Invernomuto
Prima delle Sabbie
a cura di Massimo Mininni
Dal 15 ottobre 2019 al 12 gennaio 2020
Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Roma
Prima delle sabbie. Il secondo appuntamento di Connection Gallery, progetto della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e
Contemporanea a cura di Massimo Mininni, vede la partecipazione di Invernomuto, duo artistico formato
da Simone Bertuzzi e Simone Trabucchi.
Dopo il lavoro di Andrea Mastrovito (autore dell’intervento Very Bad Things, esposto da giugno a settembre 2019, a cura di Ilaria Bernardi che ha posto l'accento sul femminile nell’arte, indagando il complesso rapporto della donna con l’uomo e con il potere) il ciclo espositivo in tre tappe
avviato a giugno prosegue nell’intenzione di dare spazio al lavoro di giovani artisti, selezionati per la loro
capacità di accordare la propria espressione creativa al museo e alle sue peculiarità attraverso la creazione di
un’opera site-specific.
Il Mediterraneo è da tempo il campo d’indagine di Invernomuto e l’intervento alla Galleria dal titolo Prima
delle Sabbie ne rappresenta un nuovo punto di arrivo, pienamente contestualizzato all’interno del museo.
L’opera restituisce una narrazione del Mediterraneo del tutto inedita, nel momento in cui gli viene assegnata
una prospettiva per cui da estesa superficie marina diventa un soggetto “proteiforme”, un fiume a più foci,
dove non sono più rintracciabili le coordinate del Nord e del Sud ma il mare è in reciproca comunicazione con
il territorio: l’installazione di Invernomuto coinvolge l’opera Fiume con foce tripla (1967) di Pino Pascali, una
presenza importante nella collezione della Galleria.
L’elemento dell’acqua, che non può non richiamare 32 metri quadrati di mare circa sempre di Pascali, si unisce
agli effetti cromatici del lavoro di light design, ad immagini, suoni e dettagli che ricompongono un ambiente
geografico apparentemente familiare ma in realtà turbato da dinamiche che aspettano di essere del tutto
rivelate nella loro problematicità.
Dalla rilettura del Mediterraneo, luogo da sempre connaturato a scambi e
incontri, ma ormai sempre più spesso turbato da tensioni e contrasti, il campo di osservazione si allarga a
comprendere anche il Deserto, immensità speculare a quella del mare.
Proprio il deserto e i fiumi sono i soggetti ricorrenti del corredo di immagini di epoche diverse che si sommano
in un lavoro di collage, ad accrescere la rete di significati dell’installazione.
Il titolo della mostra è un chiaro riferimento al brano e all’album L’Egitto Prima delle sabbie composti
da Franco Battiato nel 1978, presenti nell’installazione in un originale riadattamento di Invernomuto, ma
anche al pensiero di Georges Gourdjieff, mistico, filosofo e scrittore (in particolare, Incontri con uomini
straordinari, Adelphi 1977) da cui Battiato è stato sua volta fortemente ispirato.
Esiste, per Gourdgieff,
l’“Egitto pre-sabbia” come luogo di un’antica civiltà anteriore a quella egizia e depositaria di un’ancestrale ed
essenziale sapienza, dove la sabbia è la metafora di un modo di vivere degli uomini in connessione tra loro e
con l’universo che è stato sepolto dal tempo ed è - quasi - inattingibile nella nostra moderna e tecnologica
società.
Lo spazio in cui la Galleria accoglie l’esposizione, la Connection Gallery che collega due settori del museo,
diventa un elemento fondamentale dell’installazione, ancor più a livello simbolico oltre che spaziale.
L’aspetto
modulare dell’opera di Pascali è parte di una composizione che coniuga scultura, luce, suono e collage in un
gioco di rimandi e dissonanze che evidenzia la consapevolezza con cui Invernomuto si muove nel passaggio
da un medium ad un altro. L’insieme dei numerosi elementi multidisciplinari che formano l’installazione ne
suggeriscono una visione performativa, tratto distintivo del lavoro del duo artistico.
La mostra è accompagnata dall’edizione di un giornale catalogo, con testi di Massimo Mininni e Peter Benson
Miller, che verrà pubblicato nei giorni successivi all’inaugurazione per accogliere il corredo fotografico
completo dell’installazione.
Per la preziosa collaborazione a questo progetto, si ringraziano: la Fondazione Museo Pino Pascali, che ha
sostenuto il restauro dell’opera Fiume con foce tripla con il coordinamento di Rodolfo Corrias; l’American
Academy in Rome; Francesca Pennone e Antonella Berruti di Pinksummer Gallery, Genova; il Centro Recupero
Fauna Selvatica Lipu Roma.
Gli artisti
L’immagine in movimento e il suono sono i mezzi di ricerca privilegiati dal duo composto da Simone Bertuzzi
(Piacenza 1983) e Simone Trabucchi (Piacenza 1982), nel contesto di una pratica altrimenti definita
dall’utilizzo tanto disperso quanto preciso di media differenti. Invernomuto indaga universi sottoculturali
muovendosi attraverso pratiche diverse in cui l’idioma vernacolare è parte di un percorso di avvicinamento e
affezione alle culture orali e alle mitologie contemporanee, osservate con uno sguardo che non disdegna di
esserne contaminato. All’interno di questo processo svolge un ruolo fondamentale la dichiarata inautenticità
dei materiali utilizzati, che sottolinea il carattere fittizio e kitsch delle mistificazioni a cui si ispirano. Entrambi
gli artisti sviluppano linee di ricerca individuali con i progetti musicali Palm Wine e STILL.
Attualmente stanno
sviluppando il progetto Black Med, lanciato a Manifesta 12 (Palermo) e parte del performance programme
della 58a edizione della Biennale di Venezia, a cura di Ralph Rugoff. Nel 2019 presentano le mostre personali
a MED T-1000, Pinksummer, Genova (aprile), Leto Gallery, Varsavia (aprile), a NN Contemporary Art,
Northampton (giugno) e alla Galleria Nazionale di Roma (ottobre). Da aprile a luglio 2019 sono in residenza
all’American Academy di Roma (Cy Twombly Italian Fellows in Visual Arts) e da ottobre a novembre presso
Alserkal Foundation, Dubai.
Il loro lavoro è stato inoltre esposto a TATE (Londra), Manifesta 12 (Palermo), Kunsthalle Wien (Vienna),
Nuit Blanche 2017 (Parigi), MAXXI (Roma), Museion (Bolzano), Unsound Festival (Cracovia), Kunstverein
München (Monaco), Bozar (Bruxelles), FAR° (Nyon), Centre d’Art Contemporain (Ginevra), Bétonsalon
(Parigi), Live Arts Week V (Bologna), Istituto Italiano di Cultura (Addis Abeba), Nettie Horn Gallery (Londra),
American Academy in Rome (Roma), PAC Padiglione d’Arte Contemporanea (Milano), Vleeshal (Middelburg),
Fondation Ricard (Parigi), Black Star Film Festival (Philadelphia), Centre Pompidou (Parigi), Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Hangar Bicocca (Milano), Netmage 07/09 (Bologna), Premio Furla
(Bologna), No Fun Fest 2009 (New York), Biennale Architettura 11 (Venezia), Viafarini (Milano), Fair_Play
(Lugano), Domus Circular (Milano).
Invernomuto è rappresentato da Pinksummer Gallery, Genova.
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