Il 26 ottobre scorso si è aperto il ciclo di seminari sulla letteratura del Novecento guidati dal poliedrico scrittore Antonio Pascale. Gli incontri, presso la libreria Mondadori di via Piave a Roma, sono sponsorizzati dalla libreria per immagini Bianco Critico.
Il primo protagonista è stato Marcel Proust, raccontato da Pascale con grande forza linguistica e accuratezza biografica: la scelta di questo autore apre una palestra emozionale che intende fornire ai partecipanti del corso un metro che li aiuti a misurare la vita: esattamente, gli incontri vogliono coltivare il nostro apparato emotivo, per smettere – almeno per qualche ora – il vano tentativo di comprendere il senso della vita razionalmente.
Proust è emblema di questo stretto rapporto tra il sentire e il vivere, stato emotivo che lo spingerà a scrivere la sua opera monumentale À la recherche du temps perdu. Secondo Pascale, possiamo attingere a questa montagna di riflessioni come a un plico filosofico, un volume da cui si estrae sempre un succo nuovo, utile alla nostra linfa vitale.
Da qualsiasi parti cominci la nostra lettura ci imbatteremo nell'emblematico parallelismo di opera e vita dell'autore; nella speciale concezione del tempo che ha Proust; nel rapporto costante tra illusione e disillusione e, dunque nell'atroce interrogativo ricorrente: perché varrebbe la pena vivere? Tutte le strade percorse da Proust nelle sue pagine non sono altro che l'incessante – a tratti disperato – tentativo di sottrarre il tempo all'oblio, recuperarne la memoria, ma non quella logica degli eventi che si sono succeduti in sequenza, piuttosto quella memoria involontaria che appartiene ai sensi, protettiva, che salva l'infinitamente piccolo, il momento casuale. Proust è cosciente di illudere se stesso vivendo, ma ha la forza di disilludersi: crede parzialmente alla realtà e alla sua immagine illusoria, perché entrambe creano in lui uno stato di sofferenza, e proprio la disillusione gli consente di non perdere la misura delle cose, anzi diviene necessaria per conoscere davvero il reale.
Questa forma di tutela dell'io più profondo per Proust, Pascale, ci dice, farà sì che solamente l'Arte diverrà l'unica ragione di vita: autentico sentire che non ci sfugge né ci minaccia.
Proprio nell’unione di arte e letteratura Bianco Critico si riconosce e muove, ogni giorno, le sue scelte, una palestra social-emozionale.
Di seguito l'elenco dei prossimi incontri della palestra emozionale:
- 16 novembre – Kafka
- 30 novembre – Joyce
- 14 dicembre – Cechov
- 11 gennaio – Rimbaud
- 25 gennaio – Scott Fitzgerald
- 8 febbraio – Moravia
- 22 febbraio – Munro
Per info e costi rivolgersi alla Libreria Mondadori di Via Piave a Roma:
Telefono 06/42014726
Fax 06/42027406
e-mail info@libreriaviapiave.it
Sito web www.libreriaviapiave.it
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