L'autobiografia in movimento di Deborah Levy. Cose che non voglio sapere

Cose che non voglio sapere è il primo volume dellautobiografia in movimento di Deborah Levy pubblicato da NNeditore, un’opera di rara intensità e profondità che intreccia memoria, riflessione personale e analisi del processo creativo. Scritto come una risposta intima e femminista al celebre saggio di George Orwell "Perché scrivo", questo memoir, romanzo-saggio, si articola in quattro sezioni che ripercorrono momenti chiave della vita dell’autrice, esplorando il significato della scrittura, dell’identità e della resilienza. 


Attraverso la lente di esperienze personali (dall’infanzia in Sudafrica durante l’apartheid alla vita adulta in Europa), Levy racconta di come le pressioni politiche, culturali e familiari abbiano plasmato la sua voce di donna, poi diventata voce narrativa in dialogo continuo con le voci di altre donne e scrittrici che, nel tempo, l'hanno plasmata: Virginia Woolf, Simone De Beauvoir, Marguerite Duras. La prosa di Levy, lirica e incisiva, alterna ricordi vividi e riflessioni più ampie, con immagini potenti che emergono quasi fossero fotogrammi intrisi di emozione. 



Levy esplora cosa significhi essere donna, scrittrice e madre in un mondo che spesso cerca di mettere a tacere queste identità. Personale e politico si intrecciano in queste pagine, mostrando come i traumi collettivi (il razzismo e il patriarcato) diventeranno parte delle fragilità individuali per poi trasformarsi in momenti da cui affrancarsi. 


L’urgenza di scrivere come atto di sopravvivenza e affermazione: questo dimostra Levy attraverso il gesto della sua scrittura che non rimane isolato ma si collega a qualcosa di più grande che gira attorno a lei, a una Storia collettiva nella quale tutti siamo coinvolti.


Nessun commento:

Copyright by Sara Durantini. Riproduzione riservata. Powered by Blogger.