Pampaluna
Dal comunicato stampa:
Pampaluna
di Sara Durantini
(Dalia edizioni)
A maggio 2024 in libreria
“Per molto tempo, sono stata un corpo senza storia. Dimenticata.
Esclusa.”
È una storia di affrancamento femminile, ambientata a cavallo tra la fine
degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, quella che racconta Sara Durantini
in Pampaluna, romanzo di formazione che si apre nella campagna
padana, tra campi, trattori, vendemmie, pranzi a base di pane e formaggio,
vestiti imbastiti dalla nonna e mucche da mungere, e che dà spazio a un mondo
contadino che suona materico, vero, apparentemente lontano nel tempo. Invece,
siamo solo nel 1989, quando alla radio Gianni Morandi canta Bella signora,
in Italia c’è il Governo Andreotti e in Germania cade il Muro di Berlino;
Qui inizia la storia della protagonista di questo romanzo, una bambina di
quattro anni. In un giorno di fine estate, a causa di un incidente, la bambina
prende coscienza di un grave disturbo del linguaggio che la rende
diversa da tutti gli altri. Al complesso di inadeguatezza e inferiorità che la
nuova consapevolezza porta con sé, si unisce l’angoscia di un ambiente
familiare che si disgrega.
Tutto il suo disagio infantile ha un bisogno disperato d’espressione ma la voce
non c’è e lei è chiusa in una bolla di sofferenza, almeno fino a quando non scopre
la parola scritta: prima rifugio, quindi possibilità di salvezza. Attraverso
le storie e i pensieri che segretamente scrive nel diario e che giocano
liberamente con i libri letti, le canzoni ascoltate, i film e i cartoni animati
che improvvisamente affollano il suo universo di ragazzina, la protagonista di Pampaluna
imparerà a usare un potere in grado di affrancarla da un mondo a cui
non vuole appartenere, permeato dalle leggi del patriarcato, dai codici
della religione cattolica e dell’educazione di classe; aprirà la strada
verso la conquista di sé stessa e della propria libertà.
Durantini riesce a dare un volto all’infanzia, raccontando la storia dell'affrancamento della protagonista da un mondo di usanze e credenze popolari, permeato dalle leggi della virilità e del predominio maschile, dai codici della religione cattolica e dell’educazione di classe. In un controcanto tra ricordi personali e momenti storici, il lettore inizia un percorso a ritroso nel tempo che attraverso il destino dei singoli restituisce il senso più generale e profondo della storia.
Pampaluna nasce dal lungo racconto "L'odore del fieno" con il quale
l'autrice vinse l'edizione 2006 del premio Tondelli per inediti di
giovani narratori e che venne salutato, lo stesso anno, da Fulvio Panzeri sulla
rivista Palazzo Sanvitale, diretta da Guido Conti, come uno
scritto "di grande valore che rappresenta l'avvio di un percorso
letterario che al suo esordio è già solido, meritevole, naturale". Sulla
scorta delle parole di Panzeri, anche la copertina ha voluto omaggiare il
legame indissolubile tra lo scritto premiato al Tondelli e questa nuova e
rinnovata riscrittura che non tradisce l’anima della scrittrice che si
riappropria dell’infanzia riannodando ricordi personali e storie altrui, in una
sorta di memoir che cerca di tracciare il ritratto di un piccolo mondo antico.
Pampaluna è un romanzo di formazione incentrato sulla ricerca
dell’identità femminile, in opposizione a un sistema di valori patriarcale.
Nell’originale tessitura di questo romanzo, l’autrice ricorre alla sua personale
memoria ma fa anche tesoro dell’opera di scrittrici come Annie Ernaux,
Marguerite Yourcenar, Dacia Maraini. Allo stesso tempo, è capace
di guardare a Raffaella Carrà, a Madonna, così come a Lady Oscar, cioè a
quei modelli femminili pop che, tra gli anni Ottanta e Novanta, hanno
profondamente attecchito nell’immaginario collettivo.
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