"E' ancora oggi un piccolo romanzo perfetto, di quelli che ti regalano gli dèi... Una delle pochissime opere che riescono a mettere in mostra l'assurdo, splendente dipanarsi della vita (...) proprio ieri sera mi sono messo a rileggerlo, e ancora una volta l'ho trovato fresco, esultante, eppure colmo d'un dolore puro e umanissimo". La citazione è tratta dall'ultimo libro di Edoardo Nesi, La mia ombra è tua edito da La Nave di Teseo.
Ed è impossibile non pensare, per un momento, al grido di dolore che ci ha accompagnato, nel 2011, per tutta la lettura del suo libro, vincitore del Premio Strega, Storia della mia gente. Ebbene, anche in quel caso abbiamo sentito il dolore puro e umanissimo in grado di trasformare la storia di un individuo in storia collettiva.
La mia ombra è tua si dipana tra la campagna fiorentina e Milano, città simbolo dell'industrializzazione del nord Italia. Pochi personaggi, tratteggiati con cura: ognuno offre un differente punto di vista al lettore.
I lupi dentro, scritto nel 1995 da Vittorio Vezzosi, ha ottenuto un successo senza precedenti: un libro nel quale il lettore si riconosce, un libro scelto dal popolo. Eppure nell'animo di Vezzosi qualcosa si spezza, l'autore prende le distanze dalla sua stessa creazione letteraria rifugiandosi in un casale in campagna. Preda di una "nostalgia incomprensibile e strascicante", Vezzosi trascorrerà gli anni successivi continuando a scrivere ma rifiutando ogni contatto con il pubblico e con i giornalisti.
Agli antipodi della storia Emiliano De Vito, un giovane fresco di laurea in filologia, letterature e storia dell'antichità si scontra con un mondo che non permette l'entrata in scena di attori con le sue competenze. Inseguendo il sogno di uno sbocco professionale in linea con i suoi studi universitari, il giovane ragazzo trova conforto nell'ufficio del professore con il quale aveva discusso la tesi.
Sarà proprio il professor Monnanni a congiungere le vite di Emiliano De Vito e Vittorio Vezzosi. Da assistente a compagno di viaggio, De Vito entra in contatto con il mondo interiore di Vezzosi. Dapprima ruvido e scostante, col tempo Vezzosi apre le porte del suo pensiero ad un ventiduenne già disilluso dal vorticare del mondo.
Nello scontro l'incontro: l'indefinibile conoscenza diventa comprensione emotiva. Con la tenacia tipica del tratto stilistico di Edoardo Nesi, la storia si pone come rappresentazione del nostro tempo. Commovente avvicinamento tra due generazioni, spezzato da momenti di acuta ironia linguistica. E' lo stesso autore che, attraverso le parole ora del professor Monnanni ora di Vezzosi, confessa la sensazione che tutti noi proviamo inseguendo "bestialmente i nostri giorni su questo pianetino che rotola senza fine nello spazio siderale".
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