martedì 1 ottobre 2019

"Duplizität des Seins" nel racconto di E.T.A. Hoffmann, Le miniere di Falun, pubblicato da 13lab Editore

Sul finire di luglio la casa editrice 13lab di Milano ha dato alle stampe il racconto di E.T.A. Hoffmann, Le miniere di Falun, ispirato ad una vicenda riportata in alcune cronache svedesi del XVII secolo. Dopo varie peripezie il libro è arrivato sulla mia scrivania. 

Abbiamo un debito (e questo è stato il motivo che mi ha spinto alla rilettura del lungo racconto) nei confronti della narrazione di E.T.A. Hoffmann. L'unico modo per saldarlo è leggere i suoi scritti. 



Il mondo non è mai come ci appare e Hoffmann, da attento osservatore quale era, lo aveva capito. Wolfgang Nehring parla della narrativa romantica tedesca e di quella hoffmanniana in particolare citando l'espressione Duplizität des Seins ovvero la “duplicità dell’esistenza”. 
L'osservazione analitica di Hoffmann avrebbe potuto spingerlo ad abbracciare una scrittura eccessivamente verista. Fortunatamente le sue pagine ci regalano un immaginario che sfocia nel realismo magico: la realtà raccontata è trasposta in affascinanti accadimenti simbolici, il linguaggio metaforizzato è ancorato alla letteratura fantastica (e ad una certa idea di narrazione surrealista). 
La trasposizione della realtà avviene per gradi: dalla notomizzazione del quotidiano alla metaforizzazione dell'oggetto osservato. In questo delicato passaggio la storia personale del protagonista del racconto diventa storia collettiva, i turbamenti del personaggio investono lo stesso lettore. Hoffmann, in poche pagine, riesce a travolgere il lettore mostrandogli il suo mondo poetico interiore. 

Elis Fröbom, un marinaio tornato a Göteborg da un lungo viaggio, scopre della tragica scomparsa della madre, unica superstite della famiglia. Solo e combattuto, divorato dai rimorsi per non essere stato accanto alla madre proprio nel momento del bisogno e assillato dalle preoccupazioni per un futuro incerto e sfuggente, Elis Fröbom fa la conoscenza di un anziano minatore. Un faro, un barlume di speranza. L'anziano riaccende in lui il desiderio di una felicità nuova, mai provata. Segue il suo consiglio: lasciare la professione di marinaio per dirigersi a Falun e diventare un esperto minatore. 
A Falun, Elis farà la fortunata conoscenza dell'imprenditore minerario Pehrson Dahlsjö e della sua amabile figlia Ulla.
L'anelito della felicità appena assaporata non sarà sufficiente per tenere lontano Elis Fröbom dalle sue stesse paure e dai suoi stessi demoni. 

E.T.A. Hoffmann consegna al lettore un racconto in cui la compenetrazione tra biografia e immaginazione, rielaborazione artistica e verità storica rappresentano i tratti caratteristici di uno stile narrativo che ha fatto molto discutere nei decenni successivi e che continua ad affascinare.  

Nessun commento:

Posta un commento