L'occhio di
Marguerite Duras si muove come la macchina da presa. L'obiettivo si ferma sul
casinò di T. Beach. Interno. Sala da ballo. L'orchestra smette di suonare, la
pista si svuota. Due donne l'attraversano. "Alte tutt'e due, costruite
allo stesso modo". Lol V. Stein accompagnata dal fidanzato Michael
Richardson verso il bar, in fondo alla sala da ballo, guarda la più anziana
delle due donne farsi avanti con quella "grazia abbandonata, flessuosa, da
uccello morto". Anne-Marie Stretter è il suo nome.
Ora l'obiettivo
inquadra Michael Richardson, il suo volto "prosciugato nella pienezza
dell'età matura: dolore (...) antico, della prima età". È in quel momento
che inizia la nuova storia di Michael Richardson, mentre si allontana da Lol V.
Stein, mentre accompagna Anne-Marie Stretter al centro della pista per un
ballo. L'ultimo. Prima di scomparire insieme a lei nel chiarore dell'alba.
Adesso la macchina da presa
riprende il rapimento di Lol V. Stein. Un corpo emaciato che si lascia andare
alla follia dell'abbandono, alla mancanza. Accanto a lei, solamente una
persona: l'amica d'infanzia Tatiana Karl. Non sarà Michael Richardson a
mancarle bensì qualcosa che lei stessa riusciva a trarre dalla loro relazione.
Una forza? Una ragione d'essere, d'esistere?
L'inquadratura
si sposta nel tempo e nello spazio. U. Bridge è la cittadina dove Lol V. Stein
diventa una nuova donna. Si sposa, ha tre figlie. Riorganizza la sua vita allo
stesso modo di come gestisce la sua casa. Ma il destino la riporta a S.Thala,
il luogo del rapimento, della sua perdizione.
La macchina da
presa segue Lol mentre vaga senza meta per la città che non somiglia più a
quella della sua giovinezza. È durante questi vagabondaggi che Lol incontra
Tatiana Karl, l’amica d’infanzia, e scopre la sua doppia vita con l’amante
Jacques Holt.
Cosa accade a Lol V. Stein quando
viene a conoscenza della relazione clandestina tra Tatiana Karl e Jacques Holt?
Quale antico dolore si ridesta nella sua anima già ferita? Dieci anni dopo il suo
“rapimento”, si ricompone una triade amorosa dove proprio Lol V. Stein è il
fulcro, la struttura portante che può mettere fine alla storia stessa.
Chiuso il
libro, resta solamente una domanda. Chi è Lol V. Stein? Chi è questa giovane
donna che ritorna qualche anno dopo ne L’amore? Chi è questa ragazza la
cui identità sembra fondersi con Hélène Lagonelle ne L’amante? Chi è
costei che stupisce per la sua imprudenza nel volersi esporre all’amore, un
amore mai appagato, una passione mai pienamente realizzata e goduta?
"Ancora
oggi sono incapace di dirvi come ho scritto Agatha, Il rapimento di
Lol V. Stein, Il viceconsole, Hiroshima… Mi trovo nell’impossibilità
totale di dirvi come questo sia stato fatto, come ciò sia accaduto. Ma quando
li rileggo sono stupita, mi dico: ‘Cosa mi è successo?’ Non capisco bene. È
così, scrivere. Bisogna dirlo molto semplicemente. Non si è completamente
responsabili di ciò che si scrive". Nell'aprile del 1981 Marguerite Duras
si raccontò a Suzanne Lamy e André Roy che poi curarono e diedero alle stampe
il libro Marguerite Duras a Montréal.
Anni dopo, Duras scriverà: “Tutte
le donne dei miei libri, qualunque sia la loro età, derivano da Lol V. Stein.
Da un certo oblio di sé. Hanno tutte gli occhi chiari. Tutte sono imprudenti,
incaute. E tutte sono causa della loro infelicità”.
Nessun commento:
Posta un commento