ambienti stessi.

La rassegna si chiuderà nell’appartamento della Rustica con Alla maniera di Giulio, nella quale verrà approfondito, da un lato, il tema di Giulio Romano architetto, analizzato grazie a numerosi disegni provenienti da prestigiose istituzioni pubbliche europee, tra cui spicca la Copia da Giulio Romano di Andrea Palladio (Londra, Royal Institute of British Achitects), e, dall’altro, quello della sua eredità, con le opere di allievi e discepoli, come Fermo Ghisoni, Giovanni Battista Bertani, Lorenzo Costa e altri.
In questa sezione sarà creato un approfondimento sulle case del Pippi, in particolare su quella di Mantova e sulla produzione di opere religiose. Si potranno qui osservare alcune pale d’altare eseguite da artisti della cerchia di Giulio Romano a confronto con i disegni originali del maestro.

La mostra, con il patrocinio di Mantova Città d’Arte e Cultura, in partnership con Banca Intesa San Paolo, Air Dolomiti, con il supporto di Finservice, con gli sponsor Fondazione Comunità Mantovana Onlus, Fondazione Banca Agricola Mantovana, Mantova Outlet Village, Ghirardi, Lubiam, e con gli sponsor tecnici Skira e Gruppo Mauro Saviola, ha ottenuto il sostegno di diversi partner, enti e forze produttive del territorio mantovano: l’operazione culturale si è posta sin da subito l’obiettivo di coinvolgere le principali energie del contesto locale strutturando un ricco calendario di eventi a partire dai mesi primaverili del 2019 per tutto il proseguo dell’anno. Catalogo Skira.

“Giulio Romano Mantova. Il 2019 è l’anno in cui celebriamo l’artista e il suo genio - sottolinea Mattia Palazzi, sindaco di Mantova -, del quale troviamo traccia e splendida testimonianza ovunque nella nostra città. Dalle grandi mostre del Ducale e di Palazzo Te a numerosi e significativi altri eventi, Giulio Romano sarà protagonista di un anno ricco di proposte culturali uniche e irripetibili, realizzate in stretta collaborazione con tutte le principali realtà culturali del territorio. Un anno speciale dunque per visitare la nostra città che dal 2016, anno in cui stata Capitale italiana della cultura, non ha mai smesso di puntare sull’originalità. Per questo oggi Mantova può definirsi a pieno titolo una città che produce cultura e lo fa con un respiro internazionale”. 

“Il Polo di Mantova del Politecnico di Milano - ricorda Federico Bucci, prorettore del Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano -, consolida ulteriormente la collaborazione con il Palazzo Ducale rendendo disponibili le proprie competenze sia nell'elaborazione del progetto scientifico della mostra, grazie al fondamentale contributo del Professore emerito Paolo Carpeggiani, sia attraverso un allestimento espositivo degli esiti delle attività di didattica e ricerca, svolte dal Polo di Mantova, sugli interventi di Giulio Romano nella Reggia dei Gonzaga”.

“Fin dalla prima presentazione - afferma Franco Amadei, segretario generale della Fondazione Comunità Mantovana - è apparsa chiara l’importanza di una mostra dedicata al grande artista Giulio Romano: vuoi per la partnership del museo del Louvre (condivisione assai inusuale e perciò esaltante) vuoi per il concetto del progetto, volto a far dialogare mirabilmente architetture e immagini e disegni. La Fondazione della Comunità Mantovana non poteva quindi restarne indifferente e il sostegno si è fatto ancor più convinto allorché si è compresa la volontà di creare un evento non solo di richiamo internazionale ma di coinvolgimento delle potenzialità del territorio mantovano. Siamo perciò lieti di far parte di quella numerosa schiera di attori impegnati a contribuire al successo della originale esposizione mantovana, unica perché ricca di testimonianze e di realizzazioni”.

Tra le iniziative legate alla mostra di Giulio Romano, si distingue, per l'alto tasso di esclusività ed innovazione, la capsule collection a cura di Lubiam, azienda mantovana leader nel menswear d’alta gamma.
Ispirata dallo stretto intreccio tra arte e moda, la capsule sarà disegnata da Giovanni e Giulia Bianchi, appartenenti alla quarta generazione della famiglia e alla guida del team creativo dell’azienda. I capi dedicati alla mostra saranno firmati Luigi Bianchi Mantova Sartoria, marchio storico, oggi sinonimo di stile ed esclusività. Una collezione rigorosamente Made In Italy, che si contraddistingue per le lavorazioni preziose e per l’utilizzo di materiali di qualità eccellente. In questa speciale occasione, la collezione vedrà nascere al suo interno una selezione di capi dedicati all’opera di Giulio Romano, che non subisce l'effetto del tempo ma rimane integra e attuale ancora oggi. Racconta Giulia Bianchi: “L'aspetto che rende questo progetto così stimolante non deriva solamente dall'indiscusso prestigio della Mostra e dei partner coinvolti, ma dalla richiesta che ci viene fatta di mettere a disposizione la nostra creatività ed il know-how dell'azienda per realizzare dei capi assolutamente inediti. Una sfida che ci lusinga e ci vedrà impegnati a fondo per rispettare il tema proposto. A differenza di altri tipi di partnership che abbiamo già sperimentato nel campo dell'arte, questa collaborazione si traduce in un vero e proprio lavoro a quattro mani con il Museo”.

Dario Pistone, AD di Multi Outlet Management Italy, società che gestisce l’Outlet di Mantova e il network Land Of Fashion, afferma “il nostro Village di Mantova ha aderito subito al sostegno di una Mostra così importante e di caratura internazionale, vista la partecipazione del Louvre, certi che sarà per tutto il territorio una grande occasione di affluenza turistica e di valorizzazione delle risorse. Ci aspettiamo che il 2019 porti alla città di Mantova grande visibilità e che al nostro Village possano giungere rilevanti numeri di turisti e visitatori, oltre a quelli davvero considerevoli che possiamo già vantare”.
Mantova Outlet Village si trova a pochi chilometri dalla storica città di Mantova e dalle bellezze del Lago di Garda. Inaugurato nel 2003, conta più di 110 negozi e si configura come una delle realtà economiche di maggiore interesse della sua area. I visitatori del Village sono amanti della città, molti dei quali turisti provenienti da Verona e dal Lago di Garda e grazie al posizionamento strategico sull’A22.

Esplorare il silenzio di Nicoletta Polla-Mattiot, Enrico Damiani Editore

La vita liquida, come la società liquida, non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo, ricordava il filosofo e sociologo Bauman, raccontando Vita liquida (edito nel 2007 da Laterza, traduzione di M. Cupellaro). Quale salvezza per l'uomo che la abita?
Una risposta potrebbe scaturire dalla lettura del libro di Nicoletta Polla-Mattiot, Esplorare il silenzio (Enrico Damiani Editore, pp. 272, euro 14). In una società in cui, afferma Polla Mattiot nell'introduzione, "l'assedio verbale è la norma", "cercare una qualità volontaria e deliberata del tacere è un privilegio contemporaneo" del quale spesso non siamo consapevoli o che, talvolta, neppure conosciamo. 



L'autrice, già giornalista, è profonda conoscitrice del silenzio come strumento di comunicazione: nel 1989, in una breve comunicazione al Congresso internazionale di retorica, propose l'estensione al silenzio delle sei funzioni codificate da Roman Jakobson per il linguaggio. "Negare l'uso della lingua per ribadirne l'efficacia". Il lavoro che prese avvio nell' '89 continuò negli anni successivi fino ad approdare, chiudendo un cerchio, a questo libro nel quale l'autrice si concentra sul silenzio volontario ed intenzionale, allontanandosi dalla teoria e dalle speculazioni. 
Esplorare il silenzio è un viaggio corale che passa attraverso gli scritti, i pensieri e le riflessioni di maestri e professionisti che si sono messi "in ascolto", più volte, del silenzio: Massimo Canevacci, Franco Farinelli, Giorgio Ieranò, Massimo Kaufmann, Giuseppe Maffei, Carlo Migliaccio, Raul Montanari, Franca Parodi Scotti, Andrea Pirovano, Alberto Schön, Manuela Trinci. 

"Dire che il silenzio comunica è un atto di fede" si legge nelle prime pagine di questo intenso e vibrante libro. Oltre ad essere un atto di fede, il silenzio suona come un atto rivoluzionario che irrompe nel contemporaneo con acume intellettivo sgretolando l'intrattenimento triviale che certi ambienti (mediatici, nel senso più ampio del termine) ci mostrano quotidianamente. "Non basta stare zitti. Occorre uno scopo, una strategia, una volontà. Non per negare la comunicazione, ma per espanderla".

Nella seconda parte del libro, il viaggio nell'esplorazione del silenzio inizia con l'uso e usi del silenzio di Nicoletta Polla-Mattiot per passare alla potenza del non detto nella struttura narrativa di un racconto o di un romanzo (Raul Montanari), al silenzio nell'atto creativo (Massimo Kauffman), alla bellezza del silenzio nella musica (un paradosso?) per mano di Carlo Migliaccio (che cita la Duras "Silence, et puis"). Il viaggio continua con Giuseppe Maffei che esplora il silenzio nei meandri della psicoanalisi (interessante il paragrafo "Silenzio come origine della parola"). Andrea Pirovano ci parla del silenzio in natura, la poetica della sonorità. E cosa accade quando il silenzio sale in cattedra? Da Platone a Socrate: con Giorgio Ieranò si parla di filosofia, scuola e insegnamento. La seconda parte si conclude con Franco Farinelli e la sua geografia dei silenzi. 
La terza parte del libro si concentra sul silenzio nelle varie fasi evolutive dell'uomo: un silenzio ontologico che si esplica nelle parole di Manuela Trinci, Massimo Canevacci e Alberto Shön. Franca Parodi Scotti ha il merito di chiudere il viaggio nell'esplorazione del silenzio con un'affermazione che potrebbe trasformarsi in una domanda: "Questo nostro mondo ultrafrenetico, ultrarumoroso, ultratecnologico ci offre spazi impensati per il silenzio e per l'immaginazione". Nuove riflessioni all'orizzonte. 

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Titolo      Esplorare il silenzio [Scheda Libro]

Autore Nicoletta Polla-Mattiot

ISBN 978-88-99438-59-3

Formato Volume formato 13 x 21, cucito a filo di refe, confezionato in brossura, copertina lucida con alette.

Pagine 272 pagine stampate su carta da edizioni da gr 100

EBook 9,99 euro

Liberia 14 euro


venerdì 30 agosto 2019

Viaggio Racconto Memoria - Ferdinando Scianna a La Casa dei Tre Oci a Venezia

Viaggio Racconto Memoria - Ferdinando Scianna 
Dal 31 Agosto 2019 al 2 Febbraio 2020 
Casa dei Tre Oci di Venezia
Venezia / Tre Oci



La grande antologica racconta, attraverso 180 opere, oltre cinquant’anni di carriera di uno dei maestri della fotografia contemporanea. Per l’occasione, verrà esposta una serie d’immagini di moda che Ferdinando Scianna ha realizzato a Venezia, testimonianza del suo forte legame con la città lagunare.


“Non sono più sicuro, una volta lo ero, che si possa migliorare il mondo con una fotografia. Rimango convinto, però, del fatto che le cattive fotografie lo peggiorano”
Ferdinando Scianna


Dal 31 agosto 2019 al 2 febbraio 2020, la Casa dei Tre Oci di Venezia ospita l’antologica di Ferdinando Scianna (Bagheria, PA, 1943), una delle figure di riferimento della fotografia contemporanea internazionale. La mostra, curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, art director, organizzata da Civita Mostre e Musei e Civita Tre Venezie e promossa da Fondazione di Venezia, ripercorre oltre 50 anni di carriera del fotografo siciliano, attraverso 180 opere in bianco e nero, divise in tre grandi temi – Viaggio, Racconto, Memoria. Per l’occasione, verrà esposta una serie d’immagini di moda che Scianna ha realizzato a Venezia come testimonianza del suo forte legame con la città lagunare. “Dopo la mostra del 2016 sui 500 anni del Ghetto ebraico di Venezia – afferma Emanuela Bassetti, presidente di Civita Tre Venezie - Ferdinando Scianna torna alla Casa dei Tre Oci, con l’antologica che ne ripercorre mezzo secolo di carriera. L’iniziativa è la nuova tappa di un progetto nato dalla collaborazione tra Civita Tre Venezie e Civita Mostre e Musei, frutto di un pensiero condiviso che ha come  obiettivo l’analisi dei linguaggi artistici della contemporaneità, in particolare quello della fotografia e dei suoi più importanti esponenti”. “L’esposizione – prosegue Emanuela Bassetti – è anche un modo per consolidare il forte legame esistente tra Ferdinando Scianna e Venezia, testimoniato dalla serie di immagini di moda che il fotografo siciliano ha scattato tra le calli e i campi della città”.


Ferdinando Scianna ha iniziato ad appassionarsi alla fotografia negli anni sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua regione d’origine, la Sicilia. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso varie tematiche – l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare - tutte legate da un unico filo conduttore: la costante ricerca di una forma nel caos della vita. In oltre 50 anni di narrazioni, non mancano di certo le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose - esordio della sua carriera - all’esperienza nel mondo della moda, iniziata con Dolce & Gabbana e con la sua modella icona Marpessa. Poi i reportage (è il primo italiano a far parte, dal 1982, dell’agenzia fotogiornalistica Magnum), i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali, le cose e infine i ritratti dei suoi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Leonardo Sciascia, Henri Cartier-Bresson, Jorge Louis Borges, solo per citarne alcuni.

Dotato di grande autoironia, Scianna ha scelto un testo di Giorgio Manganelli per sintetizzare questa sua mostra: “Una antologia è una legittima strage, una carneficina vista con favore dalle autorità civili e religiose. Una pulita operazione di sbranare i libri che vanno per il mondo sotto il nome dell’autore per ricavarne uno stufato, un timballo, uno spezzatino…”


Come fotografo - ha affermato lo stesso Scianna, parlando del suo lavoro - mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”

Per approfondire i contenuti dell’esposizione, Casa dei Tre Oci ha predisposto un articolato progetto didattico rivolto sia alle scuole che ai gruppi di adulti e famiglie,  con visite-esplorazione e laboratori su prenotazione, un ciclo d’incontri in mostra e una serie di visite guidate con i curatori.
Ai visitatori sarà fornita un’audioguida (in italiano e in inglese), attraverso la quale sarà lo stesso Scianna a raccontare in prima persona il suo modo di intendere la fotografia e non solo. Un vero e proprio racconto parallelo, per conoscere da vicino il suo percorso umano e di fotografo.
Nella Sala video di Casa dei Tre Oci verranno inoltre proiettati tre film-documentari dedicati alla sua vita professionale. 
Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori.

Il tempo della luce, mostra di Philippe Delenseigne - Futura Art Gallery

Il tempo della luce - Philippe Delenseigne 
Dal 31 Agosto al 15 Settembre 2019
Sala delle Grasce - Centro Culturale Luigi Russo
Pietrasanta
Esposizione realizzata da Futura Art Gallery



Il Tempo della Luce, la mostra espositiva di Philippe Delenseigne, realizzata da Futura Art Gallery, è cadenzata da sei tappe, sei fotogrammi di una sequenza che è al contempo estetica e concettuale. Su superfici nere sono proiettati vari riflessi di sagoma circolare che evocano, in maniera semplice ma esplicita, immagini e suggestioni legate, per forma e dinamismo, al sorgere e al pulsare della vita, al relazionarsi e convivere di più entità, al trasformarsi ed evolversi della realtà sotto l’azione del tempo e dell’intervento esterno. Immagini che, immerse nell’oscurità generano suggestioni e ricordi. Ed è proprio dall’oscurità che si generano l’universo, le galassie e la vita stessa dei singoli individui. Le tenebre, rappresentate dal colore nero, evocano un senso di vuoto, di ignoto perfettamente controbilanciato dal suo opposto, il bianco, simbolo di luce che squarcia la tenebra. L’alternanza delle tenebre con la luce, del giorno con la notte, il susseguirsi dei cicli stagionali così come la scansione temporale delle occupazioni umane, impostano il ritmo della vita, costringendo ogni creatura, in maniera più o meno cosciente, ad avvertire il profondo legame con la dimensione temporale, il suo essere nel tempo. L’installazione in mostra ci propone una rappresentazione artistica di questa complessa tematica, frutto di lunghe sperimentazioni da parte dell’artista sui giochi di luci e riflessi che si generano su un oggetto investito dalla luce. Lo spettatore è portato in una dimensione quasi onirica, dove la sua attenzione non si concentra più sull’oggetto e la sua forma ma piuttosto sui suoi riflessi. 


Nato a Calais nel 1971, Delenseigne si è avvicinano all’arte da autodidatta, mostrando subito un interesse eclettico per varie tecniche e sperimentazioni: pittura, scultura e video-arte. Da qui lo studio e l‘utilizzo insieme a materiali tradizionali come il marmo e il bronzo, di altri meno convenzionali, quali le resine e le colle viniliche, con le quali l’artista crea composizioni dotate di una particolare originalità e suggestione.

giovedì 29 agosto 2019

Mitopoiesi, l’uomo e la narrazione del mito nell’arte contemporanea in mostra a Città della Pieve

Mitopoiesi, l’uomo e la narrazione del mito nell’arte contemporanea 
A cura di Matteo Pacini,
Fino al 15 marzo 2020
In collaborazione con Galleria Artespressione di Milano
Promossa dall’Associazione Ankamò e dal Comune di Città della Pieve
Spazio Kossuth - Rimesse del Palazzo Vescovile, Città della Pieve (PG)

Questo articolo è apparso sul Magazine Wall Street International, Ne pubblichiamo un breve estratto. Per continuare la lettura: Mitopoiesi.




L'arte di raccontare, una forma antica che oggi viene riproposta attraverso i più disparati dispositivi e strumenti multimediali, è l'impronta immaginifica e inconscia dell'uomo di tutti i tempi e di tutte le culture. Miti e leggende hanno, nei secoli, contribuito a costruire un vero e proprio serbatoio di racconti, archetipi, simboli. Parole che insegnano e tramandano, che purificano e risollevano, che vengono in aiuto quando la memoria viene meno, quando la storia non aiuta. L'arte della narrazione, quel processo creativo che coinvolge la fantasia e la parola viene denominato mitopoiesi.

Ed è proprio questo processo creativo che viene messo in scena nella mostra Mitopoiesi, l’uomo e la narrazione del mito nell’arte contemporanea che si è aperta il 18 aprile scorso presso lo Spazio Kossuth di Città della Pieve e visitabile fino a domenica 15 marzo 2020. L’inaugurazione è stata arricchita dall’intervento di Freefall Dance Company che, attraverso le coreografie estemporanee delle danzatrici, ha guidato gli spettatori attraverso una lettura non convenzionale delle opere d’arte.

mercoledì 7 agosto 2019

Consigli di lettura per l'estate: dai classici alle ultime uscite

Di seguito alcuni suggerimenti di libri da leggere per l'estate, proposte di lettura per il mese di agosto: dai classici della narrativa italiana e straniera alle letture più intense che hanno caratterizzato questi ultimi mesi. Libri a disposizione per ogni lettore, indicazioni dalle quali si può trarre spunto per una lettura leggera ed estiva,  ma anche per chi ama immergersi in letture più impegnative.



"Nell'estate del 1963 io mi innamorai e mio padre morì annegato" è l'incipit di un piccolo capolavoro di Charles Simmons, Acqua di mare (Rizzoli, 2007) recentemente ripubblicato da Edizioni Sur nella traduzione di Tommaso Pincio. "Le onde dal lato dell'oceano lanciavano spruzzi. Credo di avere pianto. Lacrime e acqua di mare hanno lo stesso sapore". In seguito a "La città dei lettori", manifestazione svoltasi a Firenze, è nata una iniziativa che, come si legge nella pagina dedicata all'evento "mette insieme alcune librerie italiane nel segno della lettura di qualità. Nell'Italia delle divisioni e delle barriere, sette librerie unite da Nord a Sud propongono per tutta l'estate un romanzo divertente e malinconico, scelto dai librai tra decine di titoli perché a distanza di anni mantiene intatta la sua freschezza e originalità. Si tratta di Acqua di mare". Le librerie coinvolte nell'iniziativa sono Nina di Pietrasanta, Verso Libri di Milano, Modusvivendi di Palermo, Therese di Torino, Diari di Bordo di Parma , Arcadia di Rovereto e Todo Modo di Firenze. 

Nell'ultimo libro di  Michela Marzano (Idda, Einaudi) il perimetro emotivo entro il quale possiamo esplorare il dolore di Alessandra, la protagonista, è costituito da poche parole, da sentimenti taciuti, da ricordi sepolti nel passato e mai rivangati. Certe cose fanno male solo quando le si nominano, smettere di nominarle significa voltare pagina, sopravvivere.
Alessandra finge di riuscire a dimenticare, fino a quando i pochi riferimenti sui quali aveva costruito il suo precario equilibrio si sgretolano. La madre di Pierre, suo marito, è affetta da una malattia neurodegenerativa e perde progressivamente la memoria fino al punto di non essere più in grado di riconoscere il figlio.
E' in questo momento che Alessandra si interroga sul senso della vita: che cosa rimane di noi quando perdiamo la memoria? 

Una scrittura cruda e asciutta, per molti aspetti visiva. Le parole della Mander impattano con le nostre sensazioni: veniamo travolti dal dolore di Leo, un ragazzo che soffre per la perdita del padre suicidatosi in mare perché la vita era troppo o forse era lui ad essere troppo per la vita. Un dolore pesante per un adolescente che, nel frattempo, vede il suo corpo cambiare e assiste al rapporto con le ragazze farsi sempre più maturo ma non concludente, come lui vorrebbe. Leo è uno studente brillante pur non trascorrendo molto tempo sui libri. Ossessionato dal sesso e da Kurt Cobain, Leo preferisce perdersi nei suoi pensieri mentre vaga per una Milano solitaria. Una storia in bilico, tra la paura di conoscersi e il senso di estraneità. 

Desy Icardi, con L'annusatrice di libri edito da Fazi, ci introduce nel fantastico mondo dei libri facendoci entrare dalla porta principale: scoprire il profumo dei classici, delle poesie o dei romanzi d'avventura, sfogliarne le pagine e "annusare" le emozioni, le esaltazioni, i timori e le preoccupazioni dei protagonisti dei libri, partecipare ai loro sentimenti. In questo modo la storia individuale diventa storia collettiva, in un susseguirsi di accadimenti condivisi. L'elemento caratterizzante di Adelina, la fanciulla che riesce a leggere con l'olfatto a tal punto da migliorare il suo rendimento scolastico e la sua reputazione tra le amiche, è anche la spina dorsale della struttura del libro. 

"Penso spesso a un'immagine che solo io vedo ancora e di cui non ho mai parlato. E' sempre lì, fasciata di silenzio, e mi meraviglia. La prediligo fra tutte, in lei mi riconosco, m'incanto. Presto fu tardi nella mia vita. A diciott'anni era già troppo tardi" e continua così una delle più belle pagine mai scritte nella storia delle letteratura. Marguerite Duras inizia a scrivere L’Amante nel 1983, dopo una lunga disintossicazione per abuso di alcool. E' probabilmente in clinica che la scrittrice matura il bisogno di un ritorno alle origini rispolverando quella parte della sua adolescenza che non ha mai rivelato a nessuno per motivi di pudore. Tra le pagine del romanzo si dischiude l'immagine che solo lei vede ancora, quell'immagine sempre taciuta, fasciata dal silenzio.

Le parole di Ted Hughes, nell'interpretazione di Connie Palmen, restano stampate nella memoria anche dopo aver chiuso il libro. Relegato a ruolo di marito, assassino, traditore, Ted Hughes non ha mai fatto parola della sua relazione con la Plath, accettando il ruolo a lui assegnato dalla critica, dagli amici, dai benpensanti nel corso degli anni. Fino al 1998. La pubblicazione di Birthday Letters ha portato alla luce una verità nascosta, scomoda, una realtà fatta di nevrosi, tormenti, difficoltà psichiche ed emotive. Dopo aver studiato le poesie contenenti in Birthday Letters, le interpretazioni, le review e "tutto quello che c'era da leggere e sapere", la Palmen ha raccontato la versione della storia secondo Ted.

Rupi Kaur non ha bisogno di presentazioni. Il suo lirismo è famoso in tutto il mondo. Grazie ai social network le sue poesie, i suoi versi, le sue parole si sono diffuse a macchia d'olio: un lirismo schietto, breve, semplice mai scontato e banale. Una poetica che ha radici profonde, che affonda nel dolore per rinascere dallo stesso. Una rigenerazione attraverso le parole: superare il dolore e il trauma grazie alla forza delle parole che non conoscono limiti temporali e spaziali, che non subiscono il peso delle barriere sociali. Le sue poesie hanno un valore epifanico difficilmente riscontrabile in altri giovani poeti della sua generazione: attraverso questa costruzione poetica, Rupi Kaur compone una saggia e profonda riflessione su temi universali. 

Una graphic novel romantica, una ballata senza tempo che incornicia quarant'anni di sentimenti, emozioni e accadimento tra due personaggi eclettici e bizzarri che fanno dell'amore la loro ragione di vita. Si tratta di Un amore esemplare scritto da Daniel Pennac e disegnato da Florence Cestac, edito da Feltrinelli Comics a gennaio del 2018. 

La produzione letteraria e poetica di Raymond Queneau si sviluppa lungo l'asse dell'autonomia culturale che lo ha portato a sfiorare il surrealismo (con la conseguente presa di posizione radicale, se vogliamo, sull'arte come fenomeno intellettuale radicato in precisi algoritmi matematici, sistemi sui quali lui stesso ha maturato le sue idee tanto da fondare, nel 1960, l’OuLiPo) e l'esistenzialismo senza mai aderirvi pienamente. La forza emotiva e la complessità letteraria dell'opera di Queneau proviene proprio dall'impossibilità di definire la sua vasta produzione, la quale, di conseguenza si presta a molteplici interpretazioni e rappresentazioni. Ho trovato particolarmente elegante e umoristica la rielaborazione fumettistica di Zazie dans le métro di Clément Oubrerie edito da Rizzoli-Lizard nel 2011. Se l'umorismo è caratteristica peculiare della scrittura di Queneau nell'opera Zazie dans le métro, in cui il linguaggio si basa su una fonetica ritmica e incalzante testimonianza di una lingua che stava rapidamente mutando sotto gli occhi increduli dello stesso autore, Clément Oubrerie ha saputo conservare questi aspetti arricchendo la graphic novel con illustrazioni vivaci e colorate, in cui la resa visiva esalta  l'aspetto estetico e supporta un contenuto di grande impatto letterario ed umano. 

Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. Lo-li-ta: la punta della lingua compie un percorso di tre passi sul palato per battere, al terzo, contro i denti. Lo-li-ta. Era Lo, semplicemente Lo al mattino, ritta nel suo un metro e quarantasette con un calzino solo. 
Era Lola in pantaloni. Era Dolly a scuola. 
Era Dolores sulla linea tratteggiata dei documenti. 
Ma tra le mie braccia era sempre Lolita. 
Serve aggiungere altro per consigliarvi la lettura?


  1. M. Il figlio del secolo di Antonio Scurati edito da Bompiani
  2. Il rumore del mondo di Benedetta Cibrario edito da Mondadori
  3. Fedeltà di Marco Missiroli edito da Einaudi
  4. La straniera di Claudia Durastanti edito da La Nave di Teseo 
  5. Addio Fantasmi di Nadia Terranova edito da Einaudi
Il diavolo di Tolstoj, edito da Passigli



Il diavolo nell'edizione di Passiglinon è solo un racconto dove l'amore diventa desiderio ossessivo del corpo di una donna, Il diavolo è soprattutto una riflessione circa i sentimenti, l'animo umano spesso in balia delle più bieche tentazioni di fronte alle quali non sa come comportarsi. Pensando alle tracce autobiografiche conservate in questo lungo racconto, Il diavolo appare anche come una confessione nella quale l'autore ammette ciò che immagina siano le sue colpe, fantasticando sull'epilogo di una storia strascicata e rosicchiata dal tempo e dai rimorsi. Ma forse anche queste sono elucubrazioni che lasciano il tempo che trovano, la verità è racchiusa nella memoria di uno dei più grandi scrittori dell'Ottocento.

Troppa felicità di Alice Munro, Einaudi



C'è una musicalità nella raccolta di racconti Troppa felicità di Alice Munro (edita da Einaudi) che percuote le pagine trasmettendo al lettore una vibrante sensazione di pienezza. Anzi, ripensandoci mi sembra che ci sia proprio una vibrazione che parte in sordina, quasi non volesse disturbare la lettura per poi frastornare, risvegliare, qualcosa che abbiamo percepito, quel segreto inconfessabile che abbiamo vagamente e distrattamente intravisto tra una pagina e l'altra e che abbiamo volutamente finto di non vedere perché è troppo doloroso ammettere la sua esistenza.

La manutenzione dei sensi di Franco Faggiani, Fazi Editore





Chi leggendo La manutenzione dei sensi non ha fantasticato di trascorrere almeno una serata nella baita costruita dall'aitante cinquantenne Lorenzo Guerrieri? E chi non avrebbe voluto stringere le mani nodose, magre e piene di graffi di Martino, ragazzo tanto mite e silenzioso quanto brillante e saggio, affetto dalla sindrome di Asperger?

Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani, Fazi Editore




Nel lontano 1892, precisamente il 20 agosto a Tamana, nasce Shizo Kanakuri. Rappresentante del Giappone ai Giochi Olimpici di Stoccolma del 1912, Shizo Kanakuri approda in Svezia come maratoneta: ammirato e osannato non solo dal suo Paese ma soprattutto dall’imperatore Mutsuhito e da Jigoro Kano, educatore e inventore del judo. Nonostante ciò le aspettative vengono ben presto tradite dallo stesso Kanakuri il quale, in seguito all'intenso sforzo fisico, si addormenta durante il percorso fermandosi in una cascina svedese e risvegliandosi molte ore dopo la fine della gara. 
E' questo il punto di partenza del romanzo di Franco Faggiani, Il guardiano della collina dei ciliegi (Fazi Editore). Da questo momento in poi l'amabile scrittura di Faggiani intreccia le lacunose notizie che l'autore ha scovato sulla vicenda con l'arte della narrazione. Il risultato è un romanzo evocativo, ricco, ambizioso (è lo stesso autore ad ammettere di avere osato, rispetto al suo primo libro, ambientando questa storia "in due paesi molto distanti tra loro e con tradizioni differenti"). 

Almarina di Valeria Parrella, Einaudi



Racchiusa nell'arcipelago delle isole Flegree, prolungamento dell'abbacinante Posillipo, Nisida si staglia, irta e silenziosa, nel punto in cui il mare si congiunge con il cielo. Nisida è l'isola inesplorata. Dal suo ventre si alzano le voci d"e criature. Nisida è una madre adottiva che accoglie temporaneamente i suoi figli per poi restituirli al mondo: "non può questa madre ricordarsi di tutti i suoi figli, ne ha troppi, qualcuno si salva, altri soccombono, altri uccidono i loro fratelli o li affamano".La scrittura di Valeria Parrella ha il dono di scavare nelle emozioni: pone una lente d'ingrandimento sui sentimenti, prende per mano il lettore e lo esorta a guardarsi dentro, a porsi delle domande. Come ne Lo Spazio BiancoEnciclopedia della donna e Troppa importanza all'amore, la Parrella adotta una voce potente, lucida, carica di dettagli, pregna di tutto ciò che Napoli rappresenta. Una voce accorta che descrive con arguzia emotiva, talvolta dissacrante, la profonda vastità di una città che non conosce limiti e confini in un incessante tripudio di umana bellezza.



Il Paese sommerso, una diga che non poteva essere costruita, il distacco dalle proprie terre d'origine, dalla propria casa e dagli affetti. Andarsene diventa, quindi, per alcuni un atto di vigliaccheria, per altri una lacerazione che potrebbe provocare ferite insanabili. E poi c'è chi lascia la terra natia senza guardarsi indietro, nella speranza che l'ambito domani sia migliore del presente. 
Il campanile di Curon, paesino del Sudtirolo al confine tra Austria e Svizzera, è l'ultima traccia che rimane della comunità sommersa oltre mezzo secolo fa. Resto qui di Marco Balzano (Einaudi, finalista Premio Strega 2018) è il grido di disperata solitudine di Trina e del marito Erich, che tentano di salvare la loro comunità, il loro maso, il loro piccolo paese dalla follia cieca e distruttiva che vuole, a qualunque costo, la costruzione della diga. 



Se dovessi pensare a una scenografia per questo libro, immagino un palcoscenico spoglio, il testo teatrale che si dibatte tra i personaggi principali (giovani, londinesi e intraprendenti: Stuart, Gillian e Oliver). Le loro voci danno vita a un racconto corale, struggente e ironico, a tratti violento e sofferto, dove anche il respiro ha un peso.
Con Amore, dieci anni dopo (Einaudi) Julian Barnes disegna un ritratto intimistico e brutalmente attuale di una storia d'amore come tante, dove divorzi e matrimoni, fidanzamenti, riconquiste e scalate sociali, non sono altro che i tasselli di una vita che dimostra la fragilità dei sentimenti.

Il nuotatore di John Cheever, Fandango Libri



Partendo dalla stessa "superficie levigata delle false apparenze" (F.Pivano) si dipana la disperazione dei racconti di John CheeverIl nuotatore, edito da Fandango Libri, che contiene anche Un giorno qualsiasi e Una radio straordinaria, rappresenta l'emblema della fragilità di uno scrittore e di un uomo. Dove inizia l'uno e dove finisce l'altro è difficile affermarlo con esattezza, in quanto le due figure sono strettamente legate tra loro. La vita dello scrittore, amareggiata e affranta, percorsa da brividi di instabilità, si riversa sulla carta e il lettore può scorgere in Neddy, il protagonista de Il nuotatore, il "fallimento umano" che aveva investito gli ultimi anni della carriera di Cheever, così come Jim, il personaggio de Una radio straordinaria, rappresenta le angosce dell'aristocrazia americana messe a nudo per mano delle sue stesse effimere convinzioni.

Francesco Piccolo. L'animale che mi porto dentro, Einaudi



Il maschio che si svela al lettore, che cresce e si forma di pagina in pagina, è un maschio che rifugge quell'universo che Piccolo tenta di esaminare con gli strumenti che la storia gli offre e che spesso coincidono solo con i suoi stessi sensi.
Eppure, per quanto possa scappare, il maschio che vediamo crescere alla fine si abbandona al codice della virilità, perché il bisogno di appartenenza è più forte di qualsiasi gratificazione emotiva.
Perché esiste un codice dei maschi; quasi tutte le sue voci sono difficili da ripetere in pubblico, eppure non c’è verso di metterle a tacere. Tanti anni passati a cercare di spegnere quel ronzio collettivo per poi ritrovarsi ad ascoltarlo, nel proprio intimo, nei momenti piú impensati. «Dentro di me continuerò sempre a chiedermi: siete contenti di me? sono come mi volevate?». 

Quella metà di noi di Paola CeredaGiulio Perrone Editore



Ci sono romanzi che aprono una breccia, inaspettata, nel vuoto quotidiano, romanzi nei quali è facile riconoscersi, che tendono la mano al nodo emotivo celato da qualche parte dentro di noi e che non osiamo chiamare con il proprio nome. Si tratta di romanzi potenti, che si inseriscono nella cultura collettiva di un Paese. Quella metà di noi di Paola Cereda (Giulio Perrone Editore), tra i dodici candidati al Premio Strega, è uno di questi.

E come il vento di Davide Rondoni, Fazi Editore


Le parole ci inchiodano alle nostre responsabilità. E' per questo motivo che, talvolta, si commette l'errore di pensare che basta non chiamare le cose con il proprio nome per annullarle. Il processo di annullamento di una cosa presuppone, tuttavia, l'esistenza di quella cosa.
Se annullo, se tento di cancellare qualcosa significa che quella determinata cosa è esistita.
La scrittura ci viene in aiuto. Ferma, sulla carta, le parole cristallizzandole e offrendole all'Altro, a colui che saprà accoglierle, trascenderle e trasfigurarle.
Davide Rondoni deposita nelle nostre mani un lungo racconto, E come il vento edito da Fazi, un viaggio nell'Infinito leopardiano che diventa, pagina dopo pagina, l'Infinito del poeta Rondoni, l'Infinito dell'uomo Rondoni e il nostro personale Infinito.

Lux di Eleonora Marangoni, Neri Pozza Editore


Circoscritto nello spazio di una narrazione stratificata, Lux il romanzo di Eleonora Marangoni edito da Neri Pozza, tra i dodici candidati al Premio Strega 2019, accompagna il lettore in una storia coinvolgente, che sfuma verso un pacato surrealismo restando, pur sempre, ancorata al dinamismo emotivo dei personaggi.
Le emozioni sono le vere protagoniste di questa storia, la quale si svela e si scopre al lettore con pudore. Dalle emozioni non ci si può sottrarre: lo capisce Thomas Edwards che fluttua e guarda la realtà dall'alto, non affonda nel quotidiano, non fa esperienza di quel che c'è oltre la linea di nebbia. Thomas non si espone e non si oppone alla vita. Si lascia gestire senza intervento alcuno: un modo per tutelarsi, per non sentire il mal di vivere?

Esplorare il silenzio di Nicoletta Polla-Mattiot, Enrico Damiani Editore



Ce lo ricordava Jung, il silenzio è necessario per "ricoverarsi dalla futilità delle parole". Leopardi lo equipara al linguaggio delle "forti passioni", Salvator Rosa pone il silenzio al centro del suo celebre autoritratto. "Dire che il silenzio comunica è un atto di fede" si legge nelle prime pagine dell'intenso e vibrante libro di Nicoletta Polla Mattiot, Esplorare Il Silenzio  - Enrico Damiani Editore. Ed oltre ad essere un atto di fede, il silenzio suona come un atto rivoluzionario che irrompe nel contemporaneo con acume intellettivo sgretolando l'intrattenimento triviale che certi ambienti (mediatici, nel senso più ampio del termine) ci mostrano quotidianamente. “Non basta stare zitti. Occorre uno scopo, una strategia, una volontà. Non per negare la comunicazione, ma per espanderla". Esplorare il silenzio è un viaggio corale che passa attraverso i saggi di Massimo Canevacci, Franco Farinelli, Giorgio Ieranò, Massimo Kaufmann, Giuseppe Maffei, Carlo Migliaccio, Raul Montanari, Franca Parodi Scotti, Andrea Pirovano, Alberto Schön, Manuela Trinci.

Leggero il passo sui tatami di Antonietta Pastore, Einaudi


Leggero il passo sui tatami, non è solo l'autobiografia di una donna occidentale che ha vissuto per anni in Giappone, ma è soprattutto il percorso esistenziale, il viaggio di integrazione che vede protagonista l'anima e la mente di questa donna prima ancora della sua persona fisica. La scrittrice (e traduttrice) scoprirà che ciò che reputiamo universale in realtà è molto relativo e circostanziato alla cultura nella quale siamo cresciuti. Capire questo concetto e fare un balzo in avanti nel momento in cui ci si trova in una terra lontana dalla nostra è un pregio non comune. E di questo Antonietta Pastore ne ha dato testimonianza.


Vengono altresì segnalate le seguenti letture:

  1. Se i gatti scomparissero dal mondo di Kawamura Genki, Einaudi;
  2. Avviso di chiamata di Delia Ephron, Fazi Editore;
  3. I tredici passi di Mo Yan, Einaudi;
  4. Favola di New York di Victor LaValle, Fazi Editore;
  5. La vita segreta degli scrittori di Guillaume Musso, La Nave di Teseo.
  6. Carnaio di Giulio Cavalli, Fandango Libri
  7. Memorie di una donna medico di Nawal al-Sa’dawi, Fandango Libri
  8. Oracolo manuale per scrittrici e scrittori di Giulio Mozzi, Sonzogno Editore
  9. Febbre di Jonathan Bazzi, Fandango Libri

martedì 6 agosto 2019

Tutto pronto per PordenoneLegge, la 20^ edizione della Festa del libro con gli autori

Pordenonelegge 20^ edizione - Festa del libro con gli autori
Dal 18 al 22 settembre 2019
Pordenone



Dal 18 al 22 settembre 2019 si rinnova l’appuntamento con Pordenonelegge, la Festa del Libro con gli Autori: è la ventesima edizione di una tra le più attese manifestazioni dell’agenda culturale italiana. Un traguardo importante che ci fa pensare di aver lavorato per un buon fine. Come sempre pordenonelegge cercherà di raccontare, attraverso i libri, il mondo che si agita intorno a noi, a volte con rabbia a volte con una bellezza stupefacente. E’ questa infatti da sempre la missione del festival: raccontare il mondo, sentire le sue voci, orientare in una realtà a volte sfuggente se non incomprensibile, con l’idea di fondo che i libri siano il luogo dove il sapere si stratifica e si intreccia. Pordenonelegge diventa il luogo di un confronto ampio, vario e senza pregiudiziali: dalla saggistica, all’economia, al linguaggio pop, alle contaminazioni fra musica teatro e letteratura. Un’ultima avvertenza: così come il mondo non si riduce a un unico pensiero, anche il festival avrà diversi percorsi possibili, linee che possono incrociarsi oppure non incontrarsi mai; e quindi i lettori che affolleranno le strade di Pordenone, dovranno cercare nella ricca offerta del programma quel particolare viaggio di dialoghi, incontri e discorsi che formerà l’unico itinerario della propria immaginazione: la “loro” pordenonelegge.

La prima notizia è il conferimento a Svetlana Aleksievi del Premio Crédit Agricole FriulAdria La storia in un romanzo, promosso da Crédit Agricole FriulAdria per aver raccontato, con partecipazione e sincerità, il dramma corale di vittime e carnefici della Grande Utopia comunista. Sullo sfondo della tragedia collettiva legata al crollo dell’Unione Sovietica e della problematica nascita di una nuova Russia, Aleksievič ha raccolto le storie di contadini, operai, studenti, intellettuali, nonché dimenticati eroi che non hanno saputo rassegnarsi al tramonto del sole dell’avvenire. Con una particolare attenzione all’epopea delle donne, Aleksievič ci ha fornito uno spaccato della tramontata civiltà comunista, resa viva dal potente dono della scrittura, che permette all’autrice di rendere vibranti e universali le testimonianze raccolte.

Anche quest’anno a pordenonelegge.it ci saranno grandi nomi della letteratura italiana e internazionale, con un programma che unisce firme consacrate a scrittori esordienti. Innanzitutto, a inaugurare ufficialmente il festival sarà una serata dedicata a un grande amico di pordenonelegge e della città, lo scrittore Javier Cercas, che ci parlerà della sua vocazione letteraria e dei romanzi che la hanno alimentata. Michela Marzano ci porterà invece dentro una storia dove narrazione e memoria incontrano gli affetti di famiglia; un sortilegio famigliare che conduce alla paura e al sospetto verso ogni forma di desiderio sarà invece protagonista del romanzo di Nadia Terranova. Pietro Spirito esplorerà il fondo del mare, seguendo le tracce lasciate dall’uomo nel corso dei secoli. Giaime Alonge ci condurrà dentro un thriller storico, che affonda nelle colpe e nelle connivenze col nazismo. Tinte gialle o di spy story anche per i romanzi di Andrea Purgatori, ambientato in una Europa piena di intrighi; di Ottavia Casagrande, che racconta, con ritmi alla James Bond, la figura di Raimondo Lanza di Trabia; di Ilaria Tuti con il secondo romanzo dedicato alla sua detective, Teresa Battaglia; e di Giovanni Zanolin, che indaga la misteriosa struttura di potere che governa un pezzo di Nordest. La storia recente sarà protagonista dei libri di Giovanni Pacchiano e di Massimiliano Santarossa, mentre Stefania Auci ci porterà più lontano, nella Sicilia dell’Ottocento sulle tracce della famiglia Florio. Ambientato nei primi mesi del 1907, nelMonastero di San Lazzaro degli Armeni a Venezia, l’esordio di Emanuele Termini. Giallo anche per Annalisa Strada che presta la sua voce ironica a Clotilde Grossi, la sua protagonista investigatrice. Intelligentemente divertente è l’ultimo romanzo di Piersandro Pallavicini, che si prende gioco delle futilità e dei narcisismi dell’ambiente letterario. Mentre Cinzia Leone proporrà un romanzo che, nella gioia della narrazione, rifletterà sull'identità e sulla tolleranza. Giovanni Grasso ci porterà in Germania, negli anni Trenta, per una storia d’amore e ingiustizia sull’importanza di decidere da che parte stare. Corde che riguardano invece da vicino i nostri tempi saranno quelle toccate da Enrico Galiano, attento osservatore di sentimenti e emozioni contemporanei; da Eraldo Affinati che traccerà le relazioni tra educare e vivere; da Ginevra Lamberti con uno spensierato libro sulla morte; da Francesco Mandelli, sui nuovi padri; da Concita De Gregorio con un perturbante romanzo sul potere; da Mauro Covacich che continua a specchiarsi fisicamente e moralmente in sé stesso e nei tempi in cui vive; da Aldo Cazzullo che insieme con Fabrizio Roncone ha scritto un mistery ambientato nella Roma contemporanea; e infine da Chiara Valerio con un vorticante apologo sulla necessità delle ferite quotidiane. Michela Murgia racconterà invece dieci storie di donne anticonformiste, scomode, spesso antipatiche, talentuosissime; e Loreta Minutilli, attraverso la figura di Elena di Sparta, rivendicherà il dritto di tutte le donne di esprimersi non rimanendo imprigionate nel proprio corpo. Francesco Piccolo spiegherà invece come è la formazione di un qualsiasi maschio contemporaneo. Valerio Massimo Manfredi si soffermerà sul sentimento italiano, vita storia e natura di un popolo inimitabile. Michele Zisa racconterà la parabola di un probabile destino del mondo. Matteo Codignola sarà invece il biografo delle vite di grandi tennisti del passato, Fulvio Ervas si soffermerà su una figura importante ma spesso dimenticata nella vita famigliare, il nonno, mentre Piero Vigutto ci porterà nella seconda guerra mondiale tra amore, avventura, amicizia.

Pordenonelegge si caratterizza anche per i suoi dialoghi inediti, un modo a volte sorprendente per scoprire aspetti nuovi di un libro, attraverso la vicinanza o il contrasto fra gli interlocutori. Dialogo straordinario, su crimini e criminali, sarà quello fra due re del noir, Gianrico Carofiglio e Giancarlo De Cataldo. Il mondo contemporaneo visto sia nel lavoro che nella famiglia, tra segreti e affetti misconosciuti, sarà al centro delle conversazioni fra Eleonora Molisani e Francesco Musolino, caratterizzata da forte taglio sociale e esistenziale; tra Simona Sparaco e Loredana Lipperini, per l’aspetto affettivo e magico; e tra Fabio Geda e Romana Petri, più concentrati su quello che in famiglia non si dice e sugli errori commessi nel passato. Marco Missiroli e Marino Niola dialogheranno sul tema della seduzione, mentre Emanuele Trevi e Alessandro Zaccuri sulle intersezioni tra vita e letteratura. In modo simile, tra letteratura e esperienza, Davide Barilli e Massimo Onofri si chiederanno quanto in ognuno di noi si può definire un’isola. Invece Lorenzo Pavolini e Romolo Bugaro si interrogheranno sull’influenza del passato generazionale sulla vita quotidiana. Giovani che cercano un futuro e una dimensione più autentica di vita saranno i protagonisti del dialogo fra Paolo Valentino e Maura Maioli. Cuori fanatici, amicizia e rapporti epifanici per la conversazione fra Edoardo Albinati e Valeria Parrella. Tra sentimenti e leggerezza si svolgerà il dialogo fra Lorenzo Marone e Cristina Caboni, mentre Mirella Serri e Zita Dazzi ci porteranno a conoscere storie di resistenza e libertà. Maria Pia De Conto e Stefano Zangrando dialogheranno su Berlino e il crollo del muro. Massimo Rizzante, Sylvie Richterova e Bozidar Stanisic parleranno dell'esilio ieri e oggi, tra romanzo e saggio. Francesco Pecoraro e Domenico De Masi, da due punti di vista diversi, ci porteranno a conoscere meglio una città al centro di grandi amori e grandi polemiche: Roma. Infine Mauro Corona e Matteo Righetto racconteranno la montagna attraverso una serie di parole che racchiudono un mondo: da Alba a Zuppa. Molto spazio sarà anche riservato alla critica, o alla riflessione sulla letteratura. Lorenzo Tomasin, insieme a Giuseppe Patota, sottolineerà la natura linguistica della stessa nozione di storia. Serena Vitale ci parlerà di un piccolo capolavoro della letteratura russa, Sonecka di Marina Cvetaeva, mentre i Classici contro Alberto Camerotto, Marcella Farioli, Alessandro Iannucci e Massimo Manca si chiederanno come diventare cittadini Europei. Dedicati a Dante e curati da Alberto Casadei, saranno il dialogo fra Chiara Valerio e Alberto Giuliani su infinito e immortalità nell’opera del grande poeta fiorentino e l’incontro con Domenico De Martino sulle parole che Dante ha usato o addirittura inventato. Marco Balzano e Leonardo G. Luccone dialogheranno intorno all’importanza delle parole e al punteggiare rapido e accorto. Giulio Mozzi metterà in pratica il suo recente Oracolo manuale attraverso il colloquio con aspiranti scrittori. Filippo La Porta parlerà invece di un grande critico, Nicola Chiaromonte; mentre Mauro Novelli ci farà viaggiare nelle case dei grandi scrittori italiani. Infine Federico Faloppa ci porterà la sua esperienza in un campo affascinante per natura, quello dell’indicibile varietà linguistica delle popolazioni umane. 

Continua poi anche quest’anno la preziosa collaborazione tra pordenonelegge e il Premio Campiello Letteratura. Nella serata di apertura sarà presente il vincitore della 57^ edizione del Premio Campiello e un secondo appuntamento sarà invece dedicato al Campiello Giovani, con la partecipazione dei cinque giovanissimi finalisti e di un testimonial d’eccezione. Nuova sarà la presentazione del Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, ponendo in rilievo la sua attenzione per la natura e l’ambiente. 

Non mancherà l’appuntamento dedicato al Premio Scrivere per Amore, che ampia quest’anno i suoi orizzonti. 
Infine la felice collaborazione con il Premio Hemingway di Lignano Sabbiadoro avrà un incontro dedicato. 

Di straordinaria rilevanza è anche la presenza di autori stranieri, perché pordenonelegge da sempre vuole essere un ingranaggio di trasmissione della conoscenza, e aprire finestre sulle realtà più lontane e significative del pianeta. Oltre al già citato Cercas, altri due grandi scrittori verranno dalla penisola iberica, Manuel Vilas, autore del romanzo rivelazione dell’anno, un’autobiografia dolente e sincera, e Ildefonso Falcones, dai folgoranti e documentatissimi romanzi storici. Graditissimo è il ritorno di uno dei più amati scrittori al mondo, l’israeliano David Grossman, che parlerà dei rapporti tra letteratura e vita. Quattro tra i migliori giallisti a livello internazionale, saranno protagonisti di altrettanti incontri: i tedeschi Wulf Dorn e Simone Buchholz, l’inglese Stuart Turton, e la canadese Andrée A. Michaud, con le loro storie piene di mistero, enigmi e umanità. Noir anche per Tahar Ben Jelloun che ha creato un personaggio capace di commettere crimini perfetti come quelli del cinema, in una spirale inquietante di bisogno e violenza; e per Sara Shepard che, dopo lo straordinario successo internazionale di Pretty Little Liars, torna in libreria con un nuovo romanzo carico di suspense e mistero. L'autrice francese Marie-Aude Murail ci consegna un’indagine profonda dell’animo umano e dei tempi complessi in cui viviamo, affrontandoli senza tabù e con straordinaria sensibilità. L’irlandese Peter Cunningham ci porterà a conoscere il suo ultimo libro, un’opera potente e sensuale, con scene di guerra brillantemente evocate. Stéphanie Hochet ci condurrà invece sulle tracce del Minotauro, per una sapiente e ironica rivisitazione del mito. Mentre l’olandese Jan Brokken comporrà l'incalzante ritratto di un eroe visionario con il fascino di un Fitzcarraldo, colto e selvatico, passionale e misantropo. Imre Oravecz e David Szalay ci proporranno il primo un romanzo in versi che racconta in 99 istantanee la storia di un amore, e il secondo dodici racconti tenuti insieme dal tema del volo, del viaggio, dell’aria. Dall’est europeo anche la macedone Rumena Buzharovska, con le sue storie di mariti raccontate dalle donne della loro vita, e la slovena Bronja Zakelj. Mentre Timur Vermes, autore di Lui è tornato, immaginerà l’Europa e in particolare la Germania alle prese con politiche sociali che devono fronteggiare ondate di immigrati. Long Litt Woon, antropologa e scrittrice norvegese di origini malesi, con un libro molto particolare ci parlerà di elaborazione del lutto e di funghi. Nordica è anche Hanne Ørstavik che spiegherà quale distanza c’è, non solo tra le persone, ma anche tra ogni persona e sé stessa. Mentre Saskia Vogel, americana che vive a Berlino, debutterà con un romanzo profondamente femminista che racconta la solitudine e il potere. Daniel Saldaña Parìs offrirà uno sguardo sul Messico e sull’America Latina. Concludiamo con lo scrittore ucraino Aleksej Nikitin che ci farà a conoscere, con ironia e profondità, la Kiev sovietica degli anni Ottanta. Non sempre i libri hanno una vocazione verso la fiction. Spesso cerchiamo tra le pagine un senso e un orientamento rispetto a ciò che succede nel nostro tempo. 

Cospicua a pordenonelegge la presenza di alcuni dei più noti giornalisti italiani: innanzitutto Bruno Vespa, che nei cinquant’anni dall’allunaggio racconterà, da cronista d’eccellenza, questa straordinaria avventura. Beppe Severgnini e Mario Calabresi, in due diversi incontri, ripercorreranno le loro vite a stretto contatto con le notizie, mentre Federico Rampini racconterà i paesi e i continenti in cui ha vissuto, nella sua vita da nomade globale. Carlo Verdelli ci spiegherà come il problema dell'informazione si conferma essere più che mai cruciale per la nostra democrazia. Ferruccio De Bortoli proporrà una serie di appunti per una riscossa civica, con la convinzione che il nostro paese si salverà. Enzo Risso discuterà della fine delle grandi ideologie alle nuove identità politiche. Intorno all’Europa dialogheranno Renato Mannheimer e Giorgio Pacifici, mentre un altro sondaggista Nando Pagnoncelli ci parlerà di tutte le percezioni sfasate che abbiamo sull’Italia. Più lontano – sulle rotte della via della Seta - ci porteranno invece gli incontri con Alessandro Giraudo, con Antonio Selvatici e il dialogo fra Matteo Bressan e Domitilla Savignoni, un focus per conoscere e approfondire storia, insidie e possibilità di un grande paese come la Cina. Padre Agbonkhianmeghe Orobator, con le sue confessioni di un animista, ha scritto un brillante saggio teologico sul rapporto tra cristianesimo e animismo in Africa; e Ziauddin Yousafzai,  padre di Malala Yousafzai presenterà in anteprima il saggio dal titolo Lasciatela volare. Emanuele Bompan e Riccardo Pravettoni, delineeranno invece un Atlante dell’acqua. Le esperienze personali, famigliari e sportive, saranno al centro di altrettanti incontri con Jacopo Fo e Dan Peterson. Grandi avventure umane saranno raccontate anche da Arrigo Sacchi, innovatore del calcio moderno, in dialogo con Luigi Garlando, e da Jan Slangen, comandante delle Frecce tricolori. Marino Bartoletti parlerà del prato del calcio, luogo in cui nascono solide amicizie, per insegnare a grandi e piccoli qual è il vero valore dello sport. 

La scuola, tra presente e futuro, tra pratiche quotidiane e concrete prospettive di vita, sarà protagonista degli incontri con Daniele Grassucci su cosa succede dopo il ciclo di studi; con Mariapia Veladiano, sulle parole della scuola; e con Giovanni Ciot, che propone un ironico vademecum per sopravvivere in un mondo scolastico alla deriva. 

Di giovani, Europa, lavoro e futuro tratterà il dialogo tra Edoardo Vigna e Fabio Filocamo. Massimo Cirri e Andrea Segrè cercheranno invece di spiegare come si possono evitare gli sprechi per rendere la nostra vita più felice ed economica, mentre Michele Maio ci dirà perché il cancro ha già perso, e Francesco Cannadoro racconterà la lotta di un padre contro la malattia degenerativa e sconosciuta del figlio. Angelo Floramo si soffermerà sulla sensualità del libro, piccole erranze sensoriali tra manoscritti e libri antichi. Tragico e molto legato al tempo in cui viviamo il tema del saggio di Cristina Cattaneo che cerca di dare un nome ai naufraghi senza volto, alle vittime del Mediterraneo. 

Sempre il Mediterraneo al centro dell’incontro con Amedeo Feniello e Alessandro Vanoli che tenteranno di raccontarne la storia in venti oggetti. Emanuela Iacchia ci parlerà invece di un problema diffuso ma spesso sconosciuto, il mutismo selettivo, mentre Fabrizio Barca si soffermerà su disuguaglianze e disagi sociali con lo scopo di abitare di nuovo l’Italia, e Fabio Chiusi ci condurrà in viaggio dentro un mondo in cui i confini fra virtuale e reale tendono a sovrapporsi. 

Viaggio, ma questo volta molto reale, anche per Luigi Nacci, che ormai da anni fa del camminare una filosofia di vita. Filippo Boni parlerà invece dell’ultimo soldato di Cefalonia, Bruno Bertoldi. Susanna Tartaro, autrice e curatrice radiofonica, entrerà nel vivo di uno dei mezzi di comunicazione più affascinanti, la radio, appunto. 

Anna Linda Callow si addentrerà nella lingua che visse due volte, l’ebraico. Irene Soave ci parlerà invece di un divertente Galateo per ragazze da marito. Marianna Maiorino spiegherà la sinestesia, fra arte scienza e esoterismo. Fulvio Comin racconterà la storia della nostra città, Pordenone, mentre Francesco Boni de Nobili parlerà dello stemmario di Pordenone. Giuseppe Ragogna si occuperà di come le famiglie possono rinascere, salvate dalla forza di riscatto dei bambini in affido. Monsignor Bruno Fabio Pighin e don Renato De Zan discuteranno delle nuove scoperte sulla storica figura del cardinale Celso Costantini. Mentre Paolo Medeossi ci farà conoscere il Sessantotto friulano e dintorni. Infine Romano Vecchiet, Sara Palluello, Luigi Cantamessa e Giuseppe Morandini dialogheranno intorno alla pedemontana Gemona Sacile e cioè sul romanticismo del viaggio in treno. Molto vicino al tema anche Giuseppe Nogarino che si soffermerà sulle tre ferrovie di Pordenone. Ritorna al festival il Premio di Giornalismo Sportivo Libertas FVG, aperto a tutti i ragazzi delle scuole del FVG, in un incontro con Bruno Pizzul, Manuela Di Centa, Tino Zava, Antonio Simeoli, Alessandro Talotti, Michela Carli, Mauro Baron e Pierpaolo Simonato. La montagna e il rapporto con la natura sono sempre temi privilegiati di pordenonelegge, e anche quest’anno saranno sviluppati con ospiti di eccezione: Alessandro Boscarino ci farà conoscere la storia della montagna impossibile, il K2; Paolo Ascenzi e Alessandro Gogna getteranno luce nuova sul fenomeno dell'alpinismo senza-guida; Leonardo Bizzaro spiegherà come anche i gialli si possono ambientare in alta quota; e infine Alex Cittadella proporrà una breve storia delle Alpi tra clima e meteorologia. Questi incontri sono curati da Luca Calzolari e Roberto Mantovani. Ripercorrendo le montagne della sua vita, Massimiliano Ossini,racconterà l'amore e l'amicizia, le gioie della famiglia e il miracolo della paternità. Daniele Zovi invece ci porterà in giro per l’Italia selvatica: con storie di orsi, lupi e cinghiali. Gabriele Centazzo, Salvatore Giannella, David Monacchi, e Richard Samson Odingo affronteranno un tema di profonda suggestione: il progetto di creare un’arca immateriale che custodisca i suoni del mondo naturale. Giuseppe Barbera farà un viaggio tra gli alberi da frutto del Mediterraneo, tra scienza e letteratura, mentre Pierluigi Rossi, insieme a Patrizio Roversi, spiegherà che dobbiamo passare dal calcolo delle calorie giornaliere ad una alimentazione sempre più attenta e consapevole.

Tra arte e letteratura gli intrecci sono molteplici e pordenonelegge li racconterà. Innanzitutto il critico Flavio Caroli proporrà un elogio della modernità pittorica da Turner a Picasso. Ferdinando Scianna racconterà la sua fotografia, fatta di istanti e luoghi. Mentre Manlio Brusatin ci parlerà del cappello di Leonardo, e cioè comporrà una storia sulla forma delle immagini. Un grande artista, Bernardino Luino, insieme con il critico Roberto Cresti ricostruiranno alcune vicende dell’arte dell’ultimo Novecento attraverso la testimonianza dello stesso Luino. Mentre Luigi Molinis racconterà gli aneddoti e le passioni della sua vita da architetto. A contorno della mostra fotografica Cape Town, la seconda città, Letterio Scopelliti, Davide De Blasi e Cécile Kashetu Kyenge parleranno del Sudafrica senza Mandela. Giovanni Callegari e Andrea Simionato illustreranno il fondo fotografico di Gio Batta Sina. Alcuni incontri sono poi riservati al fumetto: Davide Toffolo, in dialogo con Alessandro Baronciani, parlerà di venti anni di graphic novel in Italia; Igort del suo nuovo libro Kokoro, il suono nascosto delle cose; Roberto Battestini proporrà una storia per immagini dove cronaca nera e cronaca familiare si fondono e arrivano al cuore. A pordenonelegge anche l’importante illustratrice francese Rebecca Dautremer, con la storia di Jacominus Gainsborough. E il regista Ferdinando Vicentini Organi, che ha scritto invece 12 racconti corredati da altrettanti frammenti di arte contemporanea. Infine Luca Crovi, accompagnato dalle spettacolari illustrazioni di Paolo Barbieri, dipingerà una Milano fantastica e misteriosa, magica e persino steampunk.

Anche quest’anno, pordenonelegge proporrà una serie di incontri sul tema dell’economia legata all’etica e all’innovazione. Innanzitutto, Stefano Zamagni, ci parlerà di cooperazione di come possa essere spiegata ai millennials. Zamagni sarà anche protagonista di un dialogo con Luigino Bruni, dedicato all’economia civile, e in sostanza al bisogno sentito socialmente di contemperare le regole economiche con le esigenze di un nuovo umanesimo.

Anche Jacopo Sforzi e Pier Angelo Mori spiegheranno come funzionano le imprese di comunità e quali sono i loro tratti fondanti. Mentre Antonio Calabrò traccerà le forme di una impresa riformista, con un sistema di valori d'innovazione positiva, attenzione ambientale, solidarietà, responsabilità sociale. Infine Stefano Miani e Riccardo Viale si occuperanno di “finanza comportamentale”.

Di straordinario spessore sarà la qualità degli incontri dedicati alla storia, alla scienza e alla filosofia. Innanzitutto, di assoluto interesse sarà il dialogo fra due forti personalità della cultura italiana Alberto Asor Rosa e Massimo Cacciari, intorno a Machiavelli e all’inquietudine dell’umanesimo. Mentre un grande storico, Carlo Ginzburg, proporrà un inatteso accostamento fra lo stesso Machiavelli e Pascal. Corrado Augias leggerà i vangeli come fossero romanzi, mentre Ilaria Simeone ci spiegherà come funzionava la macchina della giustizia che condannava le streghe nel secolo della rivoluzione scientifica. Altrettanto interessanti saranno i dialoghi fra Luciano Mecacci e Luciano Canfora, su una tragedia dimenticata della recente storia russa; fra Elisabetta Moro e Nadia Fusini, sulla forza ancora attuale del mito, e fra Jacques Rupnik e Guido Crainz sulle due Europe dopo il crollo del comunismo. Luciano Canfora sarà protagonista anche di un incontro dedicato a Concetto Marchesi e il comunismo italiano. Alain Touraine sosterrà un elogio della modernità; di altro avviso sarà la provocatoria lezione di Armand Farrachi che si chiederà e ci chiederà perché stiamo diventando sempre più stupidi. Ivano Dionigi ci esorterà a osare di sapere, contro la paura e l’ignoranza. Attraverso lo studio di personalità esemplari, Riccardo Calimani cercherà di spiegare ai non ebrei cosa significa essere ebrei, mentre Mauro Magatti ci parlerà della sfida cattolica e cioè del cristianesimo del futuro. Tre incontri saranno poi dedicati all’amore. Eva Cantarella si soffermerà sull’amore come era percepito dagli antichi, per capire che un sentimento che sembra sempre uguale, in realtà nasconde visioni profondamente diverse.

Massimo Recalcati terrà una lezione su il destino dell’amore, chiedendosi quali siano i margini di verità nella promessa degli amanti. La pressante domanda sul perché l’amore finisce, sarà invece al centro del dialogo fra Paolo Crepet e Alessandra Arachi. Giulio Giorello e Pietro Greco porranno in evidenza lo stretto rapporto tra sviluppo economico, politico e culturale e investimento nei saperi scientifici. Fritjof Capra, prendendo le mosse da Leonardo Da Vinci, spiegherà che l’universo è una fitta rete di relazioni e che le piante sono il modello più straordinario di rete che si possa studiare. Francesca Rossi ci illustrerà le novità e i pericoli di uno dei temi più caldi del presente, l’intelligenza artificiale.

Anche il matematico Marcus Du Sautoy, maestro riconosciuto della divulgazione, dipanerà il mistero della creatività umana, attraverso le ultime frontiere dell’intelligenza artificiale. Patrizia Caraveo, tra scienza e storia, ripercorrerà la grande impresa che ha portato l’uomo sulla luna. Amedeo Balbi ci aiuterà a capire l’avventura scientifica che ha spinto l’uomo a conoscere e a teorizzare l’universo. Mentre Giacomo Rizzolatti e Corrado Sinigaglia spiegheranno che, grazie ai neuroni specchio, quello di cui facciamo esperienza quando osserviamo gli altri agire non è poi così diverso da quello di cui facciamo esperienza quando agiamo in prima persona. Andrea Moro racconterà le vicende di lingue barbariche e di idiomi ritenuti superiori, per scoprire che conoscere meglio come parliamo può insegnarci molto su chi siamo.

Don Luciano Padovese spiegherà come vita serena non dipende mai da grandi eventi, ma dall’impegno di rendere straordinario ogni momento ordinario della propria esistenza. Matteo Venier terrà una lezione sulle Opere edite e inedite di un umanista europeo, Iacopo di Porcia. Mentre Fabiana Martini, Fabiana Nascimben, Francesco Stoppa e Laura Lionetti parleranno della città delle donne, quando la paura dell’altro genera violenza. Beatrice Bonato, Francesca Scaramuzza, Mauro Magatti e Massimo De Bortoli approfondiranno questioni filosofiche e antropologiche: la reciprocità, il riconoscimento, il dispendio e il sacrificio, l’economia del soggetto in rapporto alla verità. Infine Raoul Kirchmayr si interrogherà intorno all’esperienza del vedere che porta a ripensare non solo il che cosa si vede ma anche il chi vede.

Anche quest’anno, importante sarà la collaborazione con l’Enciclopedia Treccani, sui temi della formazione e dell’autoformazione basata sulla conoscenza. Il lavoro dell’Enciclopedia Treccani continua quindi con il suo progetto formativo, Treccani libreria, di cui proponiamo alcuni importanti esiti. Innanzitutto Giuliano Amato proporrà una lectio magistralis dal titolo Davanti a noi l'Europa di Spinelli; Telmo Pievani presenterà Evoluzione culturale di Luigi Luca Cavalli-Sforza. E infine verrà presentata la rivista quadrimestrale Enciclopedia Italiana edita da Treccani, a cura di Emma Giammattei e Vincenzo Trione. Anche per questa edizione 2019 grande spazio occupa la poesia, un vero e proprio “festival nel festival” che non ha paragoni in Italia per qualità degli autori e ricchezza delle proposte, tanto che pordenonelegge è uno degli appuntamenti più attesi a apprezzati dai poeti e dagli appassionati di poesia.

Innanzitutto va ricordato il lavoro editoriale di pordenonelegge in collaborazione con l’editore LietoColle, nelle due versioni cartaceo e e-book, e in autonomia solo in versione e-book. Per tale risultato, oltre a Michelangelo Camelliti, che è l’editore LietoColle, si riconoscono i contributi di Augusto Pivanti, valido sostegno per le “Gialle”, e di Roberto Cescon. In particolare per il sesto anno ritorna “La Gialla” con le cinque nuove proposte del 2019, Fabio Prestifilippo, Francesca Ippoliti, Francesca Santucci, Francesco Maria Tipaldi e Francesco Tripaldi, presentati da Augusto Pivanti e Roberto Cescon: sono opere che offrono esordi o consolidano voci poetiche già note, riunite in una comune intenzione, che è ancora una volta quella di ascoltare voci sincere e di “dare credito alla poesia”. Inoltre per il quarto anno la “Gialla Oro” consacra il nuovo spazio editoriale con cinque autori di grande rilievo nel panorama nazionale e internazionale, Kate Clanchy, Maël Guesdon, Tiziana Cera Rosco, Ivan Crico, Giovanna Rosadini e Paolo Maccari, presentati da Michelangelo Camelliti e Gian Mario Villalta.

È la risposta alla richiesta di una partecipazione più ampia e condivisa che nasce nei luoghi dove la scrittura poetica trova una sua casa. Là dove non osano i grandi editori, pordenonelegge si prende la responsabilità di puntare su una poesia che rinnova voce e tematiche della grande poesia straniera. Oltre a tutto questo, due grandi poeti saranno ospiti del festival, il gallese Patrick McGuinness, presentato da Giorgia Sensi, e il turco Metin Cengiz, presentato da Laura Garavaglia.

Il luogo privilegiato degli incontri di poesia sarà ancora a Palazzo Gregoris la seguitissima Libreria della Poesia - realizzata in collaborazione con Librerie Coop - che per il terzo anno di seguito ha riscosso un notevole successo non solo a Pordenone, ma anche al Salone Internazionale del Libro di Torino, dove ormai da anni pordenonelegge propone diversi importanti appuntamenti poetici sotto l’egida della Regione Friuli Venezia Giulia. Moltissimi gli incontri che si succederanno presso la Libreria della poesia, a cominciare da giovedì 20 settembre alle 16.00 con Domenico Cipriano e Gianluca D’Andrea, che dialogheranno sul fare poetico nel nostro tempo e il confronto con la tradizione novecentesca. Milo De Angelis, con Lorenzo Chiuchiù, presenterà Poesia e destino, una delle opere di poetica più significative degli ultimi decenni, di recente ristampato: un’occasione per chiedere a sé stesso quanto di quelle istanze ancora sopravvive. Sempre De Angelis terrà una lezione sul De rerum natura di Lucrezio, di cui ha tradotto alcuni frammenti, con letture di Viviana Nicodemo. Massimo Raffaeli dialogherà sulla letteratura francese e europea con Tommaso Giartosio, proponendo un punto di vista finissimo ed eccentrico, frutto di un lavoro ventennale. Uno sguardo particolare sarà dedicato alla poesia romantica con il Meridiano dedicato all’opera di  Keats, curato da Nadia Fusini, e quello dedicato a Hölderlin, ad opera di Luigi Reitani, in un incontro con Maria Carolina Foi e le letture di Tommaso Ragno. Sabato 21 settembre Stefano Dal Bianco e Alberto Bertoni dialogheranno sulle direzioni della poesia contemporanea a partire dai loro ultimi libri e sotto la Loggia del Municipio ci sarà un omaggio all’opera di Fabio Pusterla con la proiezione del trailer del documentario realizzato da Francesco Ferri. Due incontri sulla rinnovata lettura di due grandi poeti della modernità, Montale e Leopardi: Ida Campeggiani e Niccolò Scaffai presenteranno l’edizione critica da loro curata de La bufera e altro, mentre Davide Rondoni, che dallo scorso anno promuove suggestive iniziative sul poeta di Recanati, in occasione del bicentenario dell’Infinito, con la sua intelligente capacità seduttiva darà una personale lettura di questo autore.

Novità di quest’anno è I poeti di vent’anni. Premio Pordenonelegge Poesia, con il quale pordenonelegge rinnova un’attenzione già consolidata per la poesia, che nel tempo ha saputo sia porre questioni sull’orizzonte di un genere che muta pelle tra le generazioni, sia coinvolgere chi scrive e legge poesia in iniziative di rilievo. In questo caso pordenonelegge continua con immutata passione a cercare il fare poetico che si rinnova, dedicando il premio ai nati dall’1 gennaio 1989 al 31 dicembre 1998. Il vincitore verrà proclamato tra una terna di finalisti, scelti entro il 31 luglio dalla giuria, composta da Roberto Cescon, Azzurra D’Agostino, Tommaso Di Dio, Massimo Gezzi e Franca Mancinelli. L’attenzione di pordenonelegge per i giovani si rivolge inoltre alle scuole superiori con due workshop per il biennio condotti dalla poetessa Isabella Leardini, che spesso ha guidato con successo queste interessanti esperienze.

Tra le molte proposte su singole opere uscite nel corso dell’anno o di fresca edizione a settembre, ci saranno: Giardino della gioia di Maria Grazia Calandrone, Sindrome del distacco e tregua di Maurizio Cucchi, Il conoscente di Umberto Fiori, L’alea di Laura Pugno, Belluno di Patrizia Valduga, Alter di Christian Sinicco, Residence cielo di Stefano Simoncelli, Come sarei felice di Tommaso Giartosio, Calende di Elia Malagò. Franco Buffoni presenterà il XIV Quaderno italiano di poesia contemporanea con Pietro Cardelli, Carmen Gallo, Maddalena Lotter e Giovanna Cristina Vivinetto, mentre verranno ancora proposte le nuove plaquettes della collana A27 di Amos Edizioni con Stefano Raimondi e Marco Villa, presentati da Sebastiano Gatto, Maddalena Lotter e Giovanni Turra. Vincenzo Bagnoli, Vito Bonito, Fabrizio Lombardo, Vittoriano Masciullo, Marilena Renda, insieme a Giorgia Sensi e Jenny Mitchell, presenteranno l’ultimo numero della rivista Versodove, che da più di vent’anni si occupa di letteratura e delle sue contaminazioni con altre arti. Non poteva mancare a pordenonelegge l’attenzione per la poesia nelle lingue minori, a cominciare dalla presenza del rinnovato Premio Giuseppe Malattia della Vallata e del Premio Pierluigi Cappello con Roberto Piumini e Emilio Rentocchini, e il vincitore del premio Malattia. Presenta Christian Sinicco; commento musicale di Erika e Gianni Fassetta. Giovedì 19 settembre sotto la Loggia del Municipio ci saranno due appuntamenti dedicati alla poesia di Federico Tavan: una intensa lettura di Alessandro
Mezzena Lona e un dialogo tra Mauro Corona, Pier Gaspardo, Federica Guerra e Viviana Piccolo ci restituiranno lo stupito stare nel mondo di questo autore così desideroso di vita. E come dimenticare le letture poetiche, a cominciare dai due incontri di mercoledì 18 sui Nuovi libri di poesia con Maurizio Benedetti, Fabio Franzin, Ferruccio Giaccherini, Andrea Longega, Luigi Natale, Claudio Pasi, Francesca Piovesan e Lino Roncali, fino alle classiche letture serali di venerdì 20 e domenica 22 alle 21 sotto la Loggia del Municipio con Franco Buffoni, Pietro Cardelli, Valentina Colonna, Maurizio Cucchi, Milo De Angelis, Umberto Fiori, Carmen Gallo, Tommaso Giartosio, Cristiano Poletti, Fabio Pusterla, Stefano Simoncelli e Giovanna Cristina Vivinetto.

Nella Libreria della Poesia domenica 22, per tutto l’arco della giornata, sarà presente La tua voce poetica, uno spazio dove chiunque potrà leggere una poesia e visualizzare la propria voce in un grafico. Si immagini per segnalibro, o come salvaschermo del cellulare, un po’ per scherzo o molto sul serio, il disegno che l’Infinito di Leopardi ha prodotto con la propria voce. L’iniziativa, ideata da Valentina Colonna con il supporto di Mikka Petris, fa parte di VIP – Voices of Italian Poets, un archivio sonoro, accessibile a tutti, che raccoglie le letture originali degli autori del Novecento e quelle di testi editi e inediti di poeti contemporanei. Parte quest’anno un nuovo progetto 7 parole per i prossimi vent’anni, che si fonda su una idea semplice quanto autentica: pordenonelegge per venti anni ha giocato intorno alle parole, proponendole, raccontandole, eludendole a volte, lasciando che sedimentassero nella coscienza di chi seguiva gli incontri. Queste parole sono diventate come costellazioni piene di significato che ci hanno accompagnato, permettendoci di capire meglio il mondo in cui viviamo, o dandoci un concreto orientamento per le scelte di vita quotidiane. Cosa di meglio allora, per festeggiare i venti anni, che fare il punto sulle parole che ci hanno fornito le chiavi del presente, e provare a immaginare quali saranno le parole che decreteranno il nostro futuro. Sessualità, paura, musica, razza, mito, amicizia e bellezza saranno le sette parole che troveranno come interpreti, con dialoghi e lezioni magistrali, Antonia Arslan, Guido Barbujani, Carlo Boccadoro, Marcello Fois, Nadia Fusini, Franco La Cecla, Beatrice Masini, Elisabetta Moro, Lucetta Scaraffia e Simona Vinci.

Parole in scena. La letteratura spesso si intreccia con la voce viva degli attori e con il calore del palcoscenico. Innanzitutto, straordinaria sarà la presenza di un uomo che ha fatto la storia della televisione in Italia, Pippo Baudo, che ci racconterà il dietro le quinte della sua memorabile carriera. Ricordi dal palcoscenico anche un per altro mostro sacro del teatro italiano, Umberto Orsini, e per una presenza televisiva molto amata dal pubblico, Rita Dalla Chiesa. Un altro protagonista del piccolo schermo, Massimo Giletti, ci farà conoscere la storia delle sorelle Napoli, che non si arrendono alla mafia. Francesco Guccini presenterà invece il suo ultimo libro, Tralummescuro. Angelo Guglielmi proporrà un piccolo breviario laico, costituito di ricordi autobiografici, giudizi e considerazioni sulla letteratura. Enrico Vanzina parlerà invece del legame quasi simbiotico che aveva tenuto stretto al fratello Carlo.

Mentre Marta Perego racconterà le grandi donne del cinema. Pino Roveredo e Ornella Vanoni daranno vita a un dialogo inedito intorno alla storia di una donna al capezzale del marito che l’ha umiliata e offesa. Michele Santeramo offrirà una lettura scenica da lui stesso interpretata intitolata “Leonardo da Vinci - L’Opera nascosta”. Telmo Pievani, insieme alla Banda Osiris, proporrà uno spettacolo tra scienza e affabulazione. Stefano Benni darà vita a uno straordinario e divertente reading con musica, tratto dal suo ultimo libro. Lino Guanciale, Cecilia Dazzi e Federico Bonadonna ci porteranno a conoscere l’innocenza del male. Mentre Maurizio De Giovanni proporrà un reading, con musiche di Marco Zurzolo, dedicato all’ultimo romanzo sul commissario Ricciardi. Claudia Contin Arlecchino, Daniele Cortesi, Gigio Brunello, Marianna Fernetich e Clelia Falletti Cruciani ci parleranno invece dei tanti linguaggi di “Arlecchinia”. Infine Margherita Corsi e Masolino D'Amico dialogheranno su una serie di grande successo, Victoria, giunta alla terza stagione. Incontri legati alla musica saranno quelli con Michele Campanella che racconterà pensieri e divagazioni di un musicista fuori dal coro, Margherita Canale e Giorgia Malagò parleranno invece delle lettere e dei documenti del grande compositore Giuseppe Tartini accompagnati dai musicisti Uendi Keka e Adelajd Zhuri. Mentre altri incontri saranno invece legati alla comicità, quello con Gino e Michele, a quasi trent’anni dalla nascita (e a nove dall’ultima uscita), ecco una nuova puntata della saga comica più famosa d’Italia, quella delle Formiche; e quello con Natalino Balasso e Massimo Cirri, per Carnediromanzo, il rave letterario che infiamma ormai da dieci anni la notte di pordenonelegge. Infine, I Papu saranno protagonisti dell’imperdibile happening pordenoneffettivamentelegge

Due momenti saranno dedicati agli studenti delle scuole superiori del territorio: le letture della Pagina più bella degli ultimi vent’anni, e il progetto di pubblica lettura del liceo Leo-Major, Cosa è e dove va l’autofiction. 

Grazie alla consueta collaborazione con Cinemazero, diversi gli appuntamenti dedicati al cinema e alla letteratura, curati da Elisabetta Pieretto e Alessandro Venier. Innanzitutto, partirà l’iniziativa I film che ho letto (...e i libri che vorrei vedere) che si snoderà in una serie di incontri, condotti da Dario Zonta ed Enrico Magrelli, che vedranno come protagonisti Stefano Fresi e Velia Santella. Non mancheranno le consuete premiazioni di Scrivere di Cinema Premio Alberto Farassino, il concorso nazionale di critica cinematografica rivolto ai giovani promosso da Fondazione pordenonelegge.it, Cinemazero, il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e MYmovies, dove si conosceranno i vincitori scelti dalla giuria composta da Enrico Magrelli, Giorgio Viaro, Adriano De Grandis e Viola Farassino, e per il quale sono in palio una collaborazione con le redazioni di MYmovies.it, Minima&Moralia e la partecipazione al Far East Film Festival.