Oltre il silenzio. La genealogia femminile tra parola e memoria
In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti della Donna, per Dol's Magazine ho scritto questo approfondimento. Ne riporto un estratto:
“Se io voglio definirmi, sono obbligata anzitutto a dichiarare:
Sono una donna; questa verità costituisce il fondo
sul quale si ancorerà ogni altra affermazione”.
Simone de Beauvoir
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Foto di Paola Agosti |
Negli anni ho visto prendere forma, fuori e dentro di me, una genealogia di donne, un venire al mondo consapevole, radicato nel riconoscimento della propria origine femminile. Donne che, attraverso il racconto di sé, hanno intrapreso un percorso di autocoscienza e autoformazione, di decostruzione e ricostruzione del proprio io, donne che si sono messe a nudo per conoscersi e riconoscersi, per liberare la propria singolarità, la propria percezione dell’io nel mondo, opponendosi a qualsiasi preconcetto e costrutto sociale radicato nella dominazione maschile.
(...)
Illuminare la genealogia delle donne significa addentrarsi nella complessità della scrittura femminile, immergersi in una lingua comune e comunitaria, lavorare per renderla trasmissibile. Significa costruire uno spazio in cui le donne possano pensarsi come soggetto ed esistere senza le limitazioni imposte da uno sguardo altro. La strada da compiere è ancora lunga. Nonostante le lotte per l’emancipazione e le conquiste ottenute, in molte parti del mondo i diritti delle donne non sono ancora riconosciuti come diritti umani. Uscire dall’invisibilità, riacquistare la propria voce, combattere i troppi silenzi che ancora oggi oscurano la violenza fisica e psicologica sulle donne, è un compito che appartiene a tutte. Perché quella “sorella” che Virginia Woolf immaginava potrà rinascere solo se continueremo a lavorare per lei.
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