E' sabato. La lettera di Daniela Tuscano a Pier Paolo Pasolini

Poesie, saggi, lettere, film, fotografie e incontri: in occasione del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, avvenuta il 5 marzo del 1922, per tutto il mese verranno pubblicati degli omaggi quotidiani, un modo per raccontare chi è stato e cosa ha realmente rappresentato Pasolini per la sua generazione e per quelle successive. 



Dopo la  poesia di Antonella Rizzo, prosegue l'omaggio a Pasolini con la lettera scritta da Daniela Tuscano:


È SABATO

È sabato, non si va a scuola.

È giorno di vacanza per i milanesi.

È sabato, e in questa città della Riviera le vetrine dei libri mi rimandano il tuo volto.

È sabato, e tu compiresti cent'anni.

Non potevi immaginare che saresti diventato istituzionale.

Che le tue frasi, non sempre tue, venissero saccheggiate, trafugate, spesso distorte, ancor più tradite, da chi non ti conosce, né ti ha vissuto.

Non l'avresti voluto.

Popolare sì; nel cuore del popolo - non della gente - staresti benissimo.

Tu che dicevi - mentendo, ma ti si perdona - d'esser nato per una vita tranquilla, per piaceri semplici.

Ti si perdona perché mentivi senza vezzo.

Istituzionale. Quasi. Forse.

Ma non esistono due Pasolini: sei unico, nella sacertà come nel fango. Indissolubile.

Raccontano che, in certi momenti, eri come posseduto da un demone; tu stesso lo ammettevi. Ed era un diavolo vero, un'estasi rovesciata. Santità eretica. Di quelle antiche, materiche, delle pale d'altare.

Cent'anni di un uomo senza tempo.

Cent'anni d'un uomo antico. Rinascimentale, anche se forse avresti preferito il fulgore del Medioevo.

Il tuo Rinascimento era già manierista, un Giardino dei Mostri senza Controriforma alcuna. Mai pura razionalità, ma inquietudine pronta a esplodere.

Rinascimentale perché umano, integralmente. Tridimensionale e indivisibile.

Cent'anni e molti di più. La tua nera fine non potrà mai entrare nelle aule polverose. Non sei stato l'unico. Ma di tutti il più scoperto e sincero.

E questo no, non si può istituzionalizzare, non addomesticare. Resti lì, con un passo fuori, nel buio, nel tuo sguardo senza occhi, da reduce. Avevi visto l'inferno, ma l'Amor che tutto move no, quello l'avevi solo sperato. 

E oggi, davanti all'abisso, quanto ci manca quella cupezza amorosa, esigente, cruda.


                                                                                                                                

Sanremo, 5 marzo 2022



Daniela Tuscano, docente di materie letterarie all'IIS De Nicola di Sesto S. Giovanni (Milano), ha all'attivo diverse pubblicazioni. Sempre a Sesto S. G. ha allestito il convegno "Pasolini ai giovani" (2015). Collabora inoltre con pasolini.net ed è editor del gruppo fb "Pier Paolo Pasolini, eretico e corsaro".


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