Tra ossessione e desiderio. Passione semplice di Annie Ernaux diventa un film con Danielle Arbid
Tutto ha inizio con un'immagine
dalla quale non riesco a prendere le distanze. La ritrovo, ammantata di mistero.
Resta lì, tra le pieghe dei giornali accartocciati in una parte della stanza
che non curo, lontano dalla finestra e dalla luce, affossata tra libri che non
leggo da tempo. È l'immagine di una donna avvolta dalla passione di un amore «perso
nella storia» e ritrovato all'ombra dei ricordi. La donna potrebbe avere la mia
età oppure la tua, potrebbe essere giovane di quelle giovinezze che sfioriscono
in fretta e ciò che resta è un guizzo nostalgico negli occhi. La donna, dicevo,
è lì, davanti a me. La osservo, mi nutro della sua bellezza intermittente,
sfumata dagli anni. Mi nutro dei suoi gesti sapienti sotto la doccia, poi con
il rimmel in mano, mentre improvvisa, davanti alo specchio, un'acconciatura per
apparire affascinante. Donna senza tempo. Immortale nel momento in cui la
passione farà vibrare il suo corpo.
È questa l'immagine che mi porto
appresso da quando ho letto Passione semplice di Annie Ernaux (Rizzoli, 1992). Ed è questa
l'immagine che non posso dimenticare perché troppe volte, anch'io, «ho misurato
il tempo con il mio corpo" scoprendo «di cosa si può essere capaci».
«Sin dal mese di settembre dello
scorso anno, non ho fatto nient’altro che aspettare un uomo: che mi telefonasse
e che venisse da me». L'io è contaminato dall'attesa dell'uomo. Non un uomo a
caso. Lui ha un nome, ha una famiglia, ha una casa che, di ritorno da ogni
viaggio di lavoro, lo accoglie e lo definisce. Lui ha un ruolo nella società
esattamente come lei. Esseri determinati agli occhi degli altri. Eppure, tutto
ciò svanisce quando avviene l'incontro tra i loro corpi. Lui è reale e
fantastico al tempo stesso. Quando non c'è diventa un'ossessione, qualcuno da
attendere eternamente e che avrebbe dato significato alla sua stessa esistenza.
«Vivevo nella crescente ossessione che qualcosa sopravvenisse a impedire il
nostro appuntamento».
La passione è rapimento,
carnalità, inconsapevolezza, frammentarietà. La passione si consuma nello
spazio di un amplesso, sprofonda nelle sabbie mobili dell'immaginazione (quando
ci rivedremo, come sarà il nostro prossimo incontro, come giungere al massimo
godimento?) per poi riaccendersi grazie a una telefonata, una lettera, poche
parole quanto basta, a lei, per attestare l'esistenza dell'uomo.
Passione semplice diventa
un film della regista libanese Danielle Arbid intitolato L'amante russo
con Laetitia Dosch e Sergei Polunin. Già selezionato da Cannes 2020, il film di
Arbid è stato presentato in anteprima mondiale al festival di San Sebastián,
successivamente, il dieci giugno scorso, al Cinema Nuovo Sacher a Roma in occasione
di Rendez-Vous Festival del Cinema Francese.
Sarà Danielle Arbid a portare in
scena quell'immagine che conservo da tempo, l'immagine di una donna perduta
nella sua ossessione. «Ero entrata in uno stato in cui nemmeno la realtà della
sua voce poteva rendermi felice. Tutto era mancanza senza fine, tranne il
momento in cui stavamo insieme a fare sesso. Eppure, ero ossessionata dal
momento che sarebbe seguito, quando se ne sarebbe andato. Vivevo il piacere
come un dolore futuro». L'ossessione diventa il metro di misura per dare valore
al quotidiano. Non solo. L'ossessione sarà anche la fonte dalla quale
abbeverarsi per dare nuovo impulso a un amore senza dimensione.
Sono nata a luglio, il mese che
taglia, «luce-lama che abbaglia». Mi è sembrato questo il momento più adatto
per tentare di accarezzare l'idea dell'ossessione e dell'amore. Perché luglio,
mese dell'abbondanza, mi ricorda quanto il mio essere sia al tempo stesso
ossessione e rapimento, discordante connubio tra esterno e interno, tra vulnerabilità
e profondità. Continua antinomia dove la lingua, esperienza frastagliata
piombata tardi nella mia vita così come molti altri avvenimenti, diventa lo
spazio bianco nel quale tratteggiare qualcosa di mio.
Aggiornamento: a novembre del 2021, Annie Ernaux è stata invitata all'Institut français di Napoli in occasione della proiezione del film "L'amante russo" tratto dalla sua opera letteraria Passione semplice.
Qui il video della serata:
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